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Libri di Claude Lévi-Strauss

L'antropologia di fronte ai problemi del mondo moderno

Claude Lévi-Strauss

Libro: Libro in brossura

editore: Bompiani

anno edizione: 2017

pagine: 192

Nella primavera del 1986 Claude Lévi-Strauss tenne a Tokyo le tre conferenze riunite in questo volume. Qui affronta i temi fondamentali della sua opera, attingendo liberamente agli scritti che lo hanno reso celebre e riprendendo i principali argomenti sociali che non hanno mai smesso di inquietarlo, ma soprattutto riflette sull'avvenire possibile dell'antropologia in un mondo che sta per entrare nel XXI secolo. La sua proposta è che essa si configuri come un nuovo umanesimo universale, che insegni a rispettare la diversità culturale e attribuisca pari dignità a ogni forma di organizzazione sociale: l'antropologia infatti “cercando la propria ispirazione nel cuore delle società più umili e per molto tempo disprezzate, proclama che niente di ciò che è umano potrebbe essere estraneo all'uomo. In questo modo fonda un umanesimo democratico che supera quelli che lo hanno preceduto, creati per classi privilegiate, a partire da civiltà privilegiate e (...) fa appello alla riconciliazione dell'uomo e della natura in un umanesimo generalizzato”.
13,00 12,35

Lettere ai genitori (1931-1942)

Claude Lévi-Strauss

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2018

pagine: 422

Lévi-Strauss a Strasburgo, tra casse di libri, esperimenti con la Leica, film di Éjzenstejn e pièce di Brecht. Lévi-Strauss a Mont-de-Marsan tra insegnamento e Partito socialista. Lévi-Strauss nell'appartamento di New York, a due passi da quello dell'amico Breton, mentre osserva sul campo le mode esotiche dei newyorkesi. Lévi-Strauss, l'amicizia simbiotica con Alfred Métraux e gli scambi epistolari con Marcel Mauss. Lévi-Strauss e le serate alla scrivania, a comporre articoli e lettere ai genitori. Questo volume, curato da Monique Lévi-Strauss, raccoglie le lettere scritte dall'antropologo ai familiari tra il 1931 e il 1942 e rende pubblico l'uomo che si nascondeva dietro lo studioso, le fattezze intime dell'uomo grazie al quale quello studioso è esistito. Lo si osserva divorare e metabolizzare tutto ciò che gli incontri della vita gli offrono: la scuola etnologica di Franz Boas, la linguistica di Roman Jakobson. Lo si vede al ritorno dalla prima spedizione a sud, tra i Bororo e i Caduveo, e poi dalla missione sul Rio delle Amazzoni, dove ha scoperto le tribù incontattate del Mato Grosso. Lo si segue mentre mette a punto il metodo d'indagine strutturalista sui sistemi di parentela - mentre unisce vita e ricerca. Diario intimo, autoritratto di un'epoca, resoconto di una delle più straordinarie avventure intellettuali del Novecento: soprattutto, "Lettere ai genitori" è uno strumento unico per chi sappia cogliere, tra i bagliori improvvisi che si sprigionano dalla corrispondenza familiare, il modo in cui i miti di Lévi-Strauss sono diventati pensiero a sua insaputa; e da lì sono partiti per rivoluzionare il mondo.
37,00 35,15

