Libri di Matteo Orsini
Odissea americana
A. G. Lombardo
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2019
pagine: 300
Los Angeles, agosto 1965. Americo Monk è un esploratore urbano, un rabdomante di storie, la sua vita scorre più o meno serenamente nel ghetto, tra il palazzo di container in cui vive assieme alla fidanzata Karmann e la quotidiana, ossessiva caccia a graffiti, tag e murales da ricopiare nel suo quaderno per decrittare il linguaggio segreto della città. Poi un giorno, d'improvviso, il mondo inizia a bruciare: durante una delle sue ricognizioni nei territori delle gang esplodono i moti di Watts, tumulti che mettono a ferro e fuoco i quartieri popolari di L.A. per giorni. Monk si ritrova così perso, confuso, isolato; un Ulisse nero in balia del caos, distante miglia e miglia da casa e senza alcuna possibilità di tornarci se non attraversando un pericoloso mare di negozi incendiati, volanti della polizia in assetto antisommossa e boss di quartiere. Così, mentre Karmann, novella Penelope, lo attende assediata da falsi amici scrocconi, perdigiorno e cascamorti, Monk inizia un viaggio estenuante in una città divisa tra violenza e repressione, perbenismo e cultura underground. Nel corso del suo pellegrinaggio nel ventre della rivolta si trova faccia a faccia con malavitosi cinesi mangiatori di loto, streghe del vudù, gangster che citano William Blake, ciclopici re delle fogne con un occhio bendato e perfino Godzilla. "Odissea americana" di A.G. Lombardo è un romanzo rocambolesco, un fiume in piena di vernice spray, musica soul e marijuana che, alternando episodi surreali a violenti squarci di realtà, dipinge sui muri losangelini un ritratto, contraddittorio ed elettrizzante, del contemporaneo. Un canto epico notturno, che racconta il nostro eterno, disperato ritorno verso la casa da cui siamo partiti e i pericoli che potere e fato disseminano sul nostro cammino.
Il suo ultimo desiderio
Joan Didion
Libro
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2017
pagine: 240
Un'eroina-reporter in bancarotta emotiva, un'ambientazione sospesa tra America e Centro-america, una prosa di filo spinato, un narratore ellittico, un intrigo politico. Ecco Joan Didion al suo quinto e ultimo romanzo, ovvero le variazioni autobiografiche dell'autrice-reporter-saggista divenuta icona attraverso libri come "L'anno del pensiero magico" e "Verso Betlemme", consegnando a uno stile ruvido e nudo la propria epoca e il proprio dolore. La sua scrittura corre sui nervi sfibrati di Elena McMahon - figlