Libri di M. Mancini
Le vite dei surrealisti
Desmond Morris
Libro: Copertina rigida
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2018
pagine: 272
Il Surrealismo nasce all'indomani della Prima guerra mondiale più come stile di vita che come vero e proprio movimento artistico. Indignati verso un establishment che aveva reso possibile quel massacro, i surrealisti elaborano una strategia dell'inconscio capace di liberare l'uomo dai lacci della ragione e delle convenzioni estetiche restituendo un ruolo centrale alla dimensione onirica ed erotica per mezzo dell'automatismo psichico. A partire dal 1924 André Breton, principale teorico di questa dottrina, per oltre quarant'anni tiene le fila di un insolente gruppo di intellettuali che tra diaspore, ammutinamenti ed espulsioni costituisce una delle esperienze artistiche più affascinanti e travagliate del Novecento. Desmond Morris realizza la sua prima personale surrealista nel 1948 e, mentre si appresta a diventare uno dei più celebri divulgatori scientifici della sua generazione, frequenta per anni gli irresistibili personaggi di cui snocciola qui le avventure: Roberto Matta che si fa marchiare a fuoco il nome del marchese de Sade per rientrare nelle grazie di Breton; Giacometti che disdegna Marlene Dietrich (e le sue quarantaquattro valigie) in favore di una prostituta, Caroline Tamagno, nota soprattutto nella mala parigina; Miro e Masson costretti da Hemingway a fronteggiarsi in un fallimentare incontro di boxe; Salvador Dalì in tenuta da palombaro che - stecca da biliardo in resta e due levrieri al guinzaglio - dà spettacolo davanti a centinaia di giornalisti all'esposizione internazionale surrealista del 1936. Trentadue storie eccentriche che si snodano fra i bistrot della ville lumière e i posti più incongrui, come lo zoo di Londra, per approdare infine a New York, dove cominciano a spargersi i primi semi dell'Espressionismo Astratto. Inseguendo le caleidoscopiche proliferazioni del Surrealismo incarnate da artisti estremamente diversi tra loro - come Max Ernst, Picasso, Delvaux e Duchamp - Morris ne celebra l'intensità, il delirio e il mistero che, come direbbe Magritte, «non si può spiegare, bisogna solo lasciarsene avvolgere».
Il territorio dell'architettura. Gregotti e Associati 1953-2017. Ediz. italiana e inglese
Libro: Copertina rigida
editore: Skira
anno edizione: 2018
pagine: 128
Questo volume, a cura di Guido Morpurgo, propone l'ideale continuità dei progetti e delle opere costruite da Gregotti e Associati in sessantaquattro anni di attività con il territorio dell'architettura, il libro-manifesto di Vittorio Gregotti pubblicato per la prima volta nel 1966. In tutte le sue diverse articolazioni e composizioni, lo studio ha generato oltre 1200 opere che rappresentano una sorta di unicum nella vicenda dell'architettura europea contemporanea, coincidente con un'idea di unità metodologica e di integralità attraverso l'impegno in tutte le scale del progetto: architettura, disegno urbano e pianificazione territoriale, interni e allestimenti museali, disegno del prodotto industriale, grafica ed editoria.
Inside the white cube. L'ideologia dello spazio espositivo
Brian O'Doherty
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2012
pagine: 142
"Inside the white cube" è una raccolta di saggi di Brian O'Doherty pubblicati per la prima volta nel 1976 sulla rivista Art forum. Il loro impatto sul mondo dell'arte fu immediato e scatenarono una discussione critica sul ruolo della galleria nel sistema dell'arte che dura ancora oggi, divenendo un riferimento fondamentale per chiunque si confronti con questo mondo. Nel volume O'Doherty affronta, primo tra tutti, un momento di particolare crisi nell'arte del secondo dopoguerra ed esamina i presupposti su cui si fonda lo sviluppo dello spazio espositivo, privato (galleria) o museale. In un'analisi che si confronta con le complesse e delicate relazioni tra economia, contesto sociale ed estetica condensate all'interno di una galleria d'arte, O'Doherty si pone il problema di come gli artisti debbano concepire il proprio lavoro in relazione allo spazio espositivo e, più in generale, al sistema dell'arte.
