Libri di Marcelo Gullo
La costruzione del potere. Storia delle nazioni dalla prima globalizzazione all'imperialismo statunitense
Marcelo Gullo
Libro: Libro in brossura
editore: Vallecchi
anno edizione: 2010
pagine: 256
Alternando elaborazioni teoriche e analisi di casi (l'Italia delle Repubbliche marinare, la Spagna delle esplorazioni oceaniche, il Giappone della Rivoluzione Meiji...), Gullo redige una breve storia della "costruzione" del potere delle nazioni, che intende come risultato di una serie di ponderate manovre - economiche e politiche - per innalzare, di volta in volta, la "soglia di potere" e accedere al nucleo delle potenze egemoniche. Possesso di tecnologie, industrializzazione, controllo delle risorse, ma soprattutto l"'insu-bordinazione fondante", che identifica con il gesto di insurrezione delle excolonie contro il potere subordinante della madrepatria, sono alla base di questo processo. L'intento dichiarato è una rinnovata comprensione dello scenario odierno, con nuove ipotesi per l'emancipazione degli Stati latinoamericani ancora alla periferia del sistema. Gullo scrive dalla periferia e alla periferia si rivolge per invitarla a uscire dalla subordinazione: questo sguardo decentrato costituisce il tratto distintivo delle categorie analitiche e concettuali che l'autore elabora ed è l'elemento di grande originalità di questo saggio nello studio delle relazioni internazionali.
Insubordinazione e sviluppo. Appunti per la comprensione del successo e del fallimento delle nazioni
Marcelo Gullo
Libro: Libro in brossura
editore: Fuoco Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 282
Lo sviluppo economico rappresenta uno degli elementi costitutivi del potere nazionale. Diversi Stati nel mondo hanno raggiunto nel corso della loro storia una condizione di sviluppo rinnegando però alcuni dei principi tradizionali del liberalismo economico, soprattutto l'applicazione del libero commercio, adottando un forte protezionismo economico. Tuttavia, oggi gli Stati emergenti sono consigliati in maniera totalmente differente dai Paesi più ricchi e da diverse organizzazioni internazionali: per raggiungere il successo sarebbe necessaria una politica ultraliberale. Tutti i Paesi sviluppati, a partire dagli Stati Uniti, una volta entrati a far parte della struttura egemonica del potere mondiale e per evitare l'emergere di possibili concorrenti sono diventati sostenitori del liberalismo economico e del non-intervento dello Stato nell'economia, conferendo all'idea di libero commercio l'apparenza di un principio scientifico universale. Tale sistema ha permesso la creazione di un sistema centro-periferia caratterizzato da una forte asimmetria, nella quale dal centro provengono tutte le direttrici che regolano oggi le Relazioni Internazionali.

