Libri di George Packer
La fine del secolo americano. Il ritratto di un Paese attraverso l'uomo che ne ha incarnato i vizi e le virtù
George Packer
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2020
pagine: 628
C'è stato un tempo in cui l'America governava il mondo. Un'epoca in cui la «nazione indispensabile» - secondo la celebre definizione di Madeleine Albright - esercitava la propria egemonia sui quattro angoli della terra. Era il Secolo americano, l'età della forza militare e del potere della diplomazia, dell'ottimismo, della fiducia nella pace e nella prosperità perpetue. Certo, non era l'età dell'oro. C'erano la guerra fredda e l'incubo della minaccia nucleare, la «politica del contenimento» e l'ossessione anticomunista, la Nuova Frontiera e il Watergate. E poi c'era il Vietnam, monumento all'incapacità di capire il mondo che si pretendeva di guidare. Nel Secolo americano, il meglio era inseparabile dal peggio. Poi tutto è cambiato e la Pax Americana si è dissolta, insieme al Muro di Berlino e all'equilibrio bipolare. Sono arrivati il crollo delle Torri gemelle, la guerra in Iraq e la crisi economica; e gli Stati Uniti hanno iniziato a ritirarsi dal palcoscenico internazionale e a «gestire» il proprio declino. Questo, per George Packer, è stato il Secolo americano, un mix di grandezza e arroganza, di innocenza e cecità. Un'epoca di contraddizioni profonde, che in Richard Holbrooke, diplomatico del dipartimento di Stato e ambasciatore presso le Nazioni Unite, ha trovato la sua espressione più emblematica. Brillante, egocentrico e sicuro di sé, per oltre quarant'anni vicino al potere ma sempre a un passo dall'esercitarlo concretamente, Holbrooke è stato l'artefice dell'unica vittoria della diplomazia americana nell'èra post-guerra fredda, i negoziati di Dayton che hanno sancito la fine della guerra nei Balcani. E ha tentato, oltre un decennio più tardi, di sanare le ferite dell'11 settembre portando la pace in Afghanistan. Un obiettivo, questo, che ha perseguito con ostinazione, arrivando forse a un soffio dal successo e, quindi, dalla grandezza degna dei libri di storia che disperatamente agognava. Figura tragica, shakespeariana, mossa da un'ambizione smodata, Holbrooke ha rappresentato il coraggio e la generosità, gli eccessi e la tracotanza dell'America. Con questo libro Packer ci consegna il ritratto nostalgico di un'élite che ha smarrito se stessa e di una nazione che ha rinunciato al proprio sogno.
I frantumi dell'America. Storie da trent'anni di declino americano
George Packer
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 504
È difficile stabilire quando abbia avuto inizio il declino dell'America. Quando la più forte economia del mondo abbia mostrato i primi segni di cedimento. Quando le istituzioni che tenevano unito un paese abbiano cominciato a sgretolarsi. Sono le ferite aperte dell'America quelle che George Packer ci invita a guardare in questo viaggio nella storia recente degli Stati Uniti. Un viaggio che dalle stanze del potere politico a Washington arriva al cuore del potere finanziario di Wall Street, passando attraverso la rivoluzione hi-tech della Silicon Valley e i desolati paesaggi urbani della Rust Belt colpiti dalla deindustrializzazione. Un viaggio tra comunità disgregate, città in rovina, stabilimenti smantellati o delocalizzati, lavoratori con sempre meno diritti e tutele e un ceto medio che la crisi economica ha fatto scivolare inesorabilmente verso la povertà. Packer racconta storie di gente comune, uomini e donne che provano a dare un senso alla propria esistenza mentre tutto intorno a loro sembra andare a rotoli. E queste storie si intrecciano a brevi ritratti dei grandi personaggi della società, della politica e della cultura americane, da Colin Powell a Newt Gingrich, da Raymond Carver a Jay-Z, icone del successo e del fallimento di un intero sistema. Racconto corale fatto di voci arrabbiate, disilluse, a tratti poetiche e commoventi, determinate e realistiche, "I frantumi dell'America" è un libro coraggioso e inquietante, che cerca di rimettere insieme quello che resta del «sogno americano».
