Libri di M. T. Giaveri
Il tempo delle capre
Luan Starova
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2009
pagine: 208
Il libro evoca il periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, quando il nuovo regime, volendo creare una nuova classe di proletari, impone ai pastori di lasciare le loro montagne e andare ad abitare in città. Così la piazza grande di Skopje, il Plochtad diventa tutta bianca, invasa dalle capre che i pastori rifiutano di abbandonare. Ma la tragedia è dietro l'angolo: il Potere decide lo sterminio delle bestie. Se l'allegoria tracciata dall'autore costituisce per certi aspetti una lezione di speranza, essa è prima di tutto una riflessione sulla pericolosa vanità delle ideologie che aspirano a creare un "uomo nuovo", e rimane una profonda meditazione sulla fragilità delle cose, e sulla precarietà dei Balcani.
Classico-moderno. Percorsi di creazione e di formazione
Libro
editore: Mesogea
anno edizione: 2011
pagine: 352
Ispirazioni mediterranee
Paul Valéry
Libro: Libro in brossura
editore: Mesogea
anno edizione: 2011
pagine: 80
Quando pronuncia all'Université des Annales la Conferenza a cui dà come titolo "Inspirations Méditerranéennes" - formula ripresa in seguito da appassionati del Mediterraneo come il filosofo Jean Grenier, per indicare non solo la sensazione rinvigorente dell'aria salsa ma il rapporto fra una scrittura e la sua origine - Paul Valéry ha 62 anni e la Francia vive la pace sospesa dell'entre deux guerres. È la fine del 1933, l'anno in cui la carta geopolitica d'Europa si chiazza di una nuova dittatura che si attribuirà un potere di distruzione quasi totale, radicato nel mito di un'origine "pura" e di un destino di dominio. Ed è significativo che nelle pagine scritte per le Annales Valéry proponga con forza lo schema classico della mediterraneità europea.
Il tempo delle capre
Luan Starova
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2005
pagine: 175
Il libro evoca il periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, quando il nuovo regime, volendo creare una nuova classe di proletari, impone ai pastori di lasciare le loro montagne e andare ad abitare in città. Così la piazza grande di Skopje, il Plochtad diventa tutta bianca, invasa dalle capre che i pastori rifiutano di abbandonare. Ma la tragedia è dietro l'angolo: il Potere decide lo sterminio delle bestie. Se l'allegoria tracciata dall'autore costituisce per certi aspetti una lezione di speranza, essa è prima di tutto una riflessione sulla pericolosa vanità delle ideologie che aspirano a creare un "uomo nuovo", e rimane una profonda meditazione sulla fragilità delle cose, e sulla precarietà dei Balcani.