Libri di Anaïs Tondeur
Chernobyl herbarium. La vita dopo il disastro nucleare
Michael Marder
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 202
A 35 anni dalla più grande catastrofe nucleare della storia, "Chernobyl Herbarium" ripercorre il lascito di questo drammatico evento con una narrazione in cui i frammenti poetici di Michael Marder, filosofo ambientale e vittima indiretta delle radiazioni, si intrecciano ai delicati fotogrammi vegetali dell’artista visuale Anaïs Tondeur. Il vero e proprio trauma che nel 1986 investì l’Europa intera, raggiungendo proporzioni planetarie, ha definitivamente incrinato le nostre facili illusioni di sicurezza e la fiducia nel progresso tecnologico. Parlare della vita dopo Chernobyl significa pensare l’impensabile e rappresentare l’irrappresentabile di una “coscienza esplosa”, di qui la scelta narrativa dei frammenti, riflessioni dettate da esperienze personali, eventi politici, oggetti estetici, e un uso dell’immagine che restituisce il più fedelmente possibile l’anima ferita di Chernobyl: né fotografie né dipinti, ma delicate immagini di piante irradiate, fotogrammi generati dalle impronte dirette di campioni d’erbario radioattivi disposti su carta fotosensibile. Nell’era dell’Antropocene e del cambiamento climatico che vede l’uomo dominatore assoluto della natura, possiamo e dobbiamo far nostre la voce dolorosa e insieme la speranza di rigenerazione delle piante risorte dalle ceneri del disastro, coltivare un altro modo di vivere, finalmente in sintonia con
Flowers of fire
Anaïs Tondeur, Michael Marder
Libro
editore: L'Artiere
anno edizione: 2025
pagine: 110
Fiori di fuoco. Tracce e corrispondenze dalla Terra dei fuochi
Anaïs Tondeur, Michael Marder
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2026
pagine: 106
Nato dall’incontro tra Anaïs Tondeur e Michael Marder, questo libro intreccia botanica, filosofia, fotografia e poesia in un dialogo intimo con le piante ruderali dell’Antropocene. Tra i suoli vulcanici del Vesuvio e le terre contaminate della Terra dei Fuochi, ogni scatto diventa fotografia, ogni lettera una risposta rivolta al vivente vegetale. Come in un erbario epistolare ispirato a Emily Dickinson, immagini e parole si alternano per dar voce a una vitalità silenziosa che sopravvive ai margini del mondo umano. In un laboratorio a cielo aperto, il linguaggio si fa gesto, cura e ascolto, per restituire presenza a ciò che la nostra cultura ha rimosso: l’altro radicale delle piante.

