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Neri Pozza: Biblioteca

Jakob il bugiardo

Jurek Becker

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 269

1945. In un piccolo ghetto ebraico della Polonia occupata dalle truppe naziste la vita si trascina tra infiniti stenti. Jakob Heym, proprietario di un caffè chiuso da tempo, si aggira smarrito tra le botteghe abbandonate dagli ebrei che hanno trovato riparo all'estero o non sono riusciti a scampare alla tragica sorte dei campi di sterminio. Un giorno, per non aver rispettato il coprifuoco, si ritrova negli uffici del comando dell'«amministrazione tedesca» dove, in attesa dell'ufficiale di picchetto, gli capita di ascoltare una radio. Tra fatti di scarso rilievo su un quartier generale nazista, lo speaker ad un certo punto annuncia che le truppe tedesche hanno «eroicamente» respinto «l'attacco bolscevico a venti chilometri da Bezanika». Bezanika... un paese non a due passi, ma nemmeno tanto lontano. Come comunicare agli altri una simile notizia? Dire: Rallegratevi fratelli, impazzite di gioia, i russi sono giunti a venti chilometri da Bezanika? E annunciare di aver sentito il tutto al comando nazista, col rischio di passare per una spia? Jakob Heym sceglie un'altra via, la via della menzogna, utile in circostanze in cui non esistono altre strade. «Ho una radio», dice all'amico Mischa annunciandogli la lieta novella dei russi a quattrocento chilometri dal ghetto. La notizia si diffonde in un baleno. Perfino i bambini, nel ghetto, vengono a conoscenza del grande segreto. La gente si presenta da Jakob, dal possessore di radio Heym, per apprendere ogni dettaglio della liberazione in arrivo. E Jakob fa trapelare finti bollettini di guerra, inventa avvenimenti e situazioni incoraggianti, perché la speranza rinasca e il ghetto si rianimi. Pubblicato per la prima volta nel 1968, e da allora una delle opere più imporranti sulla Shoah, oggetto anche di una fortunata trasposizione cinernarografica con Robin Williams nei panni di Heym, "Jakob il bugiardo" mostra come la letteratura, non rinunciando a nessuno dei suoi registri, persino a quello della commedia, possa restituire, più di mille saggi e trattati, il senso autentico di una delle più immani tragedie delle Storia.
14,50 13,78

La trilogia dei filosofi: La cura Schopenhauer-Le lacrime di Nietzsche-Il problema Spinoza

La trilogia dei filosofi: La cura Schopenhauer-Le lacrime di Nietzsche-Il problema Spinoza

Irvin D. Yalom

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 1368

Il confanetto contiene i tre romanzi di Irvin D. Yalom: Le lacrime di Nietzsche, La cura Schopenhauer, Il problema Spinoza.
30,00

Addio Gary Cooper

Romain Gary

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 253

Lenny è un vero vagabondo delle nevi, uno ski bum, come li chiamano. Conosce dei posti sulle Alpi dove la neve è incredibilmente luminosa e pura. Posti vuoti pieni di vita vera. Come ogni ski bum, autentici avventurieri dello spirito, fugge di continuo e ha nello sguardo l'espressione avida e inquieta di quelli che vivono soltanto per qualcosa che non c'è, che è sempre più in alto... verso le nevi perenni. Lenny è americano, uno di quegli americani che non si curano della guerra del Vietnam, tranne quando si tratta di non andarci. È alto un metro e ottantotto, è biondo e gli hanno detto più volte che assomiglia a Gary Cooper da giovane. Ha persino una foto dell'attore, che guarda spesso. I ragazzi a casa di Bug Moran - un eccentrico milionario che raccatta nel suo lussuoso chalet sbandati di ogni genere - ci scherzano su. Gary Cooper è finito, dicono. Finita la storia dell'americano che è contro i cattivi, fa trionfare la giustizia e alla fine vince sempre. Addio, America. Addio, Gary Cooper. Lenny, però, non si turba più di tanto, lui non ha la minima voglia di essere qualcuno, e ancor meno di essere qualcosa. Il suo solo problema è guadagnarsi la pagnotta, ora che la piena stagione è alle spalle. Gli skilehrer, gli istruttori di sci locali, gli rendono la vita difficile poiché detestano gli ski bum come lui che, con la loro aura di avventura e disperazione, piacciono alle donne. Così Lenny è costretto a scendere a valle, ad arrischiarsi nel cosiddetto mondo civile, dove lo attendono avventure picaresche e l'incontro fatale con Jess, la bella figlia di un diplomatico che scrive romanzi, parla correntemente cinque lingue, conosce un po' di ebraico e di swahili e ha il fisico e la sensualità di una spogliarellista del Bataclan. Pubblicato per la prima volta in inglese nel 1965 col titolo "The Ski Bum", "Addio Gary Cooper" è una delle opere di Romain Gary in cui il desiderio di assoluto e di autenticità della gioventù si misura con le miserie e i paradossi dell'epoca che, negli anni Sessanta, annunciò l'avvento della società del benessere.
14,50 13,78

