Libri di Christlieb J. Braniss
Sulla "Dottrina della fede" di Schleiermacher. Un tentativo critico
Christlieb J. Braniss
Libro: Copertina morbida
editore: Liguori
anno edizione: 2022
pagine: 135
Si presenta qui in traduzione italiana il commento di Chr. J. Braniss (1792-1873) all'opera Dottrina della fede di Fr. D. E. Schleiermacher. Si tratta di un vero e proprio corpo a corpo con un testo pubblicato appena da qualche anno, ma a cui già si riconosceva la grandezza di un classico, pur senza rinunciare a una valutazione critica autonoma, sottoponendolo anzi a una interrogazione aperta, per quanto ermeneuticamente segnata, che sorprende per la maturità dello sguardo e la complessità della visione messa in campo. Oggetto d'indagine filosofica e teologica è il tema della religione in generale, ma soprattutto di quella cristiana, per giunta nella forma specifica della sua codificazione «dogmatica». È appunto questa struttura «bipolare» della religione, inclusiva di affettività e libertà, passione e rappresentazione, paradosso e misura, già di per sé intessuta di respiro interdisciplinare, a mettere in moto, al di là di ogni tenace arroccamento, la ricerca di una sua nuova base di legittimazione.
Il compito scientifico del presente come idea direttiva nello studio accademico. Discorsi odegetici
Christlieb J. Braniss
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2010
pagine: 204
Questa collana si propone di presentare soprattutto dei lavori di storia della filosofia. Ciò non significa però la scelta di un progetto di basso profilo. Gli "storici" cercano di capire "come" sono andate le cose e - quando è possibile - "perché" sono andate così. Non è un compito inferiore rispetto alla speculazione filosofica in senso stretto o al lavoro teoretico. Non si tratta di una rivendicazione della "corporazione degli storici": anche senza rievocare l'identità di filosofia e storia della filosofia, proposta da Giovanni Gentile, non va dimenticato che Kant diceva che spesso l'interprete comprende l'autore meglio di quanto non si sia egli stesso compreso, e che Bertrando Spaventa considerava la storia della filosofia il "compimento dell'insegnamento filosofico".