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Libri di Giuseppe Ripamonti

La signora di Monza e altre storie patrie. Ediz. italiana e latina

Giuseppe Ripamonti

Libro: Libro in brossura

editore: La Scuola di Pitagora

anno edizione: 2019

pagine: 103

Senza Walter Scott, probabilmente Alessandro Manzoni non avrebbe mai pensato di scrivere un romanzo storico. E senza gli storici lombardi del secolo XVII, non avrebbe mai ambientato la sua storia nella Milano sotto la dominazione spagnola. Sappiamo che nel 1821 Manzoni, ritiratosi a Brusuglio per consolarsi del fallimento dei moti, portò con sé un trattato di economia di Melchiorre Gioia e le Historiae patriae di Giuseppe Ripamonti. La grida del Seicento, in cui si parla delle violenze commesse per impedire delle nozze, che lesse nel Gioia gli diede l’idea del matrimonio contrastato; nel bel latino del Ripamonti trovò invece, per così dire, il sugo della sua storia: la Signora di Monza, le vicende di Francesco Bernardino Visconti detto l’Innominato, la peste, le gesta del Cardinale Borromeo. Nel Ripamonti può avervi trovato anche il rapimento di una promessa sposa. A proposito di quel ribaldo che «con l’enormità dei suoi crimini mostrava di disprezzare i tribunali, i giudici, i pubblici poteri e le autorità» il Ripamonti riferisce del rapimento della fidanzata di un principe straniero mentre veniva condotta a nozze. Nel romanzo manzoniano, come si sa, il rapimento, eseguito per conto di un altro, è il pretesto per il ravvedimento del personaggio stesso. Agli inizi dell’Ottocento, le storie milanesi del Ripamonti erano, come dice lo stesso Manzoni, «quasi interamente dimenticate». Nel 1841, un anno dopo l’edizione definitiva dei Promessi Sposi, Francesco Cusani traduce l’altra importante opera del Ripamonti, La peste di Milano del 1630, che per Manzoni fu la fonte principale sulla peste. Nel 1855, il conte Tullio Dandolo, in La Signora di Monza e le streghe del Tirolo riproduce – con traduzione a fronte – il capitolo delle Historiae patriae riguandante Virginia de Leyva. E l’anno seguente, senza testo a fronte, offre una scelta di brani, non tutti d'interesse manzoniano, tratta dalla stessa opera ripamontiana. Sulle orme del Dandolo, vengono riproposti, in traduzione e con testo latino, i capitoli delle Historiae patriae che sono stati l’ispirazione del romanzo forse più bello della nostra storia letteraria.
13,00 12,35

La peste di Milano del 1630

Giuseppe Ripamonti

Libro

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2021

pagine: 432

28,00 26,60

La peste di Milano del 1630. Testo latino a fronte
90,00

La peste di Milano del 1630. Libri cinque cavati dagli annali della città e scritti per ordine dei LX Decurioni

La peste di Milano del 1630. Libri cinque cavati dagli annali della città e scritti per ordine dei LX Decurioni

Giuseppe Ripamonti

Libro: Copertina morbida

editore: Forni

anno edizione: 2003

pagine: 397

Ripamonti, lo storico della peste di Milano, divide la sua opera in cinque parti per meglio analizzare i vari aspetti di quel flagello che colpì Milano nel 1630. Parlando di peste del 1630 non si può non ricordare il capolavoro manzoniano. Questo infatti è messo in evidenza da Ermanno Paccagnini nella importante premessa titolata "Giuseppe Ripamonti tra Cusani e Manzoni", che accompagna questa nuova ristampa.
58,00

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