Antropologia strutturale. Volume 2

Claude Lévi-Strauss

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2018

pagine: 405

Secondo gli indiani Tsimshian, l'eroe Asdiwal fu condotto in cielo da un'orsa bianca - la Stella della Sera - ma volle tornare indietro e dovette affrontare numerose prove, tra cognati invidiosi, orche di legno animate per annientare i nemici e il re dei trichechi che gli offrì il suo stomaco a mo' di scialuppa. Come quello di Odisseo, questo è un mito di nostalgia per la propria terra: la grande montagna del lago di Ginadàos, dove il profilo di Asdiwal è ancora oggi visibile, pietrificato nella roccia insieme al suo cane e ai suoi strumenti magici. Come Asdiwal, in quest'opera Claude Lévi-Straus s torna alla propria terra. Se con "Antropologia strutturale" definiva i fondamenti della disciplina, una quindicina d'anni dopo con Antropologia strutturale due omaggia i capisaldi - fra gli altri, Rousseau, Durkheim, Mauss e Frazer - attorno ai quali questa scienza si è sostanziata e fa il punto sullo stato degli studi: delinea cambiamenti di rotta e snodi metodologici e denuncia la corsa contro il tempo per indagare le tribù indigene minacciate o già estinte a causa dell'industrializzazione frenetica. Al di là delle trasformazioni che il corso della storia le impone, l'antropologia è e resta la «conversazione dell'uomo con l'uomo»: l'analisi di miti, segni e significati mette in rapporto le culture e i popoli, allargando i nostri orizzonti ristretti e consentendoci di includervi tutte le forme di espressione che appartengono o sono appartenute alla natura umana. Ma c'è una nota amara: l'antropologia è figlia di un'era di violenza; se è riuscita a guardare i fenomeni umani in una prospettiva più scientifica è perché una parte dell'umanità si è arrogata il diritto di trattare l'altra come un oggetto. Con "Antropologia strutturale due" il Saggiatore rende nuovamente disponibile un testo imprescindibile e straordinariamente attuale, spietatamente lucido nel cogliere «le tare di un umanismo incapace di fondare l'esercizio della virtù» e nel contempo dettrminato a rilanciare la pietà come accordo tra le tante forme - tutte meritevoli di rispetto - in cui l'umanità si è manifestata. Lévi-Strauss, raccogliendo simboli e riti trova le radici dell'uomo: il suo nucleo originario, la sua possibilità di riscatto.
34,00 32,30

Il totemismo oggi

Claude Lévi-Strauss

Libro: Copertina morbida

editore: Feltrinelli

anno edizione: 2019

pagine: 117

Il totemismo, ossia il particolare fenomeno per cui un uomo o un gruppo di uomini si legano con un rapporto di parentela e di mutua protezione a una specie animale - o a piante e fenomeni naturali -, è stato variamente considerato: gli sono stati di volta in volta riconosciuti e negati carattere religioso e carattere universale; a volte è stato considerato tipico di una fase del progresso culturale; altre volte se ne è constatata l'assenza nei popoli più primitivi. L'analisi critica di Claude Lévi-Strauss prospetta il fenomeno in una luce tutta nuova: "Il totemismo partecipa della conoscenza; le esigenze alle quali risponde, il modo stesso in cui cerca di soddisfarle, sono in primo luogo d'ordine intellettuale. In questo senso non ha nulla d'arcaico e di lontano".
9,00 8,55

Da Montaigne a Montaigne

Claude Lévi Strauss

Libro: Libro in brossura

editore: Raffaello Cortina Editore

anno edizione: 2020

pagine: 116

Le due conferenze inedite riunite in questo libro danno testimonianza della parola pubblica del più celebre antropologo francese e ci consentono di valutare il posto che il pensiero di Montaigne occupa nel percorso intellettuale di Lévi-Strauss, offrendo una visione nuova dell’opera dell’antropologo. Nel 1937 Lévi-Strauss è a Parigi e tiene una conferenza stupefacente: collocandosi sotto l’egida di Montaigne, proclama il carattere rivoluzionario dell’antropologia. Ma questa conferenza è importante anche per un altro motivo: attesta l’esistenza, finora sconosciuta, di un momento diffusionista nella riflessione del grande studioso. Nel 1992, in uno dei suoi ultimi interventi pubblici, Lévi-Strauss torna a parlare della sua ammirazione per Montaigne e ci lascia intravvedere l’aspetto che, ai suoi occhi, connette Montaigne a Rousseau.
11,00 10,45

