Libri di Ico Ferrero

La Juventus e il Torino danno vita dal 1907 al derby più antico d'Italia. Se nei primi anni furono i granata a primeggiare (12 a 3 le vittorie nei primi venti incontri), in seguito le fortune si alternarono fino agli ultimi decenni che hanno visto spadroneggiare i bianconeri (16 a 0 le vittorie negli ultimi ventidue match). Ma secondo un'opinione diffusa, la squadra che arrivava al derby come favorita ne usciva sovente sconfitta. Il clima del derby della Mole per decenni fu sempre molto acceso, arrivando a toccare punte di scontro fisico memorabili. È il caso del derby del 27 ottobre 1963 che, sebbene dopo mezz'ora vedesse la Juventus vincere 3 a 0 sul Torino, finì con una rissa colossale. Questa partita diede origine a falsi miti nelle due tifoserie. Con l'esame dei filmati d'epoca e le testimonianze di calciatori e giornalisti, questo libro ristabilisce la verità su Sivori, su Ferrini e tanto altro ancora. Per la cronaca, il risultato finale fu 3 a 1 per la Juventus. La prefazione di Carlo Nesti e il libro raccontano a tutti, non solo ai tifosi bianconeri e granata, di un calcio antico e romantico che non c'è più e che manca a molti.

Bernardino “Dino” Ferrero nasce a Torino nel 1919. A 20 anni viene chiamato alle armi in vista dell’aggressione alla Francia, voluta da Mussolini per poter sedere al tavolo delle trattative di pace dalla parte dei vincitori. La guerra invece di durare poche settimane come prevedeva il capo del governo, si protrarrà per più di cinque anni, causando decine di milioni di morti. Dino visse tutta la guerra sotto le armi, dal 10 giugno 1940 fino al ritorno a casa, dopo la prigionia in Germania, nel luglio 1945. Nella sua odissea non mancò la triste esperienza di internato militare italiano (I.M.I.) che in più di un’occasione mise a repentaglio la sua stessa vita. Una storia come tante ma corredata da centinaia di documenti arrivati fino a noi (fotografie, lettere, cartoline, certificati, appunti. Un libro per riflettere sull’inutilità della guerra nella soluzione dei conflitti internazionali e sulla crudeltà dell’uomo. Ma anche sull’umanità di tante donne e uomini che pur nelle condizioni più difficili non hanno mai smesso di sperare in un mondo migliore e nel valore della libertà.