Libri di R. S. Di Segni (cur.)
Talmud babilonese. Trattato Chaghigà. Testo ebraico a fronte
Libro: Copertina rigida
editore: Giuntina
anno edizione: 2020
pagine: 300
Chaghigà significa letteralmente "festività", "festeggiamento". La Torà (Es. 23,16-17 e Deut. 16,16-17) prescrive che, in tre occasioni all'anno (Pèsach, Shavu'òt e Sukkòt), tutto il popolo debba recarsi in pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme. La Torà regolamenta con precisione i sacrifici pubblici da compiersi in queste occasioni. Aggiunge anche che il pellegrino, singolarmente, non doveva presentarsi a mani vuote, ma doveva portare delle offerte; non dice però chiaramente quali fossero queste offerte. Il primo argomento affrontato in questo trattato è appunto la definizione dei tipi di offerte da portare, essenzialmente dei sacrifici. Nel primo capitolo del trattato si discute sulla natura di questi sacrifici, sull'estensione del loro obbligo alle varie categorie di persone e sul tempo in cui essi dovevano essere offerti; su come regolarsi in base alle proprie condizioni economiche e al numero dei commensali; sui tempi in cui i vari sacrifici dovevano essere presentati nel corso della festa. Alla fine, si svolgono importanti considerazioni sui rapporti tra le regole consolidate e le loro fonti bibliche, che in alcuni casi possono essere molto limitate. I vari argomenti trattati, essenzialmente giuridici, offrono l'occasione a ampie e notevoli divagazioni aggadiche, racconti e aneddoti. La particolarità che rende famoso questo trattato è però nel secondo capitolo, in cui, prendendo spunto da argomenti delicati che è bene siano insegnati a un pubblico selezionato, si apre una parentesi fondamentale che raccoglie una serie di insegnamenti sulla mistica ebraica e rappresenta uno dei nuclei più antichi a nostra disposizione su questo argomento. Proprio in ossequio al principio che certi argomenti debbano essere trattati con discrezione, gli insegnamenti sono solo in apparenza comprensibili ed è molto più ciò che si nasconde di ciò che viene rivelato. Vi sono comunque delle storie affascinanti come quelle che riguardano i destini drammatici dei Maestri entrati nel Pardès (il "giardino" della mistica), da rabbì Aqivà uscito indenne, a Elishà ben Avuyà, detto Achèr, "l'Altro". Si passa quindi all'introduzione di un problema che occuperà tutto il terzo capitolo. La presentazione al Tempio e il consumo della carne sacrificale richiedeva l'attenta osservanza delle regole di purità. Nell'ambito delle famiglie rabbiniche e di un pubblico ristretto a esse collegate si era consolidata una tradizione di rigorosa osservanza delle regole di purità, da applicare anche nell'alimentazione profana. Coloro che seguivano queste regole (tra di loro si chiamavano chaverìm, "colleghi") dovevano necessariamente staccarsi dal popolo che, benché non disattento, non era puntigliosamente scrupoloso rispetto a tutti i dettagli e non dava totali garanzie di affidabilità. Durante i pellegrinaggi, quando tutto il popolo si riuniva insieme e circolavano merci e recipienti, questi problemi diventavano comuni e urgenti. Di tutto questo si occupa l'ultimo capitolo, con un esame attento di alcune regole speciali di purità e con una casistica su oggetti e beni. In sostanza, il trattato Chaghigà, malgrado le sue ridotte dimensioni, è molto vario per gli argomenti trattati e per diversi livelli di difficoltà. Piuttosto difficile sia per la materia trattata che per la finezza delle discussioni nell'ultimo capitolo, eminentemente giuridico; seducente per le divagazioni aggadiche del primo capitolo e per la materia mistica del secondo; comunque importante e solo apparentemente semplice nelle parti giuridiche del primo e secondo capitolo. Una ricchezza variegata distribuita in, relativamente, poche pagine.
Talmud babilonese. Trattato Qiddushìn. Testo ebraico a fronte
Libro: Copertina rigida
editore: Giuntina
anno edizione: 2019
pagine: 950
Il trattato Qiddushìn (Matrimonio) è l'ultimo dell'Ordine delle donne. Vengono affrontati numerosi argomenti relativi ai rapporti coniugali. Prima di tutto si spiegano le regole e i significati della cerimonia del matrimonio e le procedure riguardanti la prassi del fidanzamento. Qui, il trattato si dilunga sui diritti delle donne nel matrimonio spiegando in questo senso i contenuti del contratto nuziale (Qetubà). Poi si affronta tutto ciò che riguarda il divorzio dal punto di vista sociale e legale con molti racconti di numerosi casi di divorzio. Una vasta parte del trattato è dedicata agli aspetti legali riguardanti le proprietà dei coniugi in relazione al matrimonio, al divorzio e all'eredità. Viene inoltre trattata la questione delle donne il cui marito è scomparso, ad esempio in guerra, e di come e quando si può concedere alla donna lo stato di divorziata. Il trattato Qiddushìn è molto interessante sia per l'aspetto dei codici legislativi riguardanti il matrimonio sei per le ampie parti di racconto morale che compongono questo trattato. Il progetto di traduzione del Talmud Babilonese giunge al suo quarto trattato dopo la pubblicazione dei trattati Rosh haShanà (Capodanno), Berakhòt (Benedizioni) e Ta'anìt (Digiuno). Si tratta del più grande progetto italiano di traduzione mai intrapreso, con il coinvolgimento del CNR e del MIUR, e la partecipazione di 80 studiosi tra redattori e traduttori. Un progetto che mira alla pubblicazione completa del Talmud, opera fondamentale per la cultura ebraica e, di conseguenza, per quella occidentale.