Libri di Brian Dillon
Vite di nove ipocondriaci eccellenti
Brian Dillon
Libro
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 320
La paura di essere malati, l'irrazionale aspirazione di avere un corpo perfettamente sano e funzionante: insomma, l'ipocondria, malattia antica e strisciante di cui in qualche modo soffriamo tutti. Come Olivia Laing in Città sola, Brian Dillon racconta un tratto fondamentale del nostro essere umani attraverso gli artisti e le loro creazioni, descrivendo l'emarginazione provocata dall'ipocondria con i ritratti di nove scrittori, musicisti, scienziati che ne hanno sofferto. I dettagliatissimi registri dei sintomi tenuti da Charles Darwin, la maniacale cosmesi con cui Andy Warhol nascondeva le imperfezioni del suo corpo: e se l'ipocondria fosse effetto di una sensibilità fuori dal comune? Un libro brillante e profondo, alla scoperta di una delle paure più radicate nella mente umana.
Affinità. Perché l'arte ci affascina
Brian Dillon
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2024
pagine: 320
In “Affinità”, Brian Dillon attraversa la storia dell’arte per cercare di spiegare come e perché le immagini abbiano il potere di sedurci. Una riflessione che si muove in quel territorio ambiguo tra ciò che ha importanza solo per noi e ciò che riguarda l’intera collettività, per indagare il legame magico che c’è tra quello che vediamo e quello che sentiamo. Il concetto di «affinità» è estremamente vago e però per tutti di immediata comprensione. È qualcosa al contempo culturale ed emotivo, intellettuale e sentimentale: perché proprio quel quadro ci ha colpito nel mezzo della grande sala di quel museo? Non sappiamo dirlo con precisione, eppure non possiamo fare a meno di sentirci catturati da quell’aura. In queste pagine Brian Dillon sceglie allora di esplorare le proprie affinità personali, interrogando le opere di artisti quali Dora Maar, Andy Warhol, Rinko Kawauchi o Francesca Woodman insieme alle illustrazioni scientifiche di creature marine e anatomie mediche, le fotografie della propria famiglia e i frammenti di celebri film, tentando così di definire con la scrittura un’interdipendenza sentimentale e intellettuale altrimenti ineffabile. “Affinità” racconta in modo inedito questa fascinazione: la capacità di alcune immagini di farsi, con un solo sguardo, oggetto del nostro desiderio. Perché soltanto capendo cos’è che risuona dentro di noi, potremo dire davvero chi siamo.
Scrivere la realtà. L'arte del saggio perfetto
Brian Dillon
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2023
pagine: 208
“Scrivere la realtà” di Brian Dillon è un libro sull’arte della scrittura, sulle incredibili possibilità che questa offre a ogni autore: da una parte, dare forma a un mondo, scendere nei suoi abissi, rivelarne l’anima e le oscurità; e allo stesso tempo svelarsi, mettersi alla prova, confessare la propria malinconia e tentare di superarla frase dopo frase, frammento dopo frammento. Influenzato dall’acutezza delle pagine di scrittrici e scrittori come Virginia Woolf, Roland Barthes e Susan Sontag, Brian Dillon sperimenta la forma del saggio quale spazio dell’avventura, continuamente in bilico tra integrità e disordine, racconto personale e storia universale, errore e perfezione. Uno spazio in cui misurarsi con ciò che si conosce, ma soprattutto con ciò che non si conosce; un luogo di voci familiari ed estranee, di aneddoti da scoprire, di eventi inattesi. Scrive William Carlos Williams che «il saggio è la forma letteraria più umana» e il verbo da cui deriva, saggiare, significa infatti «provare ma non tentare. Stabilire un processo»: Brian Dillon in “Scrivere la realtà” ha voluto mostrare questo processo che ci rende più umani, scrivendo. Quindi, tentando o meglio vivendo.
Inseguendo eclissi. Il piacere inafferrabile di una frase
Brian Dillon
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 248
Guidato dal suo «istinto per il particolare», per circa venticinque anni Brian Dillon ha trascritto nei suoi taccuini frasi di qualsiasi libro leggesse. Andava «a caccia di eclissi: quei momenti di lettura in cui la luce cambia, una lucentezza più scura prende il sopravvento, le cose (le parole) sembrano farsi di colpo opache, anche nella più semplice tra le frasi, e ti accorgi di dover guardare due volte, o più di due volte». In "Inseguendo eclissi" Dillon raccoglie una selezione di quelle frasi e a ciascuna dedica uno scritto, un'indagine di stili, voci, vite, inevitabilmente intrecciata con la propria visione di lettore. Racconta lo stupore di fronte a una frase di Virginia Woolf che all'improvviso vira verso una conclusione grammaticalmente sbagliata; la meraviglia davanti agli «O, o, o, o» che Shakespeare ha fatto pronunciare ad Amleto, Otello e Lady Macbeth, racchiudendo il mondo in una serie di vocali; o ancora di come Vogue divenne la fucina della scrittura di Joan Didion. In questa caccia alle eclissi, sulle tracce di quella che Dillon chiama affinità - probabilmente una declinazione della parola «amore» -, il trofeo, se trofeo si può dire di qualcosa di inafferrabile, è capire come e perché una frase funziona, che cosa significava quando è stata scritta, che cosa significa oggi e che cosa significherà domani. Che cosa significa, infine, la letteratura.