L'ultima speranza. Ascesa e declino dell'America
George Packer
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 216
L'assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Donald Trump, il 6 gennaio 2021, ha rappresentato l'atto finale di uno dei periodi più turbolenti della recente storia americana. La risposta inadeguata del governo alla pandemia di Covid-19, le proteste divisive e polarizzanti, le crepe profonde nel tessuto sociale venute alla luce durante il lockdown hanno improvvisamente messo a nudo le reali condizioni del paese, da sempre prospero e rispettato e rivelatosi invece fragile e smarrito, con istituzioni vacillanti, una classe dirigente screditata e una popolazione divisa e incline alla violenza. Un paese segnato da palesi ingiustizie e disuguaglianze, incerto riguardo alla propria democrazia onninclusiva, reticente sul passato schiavista e incapace di adottare politiche ispirate a valori condivisi. Per George Packer, giornalista di «The Atlantic», gli avvenimenti degli ultimi anni sono il frutto di una crisi più profonda, l'esito di un disfacimento politico e di una lacerazione sociale in atto ormai da diversi decenni, che alcune narrazioni dominanti nella vita pubblica americana non sono state in grado di cogliere, restituendo un'immagine parziale e distorta del paese. Quella della Free America, la reaganiana «città splendente su una collina», libertaria e antistatalista; quella della Smart America, liberal e cosmopolita, che celebra il talento e la globalizzazione; quella della Real America, bianca, provinciale e nazionalista; e quella, infine, della Just America, che si batte per i diritti civili, denuncia i crimini secolari ai danni di neri e nativi e lotta contro ogni forma di oppressione. Combinando reportage, storia e analisi politica, Packer dipinge un quadro degli Stati Uniti che è al contempo un inquietante campanello d'allarme per le società occidentali. Tuttavia l'America può ancora salvarsi. Per farlo deve ricordarsi com'era. È un'impresa difficile, ma è l'ultima speranza.
I frantumi dell'America. Storie da trent'anni di declino americano
George Packer
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2014
pagine: 489
Piantagioni di tabacco nella Carolina del Nord su cui non cresce più nulla, acciaierie dismesse dell'Ohio ridotte a scheletri arrugginiti, complessi residenziali della Florida trasformati in cattedrali nel deserto dalla crisi immobiliare, scuole pubbliche della California in caduta libera. È difficile stabilire quando tutto questo abbia avuto inizio. Quando la più forte economia del mondo abbia mostrato i primi segni di cedimento. Quando le istituzioni che tenevano unito un paese abbiano cominciato a sgretolarsi - lacerate dalle lotte intestine, dalla corruzione, dal venir meno di regole e valori condivisi -, mandando in frantumi dopo quasi mezzo secolo la "Repubblica di Roosevelt". Ed è difficile immaginare la vita quotidiana di milioni di cittadini comuni, lasciati soli tra le macerie e costretti a improvvisare i propri destini individuali. Sono le ferite aperte dell'America quelle che George Packer, brillante giornalista del "New Yorker", ci invita a guardare in questo viaggio nella storia recente degli Stati Uniti. Un viaggio che dalle stanze del potere politico a Washington arriva al cuore del potere finanziario di Wall Street, passando attraverso la rivoluzione hi-tech della Silicon Valley e i desolati paesaggi urbani della Rust Belt colpiti dalla deindustrializzazione. Un viaggio tra comunità disgregate, città in rovina, stabilimenti smantellati o delocalizzati, lavoratori con sempre meno diritti e tutele e un ceto medio che la crisi economica ha fatto scivolare inesorabilmente verso la povertà.