Libri di G. E. Rusconi (cur.)
Goodbye, Merkel. Perché per sedici anni ha comandato lei
Alessandro Politi, Letizia Tortello
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni del Capricorno
anno edizione: 2021
pagine: 288
Settembre 2021: dopo sedici anni d'ininterrotta gestione del potere, si chiude l'era di Angela Merkel. Negli oltre tre lustri alla guida della Germania, la Kanzlerin ha visto passare davanti a sé quattro presidenti americani, due presidenti cinesi e tre presidenti della Commissione Europea (oltre che nove presidenti del Consiglio italiani). Che cosa c'è dietro questa continuità straordinaria, che ha fatto della cancelliera la donna più potente del mondo? Dalla biografia intima alle scelte geopolitiche, un libro fondamentale per capire la parabola di Angela Merkel e per rileggere la nostra storia recente. Ma anche per comprendere dove andrà la Germania dopo di lei e, soprattutto, che cosa sarà dell'Europa negli anni a venire. Con una prefazione di Gian Enrico Rusconi e una postfazione di Lucio Caracciolo.
L'entrata in guerra dell'Italia nel 1915
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2010
pagine: 211
Gli italiani hanno un rapporto difficile con la guerra. Anche con la guerra che hanno sentito più intimamente, nel bene e nel male: la Grande guerra. Essa è rimasta nella memoria collettiva come "la nostra guerra". Così l'hanno chiamata gli interventisti nel 1915, ma è diventata tale soltanto quando l'hanno fatta propria milioni di uomini, magari maledicendola, nelle trincee. Una guerra che avrebbe creato un enorme potenziale di identificazione nazionale ma che non era desiderata. Ciò che spinge nella primavera del 1915 alla guerra il governo nazional-liberale di Antonio Salandra e di Sidney Sonnino è soprattutto la volontà di conquistare per l'Italia lo status di "grande potenza" nell'area adriatica e balcanica. È un gesto di politica di potenza forte e pieno. È un atto del tutto legittimo secondo la logica geopolitica del tempo. La guerra è dunque voluta e imposta dall'alto dalle autorità istituzionali sotto la pressione di minoranze attive e prepotenti, al limite della legalità. Ma l'operazione di attivazione e mobilitazione dall'alto a favore dell'intervento funziona. La popolazione, inizialmente in gran parte perplessa e incerta, si mostra alla fine disponibile, remissiva, disciplinata. Fa un atto di fiducia nella propria classe dirigente. C'è l'attesa di una guerra breve, risolutiva, vittoriosa. Invece lo "sbalzo offensivo" promesso e atteso dai militari e dai politici nell'estate 1915 manca o fallisce miseramente. La guerra si rivela un azzardo.