Libri di Margherita Losacco
Leggere i classici durante la Resistenza. La letteratura greca e latina nelle carte di Emilio Sereni
Margherita Losacco
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2020
pagine: 270
Emilio Sereni (1907-1977) fu partigiano, padre costituente, dirigente del Partito Comunista Italiano: e, insieme, intellettuale coltissimo e brillante, poliglotta straordinario, studioso disciplinato, rigoroso, animato da una curiosità inarrestabile. Sereni destinò i suoi libri e le sue carte di studio all'Istituto Alcide Cervi, presso il quale ora ha sede la Biblioteca Emilio Sereni. Ancora in larga parte inesplorato, questo materiale costituisce un esempio eccezionale di «biblioteca d'autore»: anzitutto, per la minuta e attentissima sistemazione che già lo stesso Sereni aveva dato alle sue carte. Fra di esse è conservato un fascicolo che contiene trascrizioni, traduzioni e appunti relativi in particolare (ma non esclusivamente) alle letterature greca e latina: Saffo, Eschilo, Sofocle, Euripide, Platone, Catullo, Lucrezio, Virgilio, Tibullo, Orazio, Plinio. «Qualche volta, le cose più vere per me le annoto sotto forma, proprio, di excerpta»: così scriveva Sereni nel suo Diario, il 21 dicembre 1948. Questo libro porta alla luce per la prima volta i suoi excerpta dagli autori greci e latini, le sue traduzioni, i suoi appassionati e lucidi commenti. Essi sono tutti datati - sorprendentemente - fra la fine del 1944 e l'aprile del 1945. Nei mesi più duri e concitati della Resistenza e della lotta antifascista, Emilio Sereni sembra cercare nella lettura dei classici «le cose più vere», e per lui più vere e più urgenti: l'amore, la morte, il dolore dell'assenza, la pace della campagna, la guerra - e la guerra civile -, la libertà del sapere. Ai classici Sereni affida le riflessioni più alte e ariose, e a un tempo intime e personali. Nelle sue trascrizioni pazienti del greco e del latino, nelle traduzioni colte e precise, nei suoi commenti attenti e commossi, i classici si rivelano depositari dell'umanità più vera, di una forma di «verità» ultima e radicale che Sereni sembra aver ricercato sempre, ovunque, con passione inesausta.
Antonio Catiforo e Giovanni Veludo interpreti di Fozio
Margherita Losacco
Libro
editore: edizioni Dedalo
anno edizione: 2003
pagine: 488
A Venezia, nell'enclave ortodossa della Comunità greca, un greco proveniente dall'isola di Zante, Antonio Catiforo, lavora negli anni trenta del Settecento all'interpretazione della Biblioteca del patriarca Fozio. Ma la sua ponderosa fatica non fu mai data alle stampe: se ne pubblicano qui, per la prima volta, le due "Prefazioni" e le oltre trecento annotazioni alla Biblioteca. Ancora a Venezia, un secolo più tardi, un altro erudito di origine greca, Giovanni Veludo, avvia una traduzione italiana della Biblioteca, che presto è costretto a interrompere. Finora considerata perduta, la traduzione di Veludo è stata ritrovata e viene qui pubblicata.