Libri di Giovanni Antonioli
Campi al sole
Giovanni Antonioli
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2022
pagine: 96
Questo primo volume di inediti vede la luce nel trentesimo della scomparsa di don Giovanni Antonioli, sacerdote camuno stimato anche da papa Paolo VI, la cui penna dotata merita di essere apprezzata anche oggi per gli insegnamenti che continua a dispensare. In don Antonioli si potrebbe dire che si realizza quel che papa Francesco affermò dei parroci: «quando sono il volto di un clero non clericale, essi danno vita a un vero e proprio "magistero dei parroci" che fa tanto bene a tutti». I lettori potranno qui godere delle riflessioni, brevi e incisive e sempre attuali del sacerdote bresciano. Sono meditazioni che, partendo dalla descrizione di un fatto o di una scena di vita quotidiana, ne rivelano lo spirito, nel quale si rifrange il mistero del dolore e della speranza. Ogni meditazione è un apologo, come se quella di don Antonioli fosse una "teologia del quotidiano" che egli offriva con lo spirito del buon pastore, cosciente che i pascoli migliori dell'animo umano restano quelli, sempre verdi e freschi, tracciati dal Vangelo di Cristo. Campi al sole. Introduzione di Gabriele Filippini.
Trattenimenti con Dio
Giovanni Antonioli
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2019
pagine: 144
Dopo "L’ospite più strano" e "Sentieri della legna", Giovanni Antonioli prosegue qui il suo dialogo con se stesso e con il lettore. Intimo ed essenziale, asciutto e dimesso e al tempo stesso ricco di folgoranti intuizioni che è dato cogliere dietro il velo di una prosa del tutto disadorna, questo dialogo assume ora una connotazione nuova. Quel Dio che era il partner spesso sottaciuto ma sempre sottinteso nei flash meditativi dei primi due libri, diviene ora l’interlocutore diretto di quel dialogo: ora seduto mitemente, in silenzio, accanto all’autore, ora terribilmente lontano nella sua infinita superiorità, Dio è l’«inafferrabile» e insieme il punto di riferimento costante, il «tu» con cui Antonioli fiduciosamente si intrattiene. Deposta ogni sovrastruttura di pensiero e affrontando lucidamente, nella propria nudità, il pericolo e l’angoscia della desolazione spirituale, l’uomo anziano e malato si interroga sul suo essere cristiano, sul suo essere sacerdote, sui princìpi della fede continuamente e dolorosamente riconquistati e soprattutto sulla morte, pensiero costante che conclude l’opera riempiendo di sé le ultime, e più impegnative, meditazioni.
Il mio prossimo, il mio paradiso
Giovanni Antonioli
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2019
pagine: 64
Il cammino di purificazione e di semplificazione di Giovanni Antonioli, i cui precedenti scritti, L’ospite più strano, Sentieri della legna, Trattenimenti con Dio ne avevano segnato le tappe, si fa qui ancora più luminoso, aprendo l’orizzonte della convivenza umana nell’infinita varietà dei suoi rapporti. In essi per il cristiano, nella prospettiva esemplare della Croce, colui che s’incontra è sempre il “prossimo”, o meglio vi si è chiamati ogni volta a farsi “prossimo”: e ne sgorga letizia, anche se talvolta attraverso la sofferenza, l’umiliazione, la mortificazione di sé. In rapide riflessioni, spesso lampeggianti, l’autore scopre il paradiso che si va formando per noi, nel mistero della fede, già dalla quotidianità dell’esistenza terrena, con la levitazione e la trasfigurazione evangelica d’ogni relazione umana e persino d’ogni esperienza del mondo. Il linguaggio, volentieri sobriamente metaforico ma senza compiaciuti estetismi, illustra con efficacia la verità che suggella il libro: «Il mio io è l’ombra più pericolosa che mi nasconde la luce di Dio e che mi rovina la visuale del prossimo».
Sentieri della legna. I solchi della sofferenza
Giovanni Antonioli
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2019
pagine: 80
Anche se, sulla soglia di questo cammino, o piuttosto all’imbocco di questo sentiero, si staglia austera e luminosa la Croce come albero di vita, in cui le linfe ascendono vigorose, la sofferenza della malattia, peso, che si strascica come greve fascina o massiccio tronco attraverso il bosco, lasciando tracce di scempio e di distruzione, pervade queste riflessioni o intuizioni, in tutta la sua umana realtà sconfortante. Mentre lievitano felici immagini germinate da una sensibilità limpidamente aperta a ogni aspetto dello scenario naturale, il cuore spesso si contrae nell’angoscia sotto l’assalto della malattia, la mente si arrovella dolorosamente per la potenza dello spirito così facilmente sgominata dalla resistenza, dall’inerzia, dalla inettitudine delle membra, bloccate dal morbo. E tuttavia, sul sottofondo dell’interrogazione, ardita e desolata, di Giobbe, sui terrori di morte e sulle multiformi debolezze e incapacità che li anticipano, vince la speranza, anzi la certezza: «Signore, io ti conoscevo per sentito dire, ma ora io ti vedo». In questa raccolta di «pensieri» balenanti, appaiono in liriche accensioni la profonda umanità, la religiosità severa, la ricchezza culturale quasi bruciata e fusa in una «nuova ingenuità», delle quali l’autore ha già offerto altre prove: qui il tessuto continuativo della metafora «sentieri della legna» conferisce persuasività penetrante alle riprese del suo discorso.
L'ospite più strano. Conversazioni sul dolore
Giovanni Antonioli
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2012
pagine: 128
L'autore di queste conversazioni non intende delineare una "teodicea", una "difesa di Dio" che lo scagioni dall'imputazione di volere la pena dell'uomo. Attraverso il filtro di una raffinata cultura letteraria, filosofica, teologica, il soggetto del libro diviene l'immediatezza, la semplicità sconcertante dell'esperienza di dolore che ora geme verso Dio, ora s'allevia nella pacata riflessione, in cui echeggiano i motivi più alti della spiritualità cristiana e religiosa in genere, ora si rifrange nello scintillio di colorite immagini dal sapore antico e rustico, ora sembra scherzare in battute di humour e di un'autoironia dolce-amara. La figura di Francesco d'Assisi, emblematica della spoliazione, della rinuncia al potere, della riduzione al "vuoto", fa da controcanto alla sofferenza volontariamente accolta, che in modo paradossale muta queste negatività in valori; ma l'unica luce in cui tali esse appaiono è quella della Croce, del Dio che assume il dolore dell'uomo.