Libri di Kevin Powers
Un grido nelle rovine
Kevin Powers
Libro: Copertina morbida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2019
pagine: 272
Piantagione di Beauvais, Virginia. Guerra civile americana. Il proprietario terriero Antony Levallois è stanco della produzione di tabacco e cotone. Sa che il futuro appartiene ai grandi capitali e all'industria. È un uomo senza scrupoli, che mira soltanto a difendere i suoi interessi e a ingrandire la sua ricchezza. Quando il vicino Bob Reid parte per la guerra, Levallois sfrutta la sua assenza per soffiargli la proprietà, sedurre e sposare Emily, la figlia dodicenne di Reid e prendersi i suoi schiavi, fra cui la giovane Nurse. Quando Bob Reid torna a casa dal fronte, sfigurato e mutilato, non trova più nessuno ad attenderlo, la sua tenuta non gli appartiene più e sua figlia è sposata con il responsabile della sua rovina. A un uomo disperato resta una sola scelta: la vendetta. L'autore di "Yellow birds" torna con un romanzo faulkneriano sul potere e la violenza. Un libro che solo apparentemente racconta la guerra civile americana e lo schiavismo, per esplorare piuttosto la potenza delle pulsioni che muovono ogni uomo.
Yellow birds
Kevin Powers
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: 192
Partiti a diciott'anni. Talmente impreparati, talmente ingenui da credere che insieme ce l'avrebbero fatta. Bartle è devastato dal senso di colpa. Per non avere impedito che Murphy morisse. Per non essere riuscito ad attenuare la brutalità e l'orrore della guerra. Ora che è tornato a casa, vede Murphy ovunque. Insieme alle altre immagini dell'Iraq: i cadaveri che bruciano nell'aria pungente del mattino, i proiettili che si conficcano nella sabbia, le acque del fiume che ha inghiottito il loro sogno. E il tormento per la promessa che non ha saputo mantenere non gli dà pace. "Il miglior romanzo che abbia letto sulla guerra: essenziale, incredibilmente preciso, perfetto. Probabilmente è il libro più triste che io abbia letto negli ultimi anni. Ma triste in modo importante. Dobbiamo essere tristi, profondamente tristi, per quel che abbiamo fatto in Iraq". (Dave Eggers)