Guida degli smarriti

Guida degli smarriti

Jean D'Ormesson

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2017

pagine: 160

Nel 1190 Moshe ben Maimon, noto come Mose Maimonide ai dotti del suo tempo, filosofo, rabbino e talmudista nella Cordova musulmana, scrisse in arabo "La guida degli smarriti" ("La guida dei perplessi", secondo un'altra traduzione del titolo). Nella città spagnola, retta dal tollerante Califfato degli Almoravidi, l'opera ebbe un'immediata fortuna e, insieme con altri trattati del talmudista, fece di Maimonide il più onorato e rispettato filosofo ebreo del Medioevo. Jean d'Ormesson ha preso in prestito il titolo del pensatore di Cordova per questo suo manualetto a uso degli smarriti della nostra epoca. Benché sia sempre possibile scovare segrete affinità tra le epoche, i quasi mille anni trascorsi dal tempo di Maimonide - e di Filippo Augusto, di san Francesco d'Assisi, dell'imperatore Federico II e di Saladino —, impediscono naturalmente qualsiasi comparazione tra le «anime smarrite» di Moshe ben Maimon e quelle odierne di Jean d'Ormesson. È tuttavia certo che oggi non siamo affatto immuni dal disorientamento. «Oggi come ieri siamo tutti degli smarriti», non fosse altro che «i motivi e il senso del nostro passaggio su questo pianeta che chiamiamo Terra ci restano del tutto oscuri». Nulla di meglio, perciò, che affidarsi alle massime e ai precetti dell'autore di "A Dio piacendo", un uomo e uno scrittore che ha attraversato le tragedie e i furori di un secolo senza rinunciare mai alla grazia e alla levità del pensiero.
12,50

Gli aquiloni

Romain Gary

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2017

pagine: 336

È un giorno d'ombra e sole degli anni Trenta quando, dopo essersi rimpinzato e assopito sotto i rami di una capanna, Ludo scorge per la prima volta Lila, una ragazzina biondissima che lo guarda severamente da sotto il cappello di paglia. Ludo vive a Cléry, in Normandia, con suo zio Ambroise, «postino rurale» tornato pacifista dalla Grande guerra e con una inusitata passione: costruire aquiloni. Non è un costruttore qualunque. Da quando la "Gazette" di Honfleur ha ironicamente scritto che gli aquiloni dell'«eccentrico postino» avrebbero reso famosa Cléry «come i pizzi hanno costituito la gloria di Valenciennes, la porcellana quella di Limoges e le caramelle alla menta quella di Cambrai», Ambroise è divenuto una celebrità. Belle dame e bei signori accorrono in auto da Parigi per assistere alle acrobazie dei suoi aquiloni, sgargianti strizzatine d'occhio che il vecchio normanno lancia in cielo. Anche Lila vive in Normandia, benché soltanto in estate. Suo padre non è, però, un «postino spostato». È Stanislas de Bronicki, esponente di una delle quattro o cinque grandi dinastie aristocratiche della Polonia, detto Stas dagli amici dei circoli di giocatori e dei campi di corse. Un finanziere che guadagna e perde fortune in Borsa con una tale rapidità che nessuno potrebbe dire con certezza se sia ricco o rovinato. L'incontro infantile con Lila diventa per Ludo una promessa d'amore che la vita deve mantenere. Il romanzo è la storia di questa promessa, o dell'ostinata fede di Ludo in quell'incontro fatale. Una fede che non viene meno nemmeno nei drammatici anni dell'invasione tedesca della Polonia, in cui Lila e la sua famiglia scompaiono, e Ludo si unisce alla Resistenza per salvare il suo villaggio dai nazisti, proteggere i suoi cari e ritrovare la ragazzina biondissima che lo guardava severamente da sotto un cappello di paglia.
14,00 13,30