Quando Marina Abramovic morirà
James Westcott
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2011
pagine: 350
Belgrado 1974. Marina Abramovic dà fuoco a una monumentale stella a cinque punte, simbolo del regime di Tito, e ci si distende dentro fino a svenire per asfissia. Napoli 1975. Uno spettatore le punta al collo una pistola carica: l'artista ha sfidato il pubblico a usare su di lei, risolutamente passiva, uno qualsiasi degli oggetti disposti su un tavolo. New York 2002. Marina vive per dodici giorni in un'abitazione pensile allestita alla Sean Kelly Callery. Digiuna. L'unico nutrimento è l'avido sguardo degli astanti che la osservano bere, dormire, lavarsi e urinare. Tra la schiera di spettatori c'è James Westcott: è il suo primo incontro con "la nonna della Performance Art", come lei ama definirsi, e l'incipit di "Quando Marina Abramovic morirà", biografia intima di un'artista che da quarantanni gioca con la morte mettendo il proprio corpo al centro di performance divenute leggendarie. Agli esordi, lanciarsi nell'arte performativa significa per Marina ribellarsi a un'esistenza "militarizzata", tiranneggiata da una madre che le impone diktat culturali comunisti e non la bacia mai. Cruciale per il decollo da Belgrado è l'unione artistica e sentimentale con il fotografo tedesco Ulay, con cui avvia una collaborazione tanto ardita quanto fruttuosa. A bordo di un furgone Citroen trasformato in casa mobile, la coppia gira l'Europa esibendosi in pezzi che mettono a nudo una simbiosi culminata nel prolifico "Nightsea Crossing".
Edward Hopper. Biografia intima
Gail Levin
Libro: Copertina morbida
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2009
pagine: 764
Figure solitarie assorte in drammi silenziosi. Lo spazio, ridotto all'essenziale, è reale e allo stesso tempo metafisico, immerso in una luce tersa e implacabile. La scena è quasi sempre deserta, l'atmosfera densa di attesa. I paesaggi umani di Edward Hopper risultano laconici ed evocativi quanto quelli urbani o rurali svuotati di presenze umane e di suoni. Che uomo si nasconde dietro una così penetrante visione? In che circostanze ha generato i suoi drammi pittorici? Artista taciturno e introverso, Edward Hopper si è espresso poco sulla propria vita. È in gran parte grazie ai diari e alle lettere della moglie Jo, scritti nel corso di una simbiosi coniugale durata più di quarant'anni, che prende corpo la biografia monumentale di uno dei grandi interpreti della scena americana moderna, un pittore che ha lasciato un segno indelebile sulla posterità, tanto nelle arti visive quanto nel cinema. Gail Levin ha attinto a materiali per lo più inediti per offrirci una narrazione coinvolgente in cui la genesi dei capolavori si alterna al resoconto delle vicende quotidiane più intime condivise con Jo, in un teatro domestico carico di attrazione e conflitti violenti, di ammirazione e sostegno, di ostilità e riconciliazioni. Come modella dei suoi lavori, pungolo intellettuale, artista vissuta nell'ombra e sua prima sostenitrice, Jo Nivison Hopper ebbe un ruolo chiave per il successo del marito e un ruolo da co-protagonista le è riservato nelle pagine di questo libro.
