Libri di Chiara Nencioni
Vittoriosi, al fin liberi siam! Rom e Sinti nella Resistenza italiana
Chiara Nencioni
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2025
pagine: 128
"In famiglia eravamo tutti antifascisti. Due fratelli miei erano partigiani. Anche mio padre era antifascista, lui era socialista. A mio padre hanno dato l'olio di ricino da bere, gli hanno dato anche tante botte quegli assassini! […] Mio marito Renato aveva solo 19 anni quando è morto fucilato perché partigiano e mia figlia Mirka qui non l'ha mai conosciuto". Queste le parole di Vicenzina Pevarello, sinta, l'ultima partigiana sopravvissuta che, nonostante i suoi 97 anni, ha ancora voglia di raccontare le vicende della sua famiglia negli anni bui del fascismo e di portare avanti i valori della Resistenza. Attraverso testimonianze e fonti di archivio il libro ricostruisce le vicende, ora eroiche, ora picaresche, dei rom e sinti partigiani che hanno scelto di diventare ćiriklé (letteralmente uccellini), perché costretti a darsi alla macchia, lottando contro i kastènghere (letteralmente quelli del manganello), cioè i fascisti e gli occupanti tedeschi. Si dà così vita ad una pagina poco conosciuta della guerra di Liberazione nel nostro Paese. Analizzarla contribuisce ad aggiungere un tassello alla conoscenza delle Resistenze - al plurale -, un tassello piccolo ma significativo, anche perché tuttora i rom sono un gruppo etnico e una minoranza linguistica fortemente stigmatizzato. Ma sono cittadini italiani e hanno onorato la loro cittadinanza combattendo per la Liberazione del proprio Paese. "Il momento più bello è stato quando Sandro Pertini, da Presidente, mi ha consegnato il mio diploma di partigiano. Ci siamo abbracciati, come si fa tra compagni di una vita. Avevamo entrambi combattuto per la libertà" (Amilcare "Taro" Debar, sinto).
A forza di essere vento. La persecuzione di rom e sinti nell'Italia fascista
Chiara Nencioni
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2024
pagine: 208
«Ci mandavano a morire, ci mettevano su questi vagoni senza mangiare, senza bere, e questi rom andavano allegri, chi prendeva la fisarmonica, chi il violino, chi la chitarra e cantavano. Dicevano "Ci mandano a lavorare", invece dove li mandavano? Auschwitz!». Cosa sappiamo del Porrajmos (o Samudaripen), la persecuzione di sinti e rom perpetrata anche nel nostro Paese? Molto poco, troppo poco. Mandati a morire nei lager del Terzo Reich dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, uccisi in Croazia dai collaborazionisti Ustaša o espulsi dal confine orientale in Italia, rinchiusi in campi di concentramento lungo tutta la penisola, questa era la sorte degli "zingari". A forza di essere vento - scrive Luca Bravi nella prefazione - «ha il merito indiscusso di aver dato in stampa le parole che testimoni diretti della persecuzione fascista, sinti e rom, avevano affidato a interviste e ad un'oralità che rischiava d'andar perduta. Ne scaturisce una voce di comunità, come di frequente succede quando si tratta di queste popolazioni, che chiede essenzialmente di essere ascoltata». Si tratta di una storia "dal basso" che ripercorre i tanti rivoli di una vicenda negletta, la cui ricostruzione non è soltanto un indispensabile esercizio di memoria, ma serve a riflettere sul presente di un popolo ancora oggi guardato con sospetto e pregiudizi. Prefazione Luca Bravi. Postfazione Noell Maggini.