Tristi tropici

Claude Lévi-Strauss

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2015

pagine: 379

"Ho cercato la mia strada molto a lungo. In etnologia sono un completo autodidatta. Una prima rivelazione l'ho avuta per ragioni inconfessabili: smania d'evasione, desiderio di viaggiare." Queste parole di Claude Lévi-Strauss riassumono il senso di "Tristi Tropici", resoconto delle spedizioni compiute dall'autore nel Mato Grosso e nella foresta amazzonica. Quando Lévi-Strauss, nel 1934, arrivò a Sào Paulo per ricoprire la cattedra di sociologia all'università, il suo interesse per l'antropologia era ancora una passione non concretizzata. Una volta giunto in Brasile, la curiosità per le culture indigene e il desiderio di visitare un paese in gran parte inesplorato lo spinsero a organizzare una serie di ricerche "sul campo". Entrò così in contatto con le tribù autoctone, potè conoscerne direttamente le usanze e la vita quotidiana. Di ritorno da quel lungo viaggio, Lévi-Strauss lasciò calare il silenzio su quell'esperienza: non una parola che ricordasse le difficoltà, i rischi che gli incontri con civiltà indigene gli avevano procurato. Quindici anni più tardi, decise di raccontare ciò che aveva visto e vissuto. E nel 1955 uscì questo saggio, che cambiò per sempre i destini dell'antropologia ma che è soprattutto un racconto vivo dove si intrecciano descrizioni degli uomini e della natura, aneddoti, considerazioni filosofiche e narrazione dell'avventura quotidiana del ricercatore.
24,00 22,80

Razza e storia-Razza e cultura

Claude Lévi-Strauss

Libro

editore: Einaudi

anno edizione: 2002

pagine: 116

Fin dai primissimi anni Cinquanta, Claude Lévi Strauss levò la sua voce nel nascente dibattito sul problema del razzismo. Lo fece con "Razza e storia" dove attribuiva al carattere etnocentrico proprio della civiltà occidentale la responsabilità della nascita delle teorie naziste. A suo parere era essenziale rifiutare l'idea del primato dell'Occidente. Queste riflessioni furono sviluppate e corrette nell'intervento, datato 1971, dal titolo "Razza e cultura". I due scritti sono stati raccolti in questo volume e stupiscono per la tragica attualità di quanto denunciano. In appendice viene presentata l'intervista rilasciata da Lévi Strauss nel giugno 2000 a Marcello Massenzio.
16,00 15,20

Antropologia strutturale

Claude Lévi-Strauss

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2015

pagine: 392

Opera decisiva nello sviluppo della cultura occidentale del secondo Novecento, "Antropologia strutturale" causò, al suo apparire nel 1958, una rivoluzione copernicana nel campo delle scienze sociali, e ancora oggi rappresenta uno spartiacque evidente nella riflessione sul linguaggio, la religione e il mito, l'arte, e soprattutto sul concetto di struttura: nella certezza che anche tra gli uomini esistano costanti universali, compito dell'antropologia è non solo ricercare la ragione di queste costanti, ma soprattutto sondare il sistema di regole inconsce che condizionano tutti i comportamenti umani. L'antropologo può essere allora accostato, come scrive Lévi-Strauss in una pagina rimasta celebre, a un astronomo, cui spetta di trovare un senso unico a configurazioni molto diverse, per ordine di grandezza e lontananza, da quelle immediatamente vicine all'osservatore. Esercizio di convinto, radicale prospettivismo, la ricerca antropologica - nel suo aspetto tanto di elaborazione teorica, quanto di indagine sul campo - sussume in sé linguistica, sociologia, etnologia, e analizza la vita sociale come un sistema in cui tutti gli aspetti sono organicamente connessi. A quasi cinquant'anni dalla prima pubblicazione italiana, il Saggiatore ripropone quest'opera capitale in cui Lévi-Strauss ha saputo coniugare la chiarezza di intenti e la forza affabulatoria dei grandi etnologi e mitografi del passato.
25,00 23,75

