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Libri di Ilaria Bussoni

È solo l'inizio. Rifiuto, creatività e affetti nel lungo '68

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2018

pagine: 199

Quali rotture ha determinato il '68 e in che misura alcune di queste continuano a risuonare ancora oggi? L'uscita dalla fabbrica e il rifiuto del lavoro, la rivoluzione copernicana del conflitto di classe e della vita quotidiana, la trasformazione radicale delle relazioni tra i sessi e le generazioni, la questione del sapere e delle sue istituzioni, il rapporto con l'autorità, la norma e la salute mentale, il privato che sfonda la porta di casa e si fa politico. La creatività come strumento di lotta, l'arte povera e militante, la bellezza che scende per le strade e l'avanguardia che per qualche tempo si confonde con la vita chiudono il secolo breve e aprono la strada a quel lavoro dell'intelletto diffuso che caratterizza il nostro tempo e la sua economia di nuove subordinazioni. Sono questi i temi affrontati dagli interventi a più voci di autori - appartenenti, nella maggior parte dei casi, a una generazione più giovane che non ha partecipato al '68 - chiamati a interrogarsi su ciò che rimane vivo dell'ultima grande rivoluzione del Novecento. Rileggere un anno la cui durata è superiore a un decennio non è l'occasione per commemorarlo, ma per cogliere il presente nel quale viviamo.
18,00 17,10

Guerra alla democrazia. L'offensiva dell'oligarchia neoliberista

Pierre Dardot, Christian Laval

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2016

pagine: 142

La parola «crisi», utilizzata negli ultimi trent'anni per indicare un meccanismo oggettivo indipendente dall'azione umana, maschera di fatto la realtà di una guerra politica portata avanti da diversi attori, privati e pubblici, nazionali e globali. Da questo punto di vista la politica, in quanto esercizio del potere, non è nient'altro che la forma con la quale viene instancabilmente portata avanti la guerra tra classi da parte dell'oligarchia politico-finanziaria. Questa guerra ha per posta in gioco l'organizzazione della società e per strumento l'economia. Ha l'obiettivo di trasformare, talvolta distruggere, le istituzioni sociali che garantivano una relativa autonomia individuale, famigliare, e più in generale collettiva di fronte al mercato del lavoro e alla subordinazione nei confronti del capitale. Gli argomenti di moralità sulla «virtù» dell'austerità nascondono a stento l'obiettivo principale: indebolire fino a far scomparire tutto ciò che ha consentito agli individui, soprattutto a partire dalla metà del XX secolo, di non stare completamente in balìa del capitale e del mercato. Questa guerra ha come effetto più complessivo quello della disattivazione di qualunque capacità di azione collettiva autonoma della società. Il neoliberismo è così attivamente impegnato a sfasciare la democrazia. Imponendo lentamente, pezzo dopo pezzo, una cornice normativa globale che assolda individui e istituzioni dentro una logica implacabile volta a demolire le capacità di resistenza e di lotta. Una logica che nel tempo non si indebolisce, bensì si rafforza. È questa natura antidemocratica del sistema neoliberale a spiegare la spirale della crisi economica che attraversiamo.
15,00 14,25

Pianeta senza visto

Jean Malaquais

Libro: Libro in brossura

editore: Lupetti

anno edizione: 2010

pagine: 581

È un anno difficile, il 1942. Nella città di Marsiglia arrivano da mezzo mondo. Ci sono gli ebrei dell'Europa dell'est, tantissimi, poi ci sono i rifugiati di guerra. E un repubblicano spagnolo. Ma soprattutto c'è un rivoluzionario bolscevico della prima ora, che aspetta di poter salpare verso la libertà. Pubblicato per la prima volta con scarso successo di pubblico nel 1947 (i francesi volevano dimenticare presto gli orrori dell'occupazione e del collaborazionismo), Pianeta senza visto è considerato un monumento della letteratura occidentale del secondo dopoguerra. Presentato qui per la prima volta in traduzione italiana integrale, con la prefazione di Norman Mailer, il romanzo di Malaquais è uno di quei libri che a ragion veduta può essere considerato l'opera di tutta una vita. Con uno stile di rara intensità, l'autore muove migliaia di personaggi, di idee, di vite e di destini come un demiurgo che plasma il magma letterario con un sapiente senso di equilibrio fra i numerosi registri narrativi e linguistici a disposizione.
18,00 17,10

I giavanesi

I giavanesi

Jean Malaquais

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2006

pagine: 238

Nel 1939 un immigrato ebreo di origine polacca pubblicava in Francia, con lo pseudonimo di Jean Malaquais, il romanzo "I giavanesi", vincendo il prestigioso premio letterario Renaudot. Fino a qualche anno prima, Jean Malaquais lavorava e viveva tra la Provenza e Parigi i negli ambienti dei proletari immigrati. "I giavanesi" è un romanzo ambientato nella Provenza degli anni Trenta, quella delle vecchie miniere di piombo e argento in cui si condensa quella fauna poco raccomandabile costituita dai migranti di mezzo mondo. Sono tedeschi che fuggono la Germania nazista, russi in rotta con il padre dei popoli, spagnoli con l'odio dei falangisti, italiani già stanchi di Mussolini, ma anche croati, polacchi, armeni, cinesi e arabi. Per la Francia sono tutti "giavanesi", una masnada arrivata da chissà dove, e le baracche in cui vivono diventano semplicemente l'"isola di Giava". II romanzo si snoda tra il fondo della miniera e il mondo in superficie in cui si fa di tutto per tirare a campare, tra il bordello di Estève e l'osteria di madame Michel, tra i gendarmi col chepì e le frane che accoppano. I protagonisti sono fuggiaschi, migranti, banditi per i paesi da cui scappano e miserabili per quello in cui migrano; biografie impazzite di un'Europa che si avvicina al baratro. E la lingua del romanzo è quella di questa gente, un idioma vivo e potente che è riflesso del grande talento letterario di un autore che André Gide definì "un pari di Celine".
16,00

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