Libri di Chahdortt Djavann
Che cosa pensa Allah dell'Europa?
Chahdortt Djavann
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2005
pagine: 72
Che cosa pensa Allah dell'Europa, di ciò che accade in Europa? Io penso che Allah, se esiste, ritenga che sia ora che l'Europa s'interroghi su se stessa, sui propri fallimenti, sulle proprie fughe, sui propri errori e le proprie menzogne, ma anche sulla propria capacità di accoglienza, d'integrazione e d'invenzione, sul proprio attaccamento alla democrazia e alla giustizia sociale, su ciò in cui crede e su ciò in cui non crede, sui limiti del tollerabile e dell'intollerabile, su ciò che è e che dev'essere la democrazia.
Giù i veli!
Chahdortt Djavann
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2004
pagine: 64
"Da tredici a ventitré anni, sono stata repressa, condannata a essere una musulmana, una sottomessa e imprigionata sotto il nero del velo. Da tredici a ventitré anni. E non lascerò dire a nessuno che sono stati i più begli anni della mia vita. Coloro che sono nati nei paesi democratici non possono sapere a che punto i diritti che a loro sembrano del tutto naturali sono inimmaginabili per altri che vivono nelle teocrazie islamiche. Ma che cos'è portare il velo, abitare un corpo velato? Chi ha il diritto di parlarne? Certi intellettuali parlano volentieri al posto degli altri. E oggi ecco che parlano al posto di quelle che non hanno voce - quel posto che, per decenza, nessuno al di fuori di esse dovrebbe cercare di occupare."
Vengo da altrove
Chahdortt Djavann
Libro: Copertina morbida
editore: Barbès
anno edizione: 2010
pagine: 180
Una ragazza racconta per frammenti la propria giovinezza in un Iran prima illuso da una grande speranza di libertà e poi costretto nel regime islamico instaurato dagli ayatollah di Khomeyni nel 1979. La voce della narratrice, profuga a Parigi, diventa chiara, forte, tinta di lirismo persiano, e fa sentire, in ogni pagina, un quotidiano spesso insostenibile e in gran parte sconosciuto a noi occidentali. La scuola, le parole rivoluzionarie, la sete di libertà, la repressione dei pasdaran, le nuove regole della morale coranica, l'università a Bandar Abbas, e poi il ritorno, dopo cinque anni di esilio, per ritrovare un disastro ancora più grande di quello che aveva lasciato. Prima edizione italiana di un romanzo che, come il fumetto "Persepolis" di Marjane Satrapi, è una storia scritta interamente al femminile che spiega molto della realtà dell'Iran di oggi, proponendo anche delle prospettive possibili su quello che potrà accadere in quel grande paese.
La muta
Chahdortt Djavann
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2009
pagine: 94
Fatemeh ha quindici anni, e negli occhi e nel cuore si porta il ricordo della zia, uccisa sulla pubblica piazza. La sua colpa? Aver fatto l'amore con lo zio materno di Fatemeh quando era stata già promessa in sposa a un altro, un mullah. Adulterio, quindi, pur senza essere sposata. "La muta": così veniva chiamata questa zia tanto bella quanto silenziosa, che aveva scelto il silenzio come "arte di vivere", perché "tacere significava forse non tradire la verità", fatta di traumi troppo dolorosi da dire. E adesso tocca a Fatemeh, la nipote fedele. Sposata a quello stesso mullah cui era stata promessa in sposa la muta, costretta a subire la violenza sessuale di un uomo che non ama e le angherie delle sue altre mogli, ha ucciso il marito e il frutto di quell'amore violento - una bambina che avrebbe a sua volta subito il destino delle donne iraniane. In carcere, dunque, mentre attende la pena atroce che ha già portato via la muta, Fatemeh scrive il racconto della sua vicenda e rievoca quella della zia. Donne sole, impotenti, ma accomunate dalla volontà di opporsi al fondamentalismo islamico.