Versi et regole della nuova poesia toscana. In Roma per Antonio Blado d'Asola (1539)
Libro
editore: Vecchiarelli
anno edizione: 1997
pagine: 178
Principi di terapia della famiglia
Lynn Hoffman
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1984
pagine: 336
Di tutte le modalità terapeutiche oggi in uso, nessuna è tanto prodiga di promesse di grandi cambiamenti personali quanto la terapia della famiglia; in nessun'altra disciplina, tuttavia, era altrettanto sentito il bisogno di uno schema teorico omogeneo che chiarisse e unificasse i concetti e le teorie alla base della terapia. Questo libro di Lynn Hoffman viene a colmare tale lacuna. In esso l'autrice presenta infatti una sintesi puntuale e utile a tutti i livelli, che collega i diversi temi e concetti attorno ai quali si è sviluppata la teoria e la terapia della famiglia.
Canzoni. Testo occitano a fronte
Bernart de Ventadorn
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 168
Le canzoni di Bernart de Ventadorn (XII sec.) sono una delle espressioni più alte della poesia trobadorica. Il suo universo, che è quello dell'amore cortese, si costruisce al di fuori delle convenzioni della religione e della morale, come in uno spazio magico. Dominato dagli spiriti, dalle forze della natura, dal fuoco della visione, ma anche da un ovidiano, teatrale, spiritoso disincanto.
Filologia romanza e cultura medievale. Studi in onore di Elio Melli
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Edizioni dell'Orso
anno edizione: 1998
pagine: XXII-918
Il cambiamento linguistico. Suoni, forme, costrutti, parole
Marina Benedetti, Stefania Giannini, Giuseppe Longobardi
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 304
Il volume presenta tecniche, metodi e problemi dello studio del cambiamento linguistico; i quattro saggi si occupano ciascuno dei quattro fondamentali livelli di analisi delle lingue: fonologia, morfologia, sintassi e lessico (etimologia). I capitoli offrono una sintesi aggiornata delle teorie linguistiche più recenti e mostrano, con ricchezza di esempi, i risultati conseguiti dalla ricerca scientifica nel vasto settore della linguistica storica e, in particolare, della ricostruzione linguistica e culturale indoeuropea. Il libro, che si propone pertanto come nuovo punto di riferimento manualistico nel campo della glottologia e della storia delle lingue, si apre con un'introduzione sui problemi generali della ricerca in linguistica storica.
Le lingue del Mediterraneo antico. Culture, mutamenti, contatti
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2013
pagine: 382
La quantità dei testi, l'estensione cronologica della documentazione e la grande varietà tipologica delle lingue in contatto nell'area mediterranea consentono di mettere alla prova le teorie e le tecniche più aggiornate in tema di correlazioni fra la storia delle società e l'evoluzione delle lingue: greco e latino soprattutto, in tutte le loro fasi, ma anche l'aramaico palestinese dei tempi di Gesù, l'arabo e l'ebraico, le lingue dell'Anatolia antica, fino all'italiano e alle lingue romanze. Il volume raccoglie i risultati di una ricerca su "Mutamento e contatto tra varietà nella diacronia linguistica del Mediterraneo", cui hanno partecipato le università di Bergamo, Roma "Sapienza", Siena "Stranieri", Trieste e Viterbo "Tuscia".
Mangasia. La guida definitiva al fumetto asiatico
Paul Gravett
Libro: Copertina rigida
editore: 24 Ore Cultura
anno edizione: 2017
pagine: 320
Con le sue numerose riproduzioni di rari esemplari provenienti da tutta l'Asia, "Mangasia" è una guida autorevole che esamina l'impatto del manga sull'industria dei fumetti asiatica, vero caleidoscopio di contaminazione creativa. Paul Gravett traccia l'evoluzione del genere nel suo itinerario attraverso i vari Paesi asiatici e descrive nel dettaglio i mutamenti di miti e di temi-chiave nel corso della graduale trasformazione del manga dalle sue origini a oggi: una storia che affonda le proprie radici nel Giappone del XIX secolo per prosperare ben presto in Cina e in Corea, fino a germogliare nelle lontane regioni dell'Indonesia e della Mongolia. Indispensabili mappe e timeline forniscono date, luoghi ed eventi, permettendo un confronto immediato dell'evoluzione degli stili nei vari Paesi.

