Libri di Bartolomeo Rossetti
I bulli di Roma
Bartolomeo Rossetti
Libro: Copertina rigida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2008
pagine: 335
L''Enciclopedia Italiana, con una definizione lapidaria, liquida il bullo in tre righe: "Giovane arrogante, violento, teppista, bravaccio. In senso non cattivo, bellimbusto, persona che veste con ricercatezza, senza riuscire ad essere elegante". C'è intanto, in questa definizione affrettata, una sovrapposizione fra il bullo vero e proprio e il "paino", o "perdigiorno"; va inoltre osservato che ridurre il fenomeno ai suoi aspetti teppistici significa sottovalutarne la complessità: nel bullismo romano confluiscono un desiderio prepotente di affermazione personale, di supremazia sociale senza scopo di lucro, la spinta alla competizione agonistica, il senso dell'"onore", del coraggio nella sfida aperta e leale, il ricordo della "romanità" vissuta come ammirazione dell'eroismo antico, mitizzato e filtrato attraverso l'epica popolare. Né si può tralasciare la dimensione sociale del bullismo: nella psicologia del rione si stabiliva spontaneamente una gerarchia di prestigio e di rispetto, accettata da tutti come naturale; in questo senso il bullo, più che un prepotente, era considerato un capopopolo, un uomo che emergeva individualmente ma sempre all'interno di un sistema di valori collettivamente riconosciuti. Partendo da questi elementi, l'autore muove alla ricerca delle radici letterarie del fenomeno, da Jacaccio a Meo Patacca, dai poemi eroi/comici alla Commedia dell'Arte, non rinunciando a calare le "imprese" dei grandi bulli della cronaca e della storia nell'ambiente che li ha prodotti.
La Roma di Bartolomeo Pinelli nelle più belle incisioni del «Pittor de Trastevere»
Bartolomeo Rossetti
Libro: Copertina rigida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2007
pagine: 207
Sono trascorsi più di due secoli dalla nascita di Bartolomeo Pinelli: che cosa resta della "sua" Roma, imperiale e popolare, papalina e pagana, sacra e profana, bigotta e libertina, violenta e tenera? Che cosa di Trastevere "de 'na vorta", di piazza Navona allagata, dello "spasseggio" delle carrozze, e della "Ritonna" con il suo caleidoscopico "bailamme" di venditori ambulanti, ciarlatani e cantastorie? Che cosa resta delle ottobrate a Testaccio e ai Prati di Castello, delle "scampagnate fori Porta"? Si potrebbe rispondere: solo un ricordo. Ma in verità i diecimila disegni di Bartolomeo Pinelli, nati dalla fierezza e dalla "romanità" pura del loro autore, sono capaci di restituirci integra quella Roma nella "incisività" dei tradizionali valori popolari. Pinelli infatti sa coglierli ancora vivi e originali negli anni del primo Ottocento e offrirceli, a distanza di secoli, pur nel compiacimento e nella proiezione del modello classico, sempre esaltanti il quotidiano popolare. La patina romantica che guida l'artista si evidenzia in un tratto deciso, che è forza muscolare prorompente, spontanea intensità spirituale, nobiltà umana in veste "plebea". Così tutte le figure delle sue incisioni, riproposte qui in un'ampia panoramica, attraverso feste, mestieri e ambienti caratteristici, si fanno "personaggi" fieri e padroni di sé nel vanto di essere "sangue d'Enea". Il popolo sale veramente a protagonista in un'atmosfera "eroica" che vale propriamente come l'epopea di una città.