Libri di C. Parisot
Modigliani, mio padre
Jeanne Modigliani
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2018
pagine: 170
"Paulette Jourdain, che era allora una bambina, si ricorda che la notte in cui Modigliani morì all'ospedale, Zborowski non volle che Jeanne dormisse nello studio della Grande Chaumière. Paulette l'accompagnò in un piccolo albergo della rue de Seme. L'indomani Jeanne andò all'ospedale per rivedere Amedeo. Il padre, silenzioso e ostile, l'accompagnò. Rimase sulla soglia, racconta il dottor Barrieu, mentre Jeanne si avvicinava al cadavere. "Non lo baciò" scrive Stanislas Fumet, amico d'infanzia, con la moglie Aniuta, di Jeanne "ma lo guardò a lungo, senza dir nulla, come se i suoi occhi si appagassero della sua disgrazia. Si ritirò camminando a ritroso, fino alla porta. Conservava il ricordo del viso del morto e si sforzava di non vedere nient'altro". L'indomani, all'alba, Jeanne Hébuterne si gettò dal quinto piano. "Sembrava un angiolo" disse Foujita, che non rifugge dalla cattiva letteratura. Chantal Quenneville scrive: "Jeannette Hébuterne si era rifugiata dai suoi genitori, cattolici offesi della sua unione con l'ebreo Modigliani, e non diceva una parola. Erano trascorsi due o tre giorni quando domandai ad Andre Delhay: 'E Jeannette?'. Mi guardò male. Si era gettata, la mattina, dalla finestra del quinto piano della casa dei suoi genitori.
Modigliani a Venezia, tra Livorno e Parigi
Libro: Libro con legatura in pelle o di pregio
editore: Carlo Delfino Editore
anno edizione: 2005
pagine: 216
Sarebbe riduttivo chiamare "catalogo" questo volume che ha accompagnato le opere di Modigliani esposte in mostra a Venezia e a Cagliari nel 2005. La continua ricerca sulla vita e l'opera di Modigliani, e lo studio approfondito delle vicende della sua famiglia, hanno condotto al ritrovamento di una serie inedita di reperti che rivelano uno spaccato della vita dell'autore che pareva ormai perso.
Modigliani a Venezia, tra Livorno e Parigi
Libro: Libro in brossura
editore: Carlo Delfino Editore
anno edizione: 2005
pagine: 216
Sarebbe riduttivo chiamare "catalogo" questo volume che ha accompagnato le opere di Modigliani esposte in mostra a Venezia e a Cagliari nel 2005. La continua ricerca sulla vita e l'opera di Modigliani, e lo studio approfondito delle vicende della sua famiglia, hanno condotto al ritrovamento di una serie inedita di reperti che rivelano uno spaccato della vita dell'autore che pareva ormai perso.
Modigliani, mio padre
Jeanne Modigliani
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 164
"Paulette Jourdain, che era allora una bambina, si ricorda che la notte in cui Modigliani morì all'ospedale, Zborowski non volle che Jeanne dormisse nello studio della Grande Chaumière. Paulette l'accompagnò in un piccolo albergo della rue de Seme. L'indomani Jeanne andò all'ospedale per rivedere Amedeo. Il padre, silenzioso e ostile, l'accompagnò. Rimase sulla soglia, racconta il dottor Barrieu, mentre Jeanne si avvicinava al cadavere. "Non lo baciò" scrive Stanislas Fumet, amico d'infanzia, con la moglie Aniuta, di Jeanne "ma lo gnardò a lungo, senza dir nulla, come se i suoi occhi si appagassero della sua disgrazia. Si ritirò camminando a ritroso, fino alla porta. Conservava il ricordo del viso del morto e si sfrozava di non vedere nient'altro". L'indomani, all'alba, Jeanne Hébuterne si gettò dal quinto piano. "Sembrava un angiolo" disse Foujita, che non rifugge dalla cattiva letteratura. Chantal Quenneville scrive: "Jeannette Hébuterne si era rifugiata dai suoi genitori, cattolici offesi della sua unione con l'ebreo Modigliani, e non diceva una parola. Erano trascorsi due o tre giorni quando domandai ad Andre Delhay: 'E Jeannette?'. Mi guardò male. Si era gettata, la mattina, dalla finestra del quinto piano della casa dei suoi genitori.
Modigliani, mio padre
Jeanne Modigliani
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2005
pagine: 192
"Paulette Jourdain, che era allora una bambina, si ricorda che la notte in cui Modigliani morì all'ospedale, Zborowski non volle che Jeanne dormisse nello studio della Grande Chaumière. Paulette l'accompagnò in un piccolo albergo della rue de Seme. L'indomani Jeanne andò all'ospedale per rivedere Amedeo. Il padre, silenzioso e ostile, l'accompagnò. Rimase sulla soglia, racconta il dottor Barrieu, mentre Jeanne si avvicinava al cadavere. "Non lo baciò" scrive Stanislas Fumet, amico d'infanzia, con la moglie Aniuta, di Jeanne "ma lo gnardò a lungo, senza dir nulla, come se i suoi occhi si appagassero della sua disgrazia. Si ritirò camminando a ritroso, fino alla porta. Conservava il ricordo del viso del morto e si sfrozava di non vedere nient'altro".