Libri di R. Badii
Il grande inquisitore. Attualità e ricezione di una metafora assoluta
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2013
pagine: 312
Come un magnete, la "Leggenda del Grande inquisitore" ha attratto l'attenzione del protagonisti della cultura europea del Novecento. Ma la sua attualità non sembra venir meno nel nuovo millennio: molti sono gli interpreti dell'età globale che continuano a leggere il racconto di Dostoevskij come una storia che parla sempre di noi, abitanti della tarda modernità. A cosa si deve la persistente attualità della Leggenda? Che cosa ci svela della condizione umana lo scontro che si consuma nel carcere di Siviglia? Questo volume collettaneo si propone un duplice obbiettivo: offrire una riflessione filosofica sulle ragioni della rilevanza del racconto dostoevskijano nel nostro presente, e tratteggiare una mappa della presenza della "Leggenda" nella cultura europea novecentesca. Il Grande Inquisitore e il suo Prigioniero silenzioso si rivelano così i protagonisti di un racconto passibile di infinite interpretazioni: un materiale metaforico indispensabile a definire le aspettative di un'epoca e i suoi orizzonti di senso.
Sterminio e stermini. Shoah e violenze di massa nel Novecento
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2010
pagine: 418
"Lo stupore perché le cose che viviamo sono 'ancora' possibili nel ventesimo secolo", scriveva Walter Benjamin, "non è filosofico. Non sta all'inizio di alcuna conoscenza se non di questa: che l'idea di storia da cui deriva non è sostenibile". Il Novecento si è concluso, ma stermini e genocidi gli sono sopravvissuti. In un tempo in cui la memoria della Shoah e delle altre violenze di massa del ventesimo secolo rischia di ripiegarsi in forme vuotamente retoriche o celebrative, interrogare la natura dello sterminismo e del male politico a partire dal suo limite estremo, Auschwitz, e individuarne, con uno sguardo interdisciplinare e comparativo, le radici psicologiche e sociali, economiche e culturali, antropologiche e istituzionali, non è soltanto un compito conoscitivo, ma un imperativo morale che nasce dalla consapevolezza che "è accaduto e può accadere ancora". Quali sono le origini del male genocidiario? Quali forme di agire possono porre un argine al dilagare della violenza di massa, o, una volta che questa sia esplosa, cercare di cicatrizzarne le ferite? Come tramandare il ricordo di una catastrofe dopo che sono scomparsi gli ultimi testimoni? Come immaginare l'inimmaginabile? Su questi interrogativi il volume propone una riflessione in cui il rigore scientifico e il confronto con le più recenti acquisizioni della storiografia e delle scienze umane e sociali si uniscono alla volontà di contribuire alla formazione di un'opinione pubblica consapevole e informata.