Tempo di vivere, tempo di morire

Erich Maria Remarque

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2017

pagine: 384

Russia, Seconda guerra mondiale. Ernst Graeber torna a casa. Dopo due anni di combattimenti ininterrotti, il suo reggimento è finalmente in licenza. Torna con tante domande e speranze in testa. Le domande vanno alla guerra. Per chi combattono adesso i soldati tedeschi? Per le SS, per la Gestapo, per i bugiardi e gli imbroglioni? Perché fanatici e assassini possano rimanere ancora un anno al potere? I russi avanzano e la guerra è ormai persa. Una guerra che li ha tenuti isolati in una condizione spaventosa, disumana e ridicola. Le speranze vanno alla casa. Alla colazione, che sua madre preparerà come al solito, stendendo una tovaglia a scacchi bianchi e azzurri e servendo in tavola miele, panini e latte caldo insieme col caffè. Al sole, che d'estate illumina i gerani sul davanzale. Quando finalmente giunge a Warden, tuttavia, niente è come Graeber ha immaginato. Dove un tempo c'erano file di case di legno dai tetti aguzzi si erge ora un groviglio di travi carbonizzate, resti di muri e mucchi di pietre sopra i quali stagna un fumo biancastro. La casa è stata rasa al suolo, i genitori dispersi. L'unico fiore che risplende in quella devastazione è Elisabeth Kruse, la ragazza che conosceva da bambino. È diventata una donna dalla bellezza irresistibile, Elisabeth, con gli occhi scuri e i capelli color mogano che le scendono sulle spalle in un'onda inquieta. Ha, però, un velo di malinconia nello sguardo. Suo padre, il primario Kruse, è stato denunciato e da quattro mesi è rinchiuso in un campo di concentramento, ed Elisabeth vive una coabitazione forzata con la signora Lieser, una fervente nazista che la tiene prigioniera nella sua stessa casa. Che cosa fare per liberarla? Che cosa fare per ritrovare i genitori e per ridare dignità a una patria umiliata da schiavitù e stragi, dalla totale mancanza di umanità?
16,00 15,20

La fonte sacra

La fonte sacra

Henry James

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2016

pagine: 265

"'La fonte sacra' è il solo romanzo lungo in cui James si serve di una voce narrante in prima persona [...]. Leon Edel ha riassunto in due righe la trama del romanzo: 'un acuto e ipersensibile osservatore passa un fine settimana in una casa di campagna studiando ciò che ritiene essere il modo in cui due coppie si svuotano a vicenda'. La 'sacra fonte' che dà il titolo al libro è quella da cui ciascuno dei quattro, secondo il narratore, attinge vita, intelligenza e giovinezza, che passa poi all'altro, alternativamente svuotandosi e riempiendosi. Ciò che - attraverso una fitta trama di ipotesi e di smentite, di indizi e di controprove, che fanno assomigliare il romanzo a una detective-story senza delitto - il narratore si studia di comprendere è da quale donna - da quale fonte - Gilbert Long, notoriamente sciocco, ha tratto improvvisamente la sua intelligenza e bevendo a quale sorgente la quarantenne signora Brissenden ha riacquistato la giovinezza che suo marito, anagraficamente più giovane, ha invece perduto [...]. Nessuna delle risposte che di volta in volta egli crede di dover dare - Lady John, May Server, forse la stessa signora Brissenden - trova conferma [...]. La fonte sacra è, in questo senso, l'esperimento supremo dell'arte di Henry James [...]: ciò che alla fine il narratore - e con lui il lettore - contempla è un'ispirazione pura e senza oggetto, una Musa senza volto e senza nome." (dalla prefazione di Giorgio Agamben)
14,00

