Libri di David Bolchover
Béla Guttmann. Il grande ritorno. Dall'Olocausto alla Coppa dei Campioni: storia del primo grande allenatore di calcio
David Bolchover
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2020
pagine: 199
Prima di Pep Guardiola e prima di José Mourinho, c'era Béla Guttmann: il primo allenatore superstar del calcio. Sorprendentemente, Guttmann era anche un sopravvissuto dell'Olocausto. Suo padre, sua sorella e la sua famiglia allargata furono assassinati dai nazisti. Del folto nucleo di allenatori ungheresi, che giunse in Italia per arricchire il nostro calcio, Guttmann fu l'ultimo ad arrivare nell'immediato secondo dopoguerra e l'unico a morire di vecchiaia. Già calciatore del MTK Budapest e della compagine ebraica di Vienna, l'Hakoah, poi allenatore giramondo, Guttmann sbarcò in Italia nel 1949 allenando Padova e Triestina e poi, dal 1953, il Milan, dove portò oltre al fuoriclasse Schiaffino, il futuro capitano Cesare Maldini. Allenatore già strapagato, strappò un ricco contratto al Benfica nel 1959. A Lisbona vinse due campionati e due Coppe dei Campioni, lanciando un giovane del Mozambico: la "Pantera nera" Eusebio. La cesura con i lusitani avvenne proprio dopo l'ultima grande vittoria nella finale contro il Real Madrid. Guttmann chiese un ulteriore riconoscimento al rinnovo del contratto, questo gli fu negato. La sua profezia fu memorabile: "Da qui a cento anni il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni". Era il 1962. Di tutta la sua vita era rimasta misteriosa solo una fase, quella terribile relativa alla Shoah. Per la prima volta David Bolchover ricostruisce anche quella vicenda, come Guttmann sia riuscito a sfuggire al genocidio. Una storia tragica e avventurosa, come la sua vita.
Fantasmi in ufficio. La scioccante verità sulla vita in azienda
David Bolchover
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2008
pagine: 192
Stressati dal superlavoro, sfruttati, mal pagati, vittime dei soprusi di superiori "discutibili": questo è il lavoro d'ufficio di cui si parla sui giornali e in tv. Ma la verità, che è sotto gli occhi di tutti e a cui nessuno accenna, è invece un'altra, e ben diversa: milioni di persone in tutto il mondo escogitano a tempo pieno tattiche fantasiose per "far passare" la giornata e sono attivamente disimpegnate dal loro lavoro. Dal lunedì al venerdì, anno dopo anno passano il tempo seduti alle scrivanie a fare pressoché niente - navigano su Internet, flirtano con i colleghi, scrivono e-mail agli amici - oppure fingono malattie per non andare a lavorare. Comportamenti che sono così diffusi da essere, in molti casi, quasi una norma accettata. Ma dipendenti fantasma - disillusi, annoiati e demotivati - si nasce o si diventa? È una scelta o una condanna? Perché si continua a tollerare una situazione sempre più evidente? E, soprattutto, è possibile invertire la rotta? Questo libro politicamente scorretto smaschera la sconcertante (e paradossale) verità della realtà lavorativa.
Il manager come allenatore. Gestire il team in azienda
David Bolchover, Chris Brady
Libro: Libro in brossura
editore: Pearson
anno edizione: 2007
pagine: 198
Il calcio - pur con i suoi chiaroscuri - rappresenta il luogo ideale in cui si manifestano le forme più pure di management. In un'epoca in cui i club calcistici sono divenuti più che mai un business, il business nel suo senso più ampio ha improvvisamente assunto le sembianze del calcio. Nell'universo del calcio il talento prevede una ricompensa, è necessaria la capacità di attrarre e trattenere i giocatori migliori e ottenere il meglio sia a livello individuale che a livello di team: tutti questi elementi sono essenziali alla vita e alla prosperità di qualsiasi tipo di organizzazione Gli allenatori rappresentano allora una sorta di prototipo manageriale di cui studiare stile e metodologia. Gli autori analizzano i punti di forza e di debolezza di famosi coach per rispondere alle domande poste dalle odierne teorie del management: quali sono le strategie per relazionarsi con persone brillanti ma dal comportamento mutevole? Il manager migliore deve essere sia uno stratega sia un motivatore? Che cosa fa sì che le persone migliori vogliano lavorare per voi? Quali sono i vantaggi di un talento cresciuto in casa rispetto al talento che proviene dall'esterno? Una squadra deve essere costruita sempre intorno a un singolo individuo con doti superiori alla media?