Siamo tutti cannibali

Siamo tutti cannibali

Claude Lévi-Strauss

Libro: Copertina morbida

editore: Il Mulino

anno edizione: 2015

pagine: 171

Dal 1989 al 2000 Lévi-Strauss ha collaborato a "Repubblica" con un insieme di testi che vengono ora raccolti in queste pagine. Epidemia della mucca pazza, forme di cannibalismo alimentare o terapeutico, pregiudizi razzisti legati a pratiche rituali come l'escissione o la circoncisione: partendo da un fatto di cronaca l'antropologo ci esorta a interpretare i fatti sociali che si svolgono sotto i nostri occhi con la piena consapevolezza del superbo etnocentrismo che ci condiziona e che tutto commisura su di noi. Ed evoca il pensiero di Montaigne, secondo cui "ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi".
14,00

Parole date

Parole date

Claude Lévi-Strauss

Libro

editore: Einaudi

anno edizione: 1997

pagine: 276

17,56

Lo sguardo da lontano

Claude Lévi-Strauss

Libro

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2020

pagine: 305

Dopo "Antropologia strutturale", il cui titolo viene ripreso per "Antropologia strutturale due", Claude Lévi-Strauss pubblica una terza raccolta di scritti: "Lo sguardo da lontano". Per quest'opera sceglie un titolo differente, che esprime l'essenza e l'originalità dell'approccio etnologico, un approccio non condizionato dai pregiudizi dell'osservatore. A completamento delle due opere manifesto, l'ultimo volume del trittico assume l'andamento di un'introduzione all'antropologia e ai suoi temi principali: dai concetti di razza e cultura a quelli di famiglia, matrimonio e parentela; dal mito e dalla religione alle credenze e ai riti; dal cosmopolitismo alle riflessioni sulla libertà, insieme all'arte, alla musica e alla linguistica. In "Lo sguardo da lontano" Lévi-Strauss chiarisce in che cosa consista la rivoluzione copernicana di cui le scienze umane sono debitrici allo strutturalismo: «Invertire la prospettiva tradizionale: intendere fin dall'inizio le relazioni come termini e i termini stessi come relazioni. In altre parole, nel reticolo dei rapporti sociali, i nodi hanno una priorità logica sulle linee». Ora riproposto nella traduzione originale di Primo Levi, "Lo sguardo da lontano" è un libro di una chiarezza e di una densità di idee che vanno al di là dell'etnologia e che si offrono come esempio di una mente sempre aperta e libera.
22,00 20,90

Mito e significato. Cinque conversazioni

Claude Lévi-Strauss

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 128

"Mito e significato", ora riedito dal Saggiatore e corredato di una introduzione di Cesare Segre, si serve di un'esposizione semplice per illustrare i presupposti e le implicazioni del complesso metodo strutturale di Claude Lévi-Strauss: cinque conversazioni con il grande antropologo che dimostrano appieno, ancora una volta, come la sua forza risieda nella lucidità con cui ha problematizzato il reale e nell'ampiezza dello sfondo teoretico su cui ha operato. Al centro del discorso c'è una tipica interpretazione lévi-straussiana di un mito amerindio, che spazia dal Perù al Canada e attraversa i secoli dall'epoca della Conquista a oggi. L'assioma è: il numero di procedimenti a cui la natura ricorre è molto limitato, e si ripresenta ai più vari livelli. Attraverso la ragione, bisogna scoprire l'ordine e quindi il significato delle cose; cosi anche la natura diventa traducibile in formule e schemi. Lingua, mito, musica, matematica: tutto è un procedimento di simbolizzazione, che dunque può essere decriptato, fatto divenire modello conscio anziché inconscio. Perciò non è reale la distinzione tra pensiero mitico e pensiero scientifico, né la contrapposizione tra «primitivo» e «civilizzato»; perciò la nostra specie è sostanzialmente unitaria. Lévi-Strauss scopre inattese analogie e scardina l'identificazione di primitivo con barbaro e incivile e di occidentale con razionale e civilizzato, antinomia che ha giustificato, nei secoli, i peggiori genocidi e le più bieche prevaricazioni. È questo, forse, il suo maggiore lascito: una sofisticata ed esemplare dimostrazione di come, adottando una prospettiva unificante anziché antagonistica, elementi apparentemente anti nomici possano essere invece concepiti come polarità di una dialettica feconda di risultati; di come, in una parola, nella convivenza umana le differenze culturali possano avere un valore positivo.
18,00 17,10

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