Libri di Valeria Alberini
Filippo Terzi (1520-1597). Un architetto di Pesaro in Portogallo
Valeria Alberini, Luciano Baffioni Venturi
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2019
pagine: 136
Nato a Bologna e trasferitosi nell'infanzia a Pesaro,Filippo Terzi vi compì gli studi di ingegneria alla scuola di matematica e architettura costituita presso la corte ducale roveresca. Girolamo e Bartolomeo Genga, Ranieri e Guidubaldo Del Monte, Federico Commandino ne furono i protagonisti assieme a Francesco Paciotti, Iacopo Castriotto, Muzio Oddi, Bernardino Baldi. Nel 1528 il duca Francesco Maria I Della Rovere volle rinnovare Pesaro a partire dalle moderne mura pentagonali. Ai lavori collaborò anche il giovane F. Terzi,che ebbe il compito di progettare la nuova Piazza Grande di Pesaro dandole un assetto di ampio respiro,secondo le ambizioni ducali. Terzi, nominato"architetto ducale", lavorò a Pesaro, Urbino, Fano, Senigallia, Barchi e altre località roveresche con successo. Poi cadde in disgrazia nel 1576, quando per difendere il figlio Alfonso, rischiò il carcere. Fu allora che, cinquantaseienne, fuggì a Roma e fu ingaggiato come architetto dal re Sebastiano I del Portogallo. Iniziò così la sua "seconda vita": realizzò in venti anni palazzi(compreso il palazzo reale di Lisbona), chiese, conventi(come il grande convento di Tomar), fortezze e acquedotti, diventando il più noto ingegnere del momento e diffondendo in Portogallo il manierismo rinascimentale italiano. Partecipò, come ingegnere militare, alla guerra contro i Mori(1578)e a quella contro Elisabetta I d'Inghilterra e il corsaro Francis Drake.
La maiolica al tempo degli Sforza di Pesaro
Luciano Baffioni Venturi, Valeria Alberini
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2019
pagine: 236
A metà Quattrocento, esattamente nel 1445, Alessandro Sforza, fratello del potente duca di Milano Francesco, si insediò in Pesaro al posto dei Malatesta. Iniziò un periodo di 70 anni nel quale gli Sforza (Alessandro, il figlio Costanzo e il nipote Giovanni) arricchirono Pesaro di moderne strutture militari, di palazzi e di opere d'arte. In particolare essi favorirono la nascita di efficienti botteghe artigiane di maiolicari la cui produzione pregiata raggiunse buona parte dell'Europa, dalle Fiandre alla Budapest di Mattia Corvino. La tradizione ceramica pesarese continuò poi a Urbino e Casteldurante ma, di certo, Pesaro precedette e superò Faenza, Deruta e Montelupo. Di tutto ciò restavano pochi segni finché questa ricerca, e altre di poco precedenti, non ha ritrovato in vari musei e collezioni private numerosi e inequivocabili testimonianze dell'arte maiolicara pesarese dell'epoca sforzesca.