Vita e morte di Émile Ajar

Vita e morte di Émile Ajar

Romain Gary

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2016

pagine: 180

"Mi sono davvero divertito. Arrivederci e grazie": il 21 marzo 1979 Romain Gary terminò con queste lapidarie parole la stesura di questa piccola opera. Due giorni prima di togliersi la vita con un colpo di pistola nel suo appartamento di rue du Bac a Parigi, precisamente il 30 novembre 1980, provvide a inviarla al suo editore, Robert Gallimard, con la raccomandazione di renderla pubblica previa intesa con Diego Gary, suo figlio. Il 17 luglio 1981 Gallimard diede alle stampe l'opera, e la pubblicazione costituì un evento che mise letteralmente a soqquadro l'intera società letteraria parigina. Quelle paginette rivelavano, infatti, che Emile Ajar, il romanziere vincitore del Goncourt con La vita davanti a sé, l'inventore di un gergo da banlieue e da emigrazione vent'anni prima di Pennac, il cantore di quella Francia multietnica che cominciava a cambiare il volto di Parigi, altri non era che Romain Gary, l'autore bollato dallo stesso comitato dei lettori della narrativa Gallimard come uno scrittore finito, "a fine carriera". Lette oggi esse appaiono come un autentico "testamento letterario" che getta luce sull'idea di letteratura che ha guidato l'intera opera di Romain Gary. Un'idea fondata, come scrive Riccardo Fedriga nella postfazione a questa edizione, su "una vera e propria "poetica del fare pseudo", cioè diventare un personaggio che non si appartiene mai, inafferrabile, sempre altro sia a se stesso sia da se stesso".
12,00

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Erich Maria Remarque

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2016

pagine: 248

Kantorek è il professore di Bäumer, Kropp, Müller e Leer, diciottenni tedeschi quando la voce dei cannoni della Grande Guerra tuona già da un capo all'altro dell'Europa. Ometto severo, vestito di grigio, con un muso da topo, dovrebbe essere una guida all'età virile, al mondo del lavoro, alla cultura e al progresso. Nelle ore di ginnastica, invece, fulmina i ragazzi con lo sguardo e tiene così tanti discorsi sulla patria in pericolo e sulla grandezza del servire lo Stato che l'intera classe, sotto la sua guida, si reca compatta al comando di presidio ad arruolarsi come volontari. Una volta al fronte, gli allievi di Kantorek - da Albert Kropp, il più intelligente della scuola a Paul Bäumer, il poeta che vorrebbe scrivere drammi - non tardano a capire di non essere affatto "la gioventù di ferro" chiamata a difendere la Germania in pericolo. La scoperta che il terrore della morte è più forte della grandezza del servire lo Stato li sorprende il giorno in cui, durante un assalto, Josef Behm - un ragazzotto grasso e tranquillo della scuola, arruolatosi per non rendersi ridicolo -, viene colpito agli occhi e, impazzito dal dolore, vaga tra le trincee prima di essere abbattuto a fucilate. Nel breve volgere di qualche mese, i ragazzi di Kantorek si sentiranno "gente vecchia", spettri, privati non soltanto della gioventù ma di ogni radice, sogno, speranza.
12,00 11,40

