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San Gregorio Palamas. L'atto increato ed il principio trascendentale della scienza

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San Gregorio Palamas. L'atto increato ed il principio trascendentale della scienza
Titolo San Gregorio Palamas. L'atto increato ed il principio trascendentale della scienza
Autore
Argomento Scienze umane Religione e fede
Collana Accademia per la formazione
Editore Polimnia Digital Editions
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pubblicazione 11/2024
ISBN 9791281081420
 
24,90 23,66

 
risparmi: € 1,24
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Vent'anni dopo l'uscita della prima traduzione integrale delle opere di San Gregorio Palamas, da lui curata, Perrella ritorna sul contributo di questo frate athonita ed Arcivescovo, vissuto a Costantinopoli e Tessalonica nella prima metà del XIV Secolo, insistendo sul contributo essenziale che egli ha dato alla filosofia, soprattutto per quanto riguarda il rapporto fra l'etica e la scienza. In questo libro il pensiero di Palamas – assieme all'intera riflessione neoplatonica, che egli riassunse nella propria teoria dell'atto increato – viene considerato come una premessa remota e inconsapevole della fenomenologia trascendentale, assieme alle riflessioni di Sant'Agostino che stavano alla base della teoria cartesiana del cogito. Naturalmente non è facile, per un lettore d'oggi, cogliere che relazione possa esserci fra le astruse tematiche teologiche dibattute nel XIV Secolo a Costantinopoli e le problematiche che siamo costretti ad affrontare nel mondo d'oggi, sempre più determinato dalla tecnologia, dall'informazione e dai media. Ma per capirlo basta sapere che Palamas contestò radicalmente quel relativismo occidentale dal quale, più di due secoli dopo, sarebbe nata la scienza galileiana. E sta di fatto che la tecnologia non è che un'applicazione della scienza galileiana. Al facile riduttivismo scientificizzante odierno – che pensa esistere un'intelligenza artificiale, perché riduce noi stessi a delle macchine – può porre un limite, se articolata eticamente, solo la fondazione trascendentale delle scienze. Noi esseri parlanti cogliamo solo in parte la verità, continuamente mescolata alla menzogna. Ciò nonostante, il vero e il falso non sono equivalenti, come non lo sono l'essere e il non essere, perché, come Platone fu il primo a capire, il vero, a differenza del falso, si sostiene sempre su qualcosa di Assoluto.
 
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