Libri di Fulvio Barberis
Eraclidi-Supplici. Testo greco a fronte
Euripide
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2019
pagine: 208
Negli "Eraclidi" (430-427 a.C.) i figli di Eracle perseguitati da Euristeo, tiranno di Argo, si rifugiano a Maratona, invocando la protezione delle leggi di Atene. Il tema di fondo della tragedia è la lotta dei giusti contro i prepotenti pronti a violare con la forza il diritto (il diritto di asilo, il diritto a vivere in pace e sicurezza), e più in generale il conflitto tra legalità e umanità da un lato, e ferocia e disumanità dall'altro. Un conflitto che dilania gli stessi protagonisti: Alcmena, la madre di Ercole, invoca la morte di Euristeo trasformandosi in punitrice ancor più spietata del suo persecutore, mentre Euristeo, feroce oppressore, davanti alla morte reclama per sé quei diritti che ha sempre disprezzato. L'encomio di Atene come soccorritrice dei deboli e dei perseguitati risuona anche nelle "Supplici" (424 o 421 a.C.), in cui le madri dei capi argivi uccisi nell'assalto contro Tebe implorano l'intervento di Teseo, il sovrano di Atene, per ottenere la restituzione delle salme dei caduti e dare loro una pia sepoltura. Riecheggiano nella tragedia i dibattiti su democrazia e tirannide del tempo di Pericle, cui dà voce proprio il personaggio di Teseo, alfiere della libertà contro il dispotismo e interprete delle istanze di Euripide. Introduzione e traduzione di Umberto Albini Note di Fulvio Barberis.
Storia vera e altri racconti fantastici. Testo greco a fronte
Luciano di Samosata
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2010
pagine: 432
Tra i più illustri rappresentanti della "seconda sofistica", Luciano di Samosata (secolo il d.C.) è figura di fine intellettuale, battagliero e salace. Nelle sue opere osserva e riproduce, beffandoli, il modo di vivere, di filosofare, di fare cultura dei suoi contemporanei; imbroglioni, intellettuali da strapazzo, predicatori ipocriti, venditori di fumo sono sottoposti a motteggio; gli idoli vuoti e i formalismi inconsistenti, sono derisi e avversati. Suo capolavoro è la Storia vera, il più sapido ed estroso romanzo greco, antenato dei moderni romanzi di fantascienza, che costituisce la scherzosa e disinvolta trasposizione narrativa dei precetti di un pamphlet composto da Luciano in forma epistolare, sul Come si deve scrivere la storia.
Fenice. Testo greco a fronte
Euripide
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2009
pagine: XXX-160
Le Fenicie (411-409 a.C.) prendono il nome dal coro delle fanciulle inviate dai signori di Tiro al santuario di Delfi per essere consacrate ad Apollo e sorprese dalla guerra durante una sosta a Tebe. Tipica espressione della maturità di Euripide, la tragedia pone al centro dell'azione la contesa tra i figli di Edipo, Eteocle e Polinice, fratelli e nemici mortali che si disputano il regno: il primo è un despota crudele assetato di potere; il secondo un esule che soffre per la lontananza dalla patria e anela a una riconciliazione. Falliti i tentativi di mediazione della madre Giocasta, Polinice si unisce all'esercito di Argo per combattere contro Tebe, mentre Eteocle si erge a difensore della città. Nel duello finale tra i due fratelli che muoiono uno per mano dell'altro, avverando così la maledizione paterna, si assiste al tramonto della visione epica della guerra: in preda a un odio animalesco, i due eroi non parlano più il linguaggio dell'onore e della gloria, ma quello della pura sopraffazione dell'avversario. L'orribile delitto fratricida trascina nella sventura anche gli altri membri della famiglia dei Labdacidi, da Giocasta ad Antigone, suggellando il tragico destino della stirpe. Introduzione e traduzione di Umberto Albini Note di Fulvio Barberis.
Eracle. Testo greco a fronte
Euripide
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2006
pagine: 144
Dopo aver compiuto l'ultima delle mirabili fatiche che ne hanno consacrato la fama, Eracle torna a Tebe e la trova minacciata: in sua assenza, l'usurpatore Lico si è proclamato re e si appresta a sterminare la sua famiglia. Si prepara dunque allo scontro, ma anziché mettere in salvo moglie e figli, sarà lui stesso a trucidarli, in preda a un inspiegabile furore. Quale scintilla ha potuto trasformare l'eroe protagonista di tante gloriose imprese in un pazzo capace di una simile atrocità? Forse chi ha fatto della violenza la propria sorte ne diventa a tal punto succube da rivolgerla persino contro i propri cari? In questo sconvolgente dramma della follia, rappresentato intorno al 423 a.C., Euripide sovverte il mito classico, che collocava nella giovinezza di Eracle l'orrendo crimine facendone una colpa da espiare attraverso le celebri fatiche, e si interroga su quanto precaria, vulnerabile e mutevole sia la condizione umana: la forza dell'uomo più forte è ben misera cosa di fronte al capriccio insondabile del destino. Introduzione e traduzione di Umberto Albini. Note di Fulvio Barberis.