Libri di Sylvère Lotringer
Interviste
William Burroughs
Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2018
pagine: 1239
Pistolero intellettuale, pecora nera di una ricca famiglia di fabbricanti di calcolatrici, disinfestatore di blatte e cimici, pittore a mano armata, esule uxoricida, tossico impenitente, profeta della paranoia, esploratore del queer, protagonista di oracolari cammei cinematografici e - soprattutto - autore di alcuni dei più stranianti romanzi sperimentali della letteratura americana: se è vero che ogni uomo vive molte vite durante la sua esistenza, quelle di William Burroughs sono state di più. Un percorso composto di ombre e misteri, ma che Burroughs ha costellato continuamente di confessioni pubbliche, colloqui con la stampa, partecipazioni a tavole rotonde e registrazioni radiofoniche. Lui, che notoriamente «odiava rilasciare interviste». Curata dal critico Sylvère Lotringer, la raccolta delle "Interviste" di William Burroughs è una vera e propria controstoria privata del secondo Novecento americano, raccontata in presa diretta dalla viva voce di uno dei suoi più provocatori protagonisti: dalle conversazioni con i sodali di sempre Allen Ginsberg, Gregory Corso e Brion Gysin agli incontri memorabili con David Bowie, Tennessee Williams, Christopher Isherwood e Patti Smith, dall'analisi delle proteste del Sessantotto alle prese di posizione di fronte all'esplodere dell'epidemia dell'Aids, dalle rivelazioni sulle proprie tecniche di scrittura alla confessione delle paure per il futuro. "Interviste" è allo stesso tempo un documento letterario fondamentale e un memoir involontario, parcellizzato nel tempo. Risposta dopo risposta, battuta dopo battuta, Burroughs ci conduce negli abissi della sua anima tormentata e delle sue inquietanti visioni lisergiche, costringendoci a guardare in faccia, in un incubo senza fine, i centopiedi giganti, i poliziotti Nova, gli Esaminatori e i Moscibecchi che ancora oggi abitano la nostra società.
Pazzi di Artaud
Sylvère Lotringer
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2006
pagine: 222
Un libro sfrontato, rigoroso ma divertente. Poeta indefinibile, scrittore anarchico, viaggiatore irrequieto, Artaud (autore di scritti che, anche in Italia, hanno fatto scuola) venne recluso per nove anni, dal 1937 al 1946, in manicomio. Sottoposto a decine di elettroshock, usato come cavia, monitorato nei suoi comportamenti quasi fosse una bestia rara, e infine rilasciato su pressante richiesta di Picasso e Mirò, Artaud ci ha lasciato alcune tra le più sconcertanti e lucide invettive contro la medicina e la psichiatria moderne. Per contribuire a fare un po' di chiarezza su questa vicenda - vicenda spesso mitizzata, ma ancor più di frequente mal compresa - Sylvère Lotringer, professore alla Columbia University con la passione per le interviste e le ricerche sul campo, si rimette sulle tracce dello scrittore marsigliese, incontrando e intervistando, nel corso di un lavoro durato molti anni, gli psichiatri che si occuparono e, a modo loro, operarono sul "caso Artaud". Il risultato è sorprendente: dati, documenti, racconti farseschi e aneddoti inverosimili si fondono in una scrittura leggera e accattivante, ma al tempo stesso impietosa anche contro i numerosi adepti che, al pari degli psichiatri, vedevano in Artaud un caso esemplare da ammirare, curare forse, ma soprattutto da "venerare" e sfruttare: "Erano tutti matti", si legge nel finale, "questi fanatici di Artaud".

