Libri di Fiorenzo Amiconi
La guerra de' paesani co' francesi. L'azione del capomassa Giovanni Salomone nell'invasione francese degli Abruzzi nel 1799
Libro: Libro rilegato
editore: Kirke
anno edizione: 2021
L'azione delle masse insorte contro l'esercito francese penetrato negli Abruzzi è fissata nella dettagliata relazione manoscritta che Giovanni Salomone inviò a Ferdinando IV, al termine delle operazioni portate avanti tra l'inverno e la primavera del 1799 e concluse con la cacciata delle truppe transalpine dai confini del Regno.
La repressione del brigantaggio nell'Abruzzo Ulteriore II nel «Rapporto storico» del capitano francese Alò (1806-1812). Dal «Manuscrit Italien» 1127 della Bibliothèque Nationale de France
Fiorenzo Amiconi
Libro
editore: Kirke
anno edizione: 2019
pagine: 76
Gli avvenimenti narrati nel suo Rapporto dal capitano Errigo Alò, comandante della Gendarmeria francese nella provincia dell’Abruzzo Ulteriore II, seppur di parte e annotati dal punto di vista delle operazioni militari, ricostruiscono lo svolgersi cronologico dei fatti e testimoniano uno dei periodi più turbolenti della storia abruzzese e meridionale dell’Ottocento. La crudezza degli scontri tra gli aspri paesaggi montani dell’Abruzzo, le rappresaglie sulla popolazione inerme e le esecuzioni capitali dei condannati, descritte in questo prezioso documento, tengono ancora vivo il dibattito sulla portata del “fenomeno brigantaggio”, che in questo frangente – pur malcelato talvolta da turpi misfatti – ha assunto piuttosto i caratteri dell’insorgenza senza quartiere contro la dominazione francese.
Viaggio antiquario nella Marsica. Relazione dei monumenti di antichità eseguita da Alessandro Mastroddi e Vincenzo Mancini il 30 aprile 1835
Libro: Libro rilegato
editore: Kirke
anno edizione: 2018
Tra il 1834 e il 1835 Alessandro Mastroddi e Vincenzo Mancini di Tagliacozzo furono incaricati dal Consiglio Provinciale dell’Aquila «di prendere conoscenza di tutti li pregevoli monumenti di antichità» esistenti nel territorio della Marsica. Il risultato del loro zelante lavoro, ricco di annotazioni di tipo archeologico ed epigrafico, costituisce un’importante testimonianza dell’evoluzione degli studi antiquari nell'Ottocento, animato soprattutto da finalità di conoscenza e tutela, affinché, come loro stessi scrivono, «non si perda la memoria delli monumenti, che sono stati rintracciati, e meglio si conservino le antichità, e non restino nell'oscurità sepolte».