Libri di A. Giannatiempo Quinzio
Davar. Volume Vol. 4
Libro
editore: Diabasis
anno edizione: 2007
pagine: 408
Il quarto numero di "Davar" è dedicato all'arte dello scrivere e al suo rapporto con l'interiorità. Si apre con una pagina autobiografica inedita di Erri De Luca che racconta il proprio approccio con la manualità dello scrivere, fin da bambino e fin dalle sue prime prove. Seguono scritti di Claudio Magris, Maurizio Ciampa, Giuseppe Cantarano, Francesco Permunian e Cristiana Dobner, poi una pagina del jazzista Enrico Rava su Proust "scrittore jazz" e infine un'importante, recente intervista inedita ad Alda Merini. Tra i testi per la prima volta tradotti in Italia spiccano stralci dai "Diari" di Friedrich Hebbel, quattro poesie di Benjamin Fondane, un'intervista inedita a Max Brod su Kafka scrittore. Completano il volume saggi su Baudelaire, il "Blaue Reiter", Hannah Arendt, Alberto Caracciolo, Rainer Maria Rilke, Flaubert e la mania della scrittura. E ancora contributi su Mandelstam, Canetti, Unamuno, Blanchot, Pavese, Heideger-Hebel, Junger, Borges, Ermanno Olmi.
Davar. Volume Vol. 2
Libro
editore: Diabasis
anno edizione: 2005
pagine: 416
Con la proclamata "morte di Dio", il cielo, svuotato della presenza divina, si è trasformato in specchio del Nulla. Un Nulla in cui l'esistenza del mondo, dell'uomo e della storia, senza più un fondamento che li trascenda e un condiviso orizzonte di senso, si frantumano nella totale insignificanza. È questo lo scenario con cui si confrontano i contributi di questo secondo numero di Davar che presenta testi inediti di autori contemporanei (Erri De Luca, Claudio Magris) e quelli di "classici" della modernità (Albert Camus, R.G. Collingwood, Etty Hillesum, Franz Kafka, Vasilij Rozanov) con la curatela di Anna Giannatiempo Quinzio e dei suoi collaboratori.
Davar. Volume Vol. 3
Libro
editore: Diabasis
anno edizione: 2006
pagine: 300
Qual è il senso della bellezza, oggi, nel tempo del nichilismo? Quale bellezza salverà l'uomo e il mondo? Sono le domande attorno a cui ruota questo terzo numero di "Davar". Come già per il buono e il vero, anche il potere della bellezza si è consumato, al punto che già Flaubert scrive: "È trascorso il tempo del bello. L'umanità, in attesa di ritornarvi, non sa per ora che fare... In attesa siamo in un corridoio pieno d'ombra, e tentenniamo nelle tenebre". Kafka decreta lo sciogliersi della bellezza in abisso, mentre per Mallarmé il suo senso resta indicibile e si capovolge in una ontologia del Nulla. La poesia, insieme all'arte e alla letteratura, più della filosofia, ha avuto il coraggio di testimoniare questa invasiva presenza della disarmonia nel cuore dell'uomo e della realtà.

