Libri di Mariana Zantedeschi
I ponti dell'amore. Manuale per costruttori di ponti relazionali
Giancarlo Terracciano
Libro: Libro rilegato
editore: Akros
anno edizione: 2016
pagine: 132
Le relazioni nascono, durano e alle volte muoiono, lasciando un vuoto. A chi non è capitato? Qual è il segreto per vivere al meglio questi passaggi ? O meglio... c'è un segreto? Giancarlo Terracciano prova a fare luce su questo intrico di emozioni, e lo fa attraverso la particolare metafora del ponte, conducendoci in un percorso di costruzione, comprensione e mantenimento di quello che lui chiama "il ponte dell'amore di ciascuno". L'intuizione di ordinare gli appunti raccolti in molti anni di esperienza come life-coach, formatore e coach aziendale ha dato vita a "I ponti dell'amore", un manuale scritto per mostrare al lettore una nuova possibile strada.
Attraverso il forte
Mariana Zantedeschi
Libro: Libro in brossura
editore: Scripta
anno edizione: 2015
pagine: 108
Gli arrampicatori veronesi hanno iniziato a recarsi per allenare le braccia sulle sue imponenti mura esterne. Ma Forte Sofia esisteva ben prima, dal 1838, quando venne edificato dall'impero austroungarico durante la dominazione sul Veneto (1816-1866), e con l'arrampicata all'epoca non c'entrava nulla! Dopo la dominazione austriaca arrivò l'Italia unita prima e il fascismo poi, che negli ultimi due anni di seconda guerra mondiale, dal '43 al '45, implicò l'occupazione nazifascista. In questi anni Forte Sofia ospitò una prigione dove dissidenti e partigiani venivano rinchiusi nell'attesa di sommari processi, deportazioni o fucilazioni. I più non avevano che vent'anni, magari alcuni di loro avevano sentito parlare di scalate e roccia, ma spesso non ebbero tempo di seguire le orme di Comici, Cassin e tanti altri dell'epoca. Forte Sofia nel dopoguerra pensò che questo ruolo proprio non gli si addiceva, così decise di cambiare abito, definitivamente. E qui inizia una storia diversa, quella del Fortino, come è stato affettuosamente ribattezzato dagli arrampicatori veronesi. Questo forte, come tutti quelli austroungarici è costruito assemblando pietroni che grazie alle fessure tra uno e l'altro lo rendono arrampicabile, così per questa caratteristica e per la sua vicinanza al centro cittadino è stato presto individuato come buona palestra d'arrampicata.