Libri di Giancarlo Pertici
Bastiano di Nena
Giancarlo Pertici
Libro
editore: La Conchiglia di Santiago
anno edizione: 2024
pagine: 243
L'erede di San Martino
Giancarlo Pertici
Libro: Libro in brossura
editore: La Conchiglia di Santiago
anno edizione: 2019
pagine: 72
Giancarlo Pertici ha iniziato a scrivere in età avanzata, la sua vita aveva preso altre strade, poi ha sentito l'urgenza di raccontare e di raccontarsi. Cosa questa che oggi succede a molti, soprattutto da quando pubblicare le proprie storie è diventato così semplice, fin troppo semplice, al punto che c'è persino chi esagera un po'. Naturalmente non stiamo parlando di Pertici, lui ha trovato una serie di estimatori, ai quali il gioco della memoria che ha messo in moto, è particolarmente piaciuto. Tanto che, a un certo punto, la sua scrittura per vari social , ha incontrato un editore, che si è detto interessato a pubblicare il primo libro di Giancarlo e poi anche il secondo: due grandi successi, andati praticamente in esaurimento. Si trattava in realtà di raccolte di racconti, acerbi alcuni, poi sempre più maturi. Adesso è la volta di qualcosa di più complesso, dove l'invenzione – che già faceva parte delle sue prime prove – è la protagonista. Si tratta tra l'altro di un piccolo giallo, niente di che, una vicenda di provincia, abbastanza banale. Avvertiamo gli estimatori delle trame piene di omicidi e di serial killer, qui c'è solo un po' di mistero e c'è soprattutto una vicenda che, anche stavolta, parte dalla realtà effettivamente vissuta da Pertici, nasce nella sua città (sebbene con un nome inventato), disegnata in copertina da un bravo pittore, come Sauro Mori. La trama tra l'altro ruota intorno ad un personaggio che ha vissuto alle pendici del paese, la sua vita un po' fascinosa, molto particolare, bohémien, dentro una roulotte che per tanti anni è rimasta, in bella vista nella valle, con una vera e propria piscina condonatagli come abbeveratoio dei cavalli. Insomma anche stavolta un libro da leggere e sul quale – alla fine – anche sorridere un po'. Non con nostalgia, quella non ci piace, ma con il gusto delle cose genuine.
Pian delle Fornaci
Giancarlo Pertici
Libro: Libro in brossura
editore: La Conchiglia di Santiago
anno edizione: 2015
pagine: 220
«I racconti del secondo libro di Giancarlo Pertici sono ancora ambientati a San Miniato e in Toscana e il titolo "Pian delle Fornaci" li localizza ancora di più: si tratta infatti di un piccolo ponte di terra che divide una vallata a pochi metri dalla cittadina. Tutto questo non dà al libro un carattere localistico e provinciale, ma lo rende invece assoluto. Abbiamo bisogno di libri come questo, che possono assomigliare a quelli di un premio Nobel, come Jean Patrick Modiano o di uno scrittore straordinario come Luigi Meneghello, ricerche nella propria memoria, o subito fuori, che diventano pagine memorabili. Il libro nato sulla scia del primo ("I racconti dell'Orto", uscito l'anno scorso), ad esso è strettamente legato, sia nella forma che nel tema. Un percorso che attraversando tutti gli anni 50, va a soffermarsi almeno alla fine dei 60, quando il miracolo economico sembrava rendere possibile qualsiasi sogno. Ci sono mestieri scomparsi col tempo, abitudini cambiate radicalmente che hanno svuotato alcuni luoghi. Persone e personaggi che hanno lasciato il loro segno. Riti, consuetudini, liturgie tra il sacro e il profano, per non dimenticare, per continuare a sognare un mondo migliore. I ricordi prendendo vita diventano racconti. Tante storie, vere o verosimili a rendere vivi quei luoghi. Gli anni. Quelli di intere generazioni cresciute con identità di vita in quel fazzoletto di terra. I bambini e i ragazzi che hanno attraversato questi luoghi nell'immediato dopoguerra, sostenuti da un miracolo di umanità e in un clima di naturale condivisione, facendone tesoro e memoria.»
I racconti dell'orto
Giancarlo Pertici
Libro: Libro in brossura
editore: La Conchiglia di Santiago
anno edizione: 2015
pagine: 132
"Giancarlo Pertici si fa scrittore, inizia a produrre/mettere su carta i racconti di questo libro. Una tensione positiva lo porta a scrivere, l'energia è nel desiderio, quasi bisogno di dare memoria ad un vissuto fatto di relazioni, eventi, luoghi e valori. Racconti ambientati negli anni cinquanta e sessanta, perlopiù a San Miniato, città natale. Ampio spazio alla memoria dello scrittore bambino. Un bambino speciale, dotato di sensibilità, curioso, ben attento ai dettagli, consapevole del suo pensare ed agire e di quanto intorno a lui accade. Nella quotidianità del bambino Giancarlo c'è una persona che più di ogni altra ha segnato nel bene tutta la sua vita. Ecco, il libro si apre con il racconto dedicato a Nonno Nuti. Intensità, bellezza nel delineare un legame che si tesse in perfetta armonia, nel rispetto, un reciproco donare l'un l'altro senza chiedere, una reciproca leggera aspettativa appagata in una quotidianità semplice, essenziale, vera, pervasa dal piacere di esserne responsabili. Un bel regalarsi tanto. Si libera sicurezza, reciproca protezione, tutto si diparte da minute percezioni, la regia è affidata ai sentimenti, al sentire di poter piacevolmente contare su una presenza che si fa per entrambi profonda ed intensa in un giorno dopo giorno, che diventa vivo ricordo. È il fare uscire la stesura di questo racconto, che ha determinato nello scrittore movimento, consapevolezza, forte bisogno di dare memoria, desiderio di far meravigliare e di emozionare. Questo racconto offre la chiave di lettura dell'intera opera". Così scrive nella prefazione Cecilia Alessi, una donna che da più di trent'anni vive in Romagna, lontana dalla sua città di origine, quella San Miniato descritta nelle pagine di "I racconti dell'Orto", primo libro di Giancarlo Pertici, pagine che hanno anche un interesse antropologico, descrivendo un mondo che non esiste più, ma che – fino a non molti anni fa – sembrava marchiare in eterno quei luoghi e quegli spazi. È insomma una specie di aiuto postumo che lo scrittore dà ai turisti, ma anche ai nuovi abitanti di quei luoghi, descrivendo qualcosa, nei fondi dei negozi, nei segni sui muri, negli archi sotto le case e negli spazi aperti e chiusi, che non esiste più, ma di cui si può ancora sentire il respiro. Al punto che anche un lettore comune, che non conosce quel luogo, che per molti scrittori di Sette-Ottocento è una specie di paradiso terrestre, può trarre grande sollievo, dalla semplice conoscenza di quel mondo, poverissimo, ma pieno di grande dignità, di umanità, di spessore.