Libri di Mark Lilla
Il naufragio della ragione. Reazione politica e nostalgia moderna
Mark Lilla
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 143
Se esistono intere biblioteche dedicate alla figura del rivoluzionario, in pochi si sono dedicati a descriverne la controparte. Eppure lo spirito reazionario (radicale, nostalgico, moderno ma timoroso del futuro) ha attraversato tutta la storia contemporanea. Nato come contraltare all'idea illuminista di progresso, è riuscito a sopravvivere alle «magnifiche sorti e progressive», in contrapposizione alle quali ha fondato il proprio sistema di pensiero, oggi dominante. Nonostante ciò, il ruolo di pensatori come Franz Rosenzweig, Eric Voegelin e Leo Strauss non è spesso riconosciuto, e il loro attribuire i problemi della società moderna alla sua discontinuità rispetto al mondo antico viene interpretato in maniera superficiale. In una galleria di «menti naufragate», Mark Lilla tenta di colmare questo vuoto e mette in luce le differenze del reazionario rispetto al conservatore e al liberale, evidenziando come la sua visione sia ostaggio da una parte di un'idealizzazione del passato e dall'altra di una paura irrazionale per un avvenire sempre più cupo. E è proprio grazie a questo pregiudizio che, dalla Russia di Putin all'America di Trump, passando per l'islamismo radicale, in molti danno credito a promesse politiche di restaurazione, auspicando il ritorno a età dell'oro immaginarie pur essendo cresciute nel periodo più pacifico e florido della storia mondiale. In questa analisi di ampio respiro Mark Lilla mette in guardia il lettore rispetto ai pericoli del nostro tempo, in cui la nostalgia tragicomica di tanti don Chisciotte per una mitica epoca di prosperità e ordine può trasformarsi rapidamente in qualcosa di molto più temibile.
L'identità non è di sinistra. Oltre l'antipolitica
Mark Lilla
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 138
Negli ultimi decenni l'identità è diventata un campo di scontro politico cruciale. I diritti delle donne, della comunità gay e di qualunque altra minoranza sono in cima ai programmi di tutti i partiti che si dicono di sinistra. Le vittorie elettorali di populisti e demagoghi nelle democrazie più avanzate, allo stesso tempo, mettono in dubbio proprio quei diritti civili ormai dati per scontati da chi, quarant'anni fa, affermava che «il personale è politico». In questa situazione di stallo la tesi di Mark Lilla è che sostenendo battaglie politiche basate sull'identità la sinistra liberale abbia in realtà abdicato al suo ruolo. Abbracciando senza resistenze l'individualismo imposto da Reagan e Thatcher negli anni ottanta, i liberal hanno contribuito ad alimentare un sistema di valori antipolitico, rinunciando al consenso degli elettori per concentrare tutte le loro forze in un attivismo frammentario, portato avanti con intenzioni nobili, ma incapace di intaccare la realtà perché allergico ai necessari compromessi della rappresentanza. In questo j'accuse che ha riaperto la discussione sul futuro della sinistra americana dopo la vittoria di Trump, Lilla alza la posta in gioco, sfidando ogni convinto progressista a lasciarsi alle spalle l'ossessione per l'io per concentrarsi non su ciò che ci rende diversi l'uno dall'altro, ma su quanto condividiamo come cittadini dello stesso paese, e a immaginare un futuro per tutti. Soprattutto per i più deboli.
Il genio avventato. Heidegger, Schmitt, Benjamin, Kojève, Foucault, Derrida e i tiranni moderni
Mark Lilla
Libro: Libro in brossura
editore: Dalai Editore
anno edizione: 2010
pagine: 237
La storia del Novecento europeo è attraversata da filosofi, scrittori e giuristi che hanno condiviso l'operato e i principi dei peggiori regimi totalitari, giustificando ora il fascismo, ora il nazismo, ora il comunismo sovietico. Perché? Com'è possibile che alcune delle migliori menti della cultura occidentale abbiano tradito gli ideali di libertà di cui pure davano prova con la loro spregiudicatezza intellettuale? Come hanno potuto accettare l'oppressione dell'uomo sull'uomo, che a parole condannavano, e addirittura collaborare con i più dispotici governi? Mark Lilla cerca di rispondere a queste domande sottoponendo a un'accurata indagine comparata il pensiero e le scelte politiche di sei grandi della cultura europea: Martin Heidegger, Cari Schmitt, Walter Benjamin, Alexandre Kojève, Michel Foucault e Jacques Derrida. A emergere è un inquietante comun denominatore: tutti questi intellettuali hanno chiuso gli occhi di fronte all'autoritarismo, alla violenza e al terrore, perché profondamente delusi dalle ideologie e dai movimenti sociali della loro epoca. Incapaci di dominare le proprie passioni, si sono lasciati trascinare in una sfera che mal comprendevano, quella della politica, finendo con il ribaltare le posizioni in gioco e accusare la democrazia occidentale di nascondere intenti autoritari ben più nocivi di quelli dei regimi palesemente dittatoriali.