Il giardino degli dei

Gerald Durrell

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2016

pagine: 236

C'è un momento che ha cambiato per sempre la vita dello zoologo e scrittore Gerald Durrell. È il giorno in cui, nel 1935, sua madre comunica a lui, ai fratelli Lawrence e Leslie e alla sorella Margo che si trasferiranno sull'isola greca di Corfu. All'epoca Gerald ha solo dieci anni. Ma appena capisce che potrà sguazzare tra acque turchesi e rigogliose di pesci, correre dietro a farfalle dai mille colori e affondare i denti in "pannocchie di granturco lunghe un braccio" e "cocomeri dalla polpa croccante e fresca come neve rosata", pensa di essere arrivato in paradiso. Finalmente può dare libero sfogo al suo precocissimo spirito d'osservazione e alla sua immensa passione per il mondo naturale. Al piccolo Gerry, infatti, non interessa soltanto divertirsi scorrazzando tra verdi vallate o scalando a mani nude le montagne più brulle. Lui vuole vedere, toccare e studiare quanti più animali possibili. Ogni mattina, perciò, carica retini, trappole e gazzose sul dorso del suo fidato asino Sally e parte all'avventura. Dopo pochi mesi dal suo arrivo sull'isola, ha già collezionato una taccola disappetente, un topolino di nome Esmeralda (come la protagonista di Notre-Dame de Paris di cui è innamorato) e un assortimento di uccelli da preda che farebbe invidia al museo di storia naturale più fornito.
15,00 14,25

La notte di Lisbona

Erich Maria Remarque

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2015

pagine: 269

È il 1942 a Lisbona. Un uomo osserva attentamente una nave ancorata nel Tago, poco distante dalla banchina. Al vivo bagliore delle lampadine scoperte, sull'imbarcazione si sbrigano le operazioni di carico. Si stivano carichi di carne, pesce, conserve, pane e legumi. Come tutti i piroscafi che, in quei tumultuosi giorni del 1942, lasciano l'Europa per l'America, la nave sembra un'arca ai tempi del diluvio. Un'arca incaricata di porre in salvo una gran folla di disperati, di profughi inseguiti dalle acque fetide del nazismo che hanno inondato da un pezzo Germania e Austria, e già sommerso Amsterdam, Bruxelles, Copenaghen, Oslo e Parigi. Anche l'uomo che la contempla è un profugo, senza alcuna speranza, però, di raggiungere New York, la terra promessa. Da mesi i posti sulla nave sono esauriti e, oltre al permesso di entrata in America, all'uomo mancano anche i trecento dollari del viaggio. Sarebbe certamente destinato a perdersi e dissanguarsi nel groviglio dei rifiutati visti d'entrata e d'uscita, degli irraggiungibili permessi di lavoro e di soggiorno, dei campi d'internamento, della burocrazia e della solitudine, se la sorte non venisse in suo aiuto. Un uomo, che non ha l'aria di un poliziotto, lo approccia e in tedesco gli dice di avere due biglietti per la nave ancorata nel Tago. Due biglietti che non gli servono più e che è disposto a cedere gratis a una sola condizione: che il futuro possessore non lo lasci solo quella notte e sia disposto ad ascoltare la sua storia...
15,00 14,25

La via del ritorno

Erich Maria Remarque

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2014

pagine: 287

Quattro anni trascorsi in trincea, in un inferno di orrori, in un lembo di terra tutta buchi e distruzione, tra brandelli di divise, lampi d'artiglieria e missili che solcano il cielo come fiori colorati e argentei... e poi in un giorno del 1918 ecco, improvvisa, la pace. Niente più mitragliatrici, niente più spari, nessun sibilo di granate. Comincia la ritirata e il ritorno in Germania per Ernst e la sua compagnia. Trentadue uomini, su più di cinquecento fanti partiti all'inizio della Grande guerra. Attraversano la Francia camminando lentamente, con le loro divise stinte e sudicie, i volti irsuti sotto gli elmetti d'acciaio. Magri e scavati dalla fame, dalla miseria, dagli stenti. Anziani con la barba e compagni smilzi non ancora ventenni, coi lineamenti che segnano l'orrore, il coraggio e la fine, con occhi che ancora non riescono a capire: sfuggiti al regno della morte, ritornano davvero alla vita? Lungo la strada incontrano i nemici, gli americani. Indossano divise e mantelli nuovi, scarpe impermeabili e della misura giusta. Hanno armi nuove e tasche piene di munizioni. Sono tutti in ordine. Al loro confronto Ernst e i suoi hanno l'aspetto di una vera banda di predoni. Eppure, una sola parola sgarbata e si lancerebbero all'assalto, selvaggi e sfiatati, pazzi e perduti. Arrivano in Germania di sera, in un grosso villaggio. Qualche festone appassito pende sopra la strada.
15,00 14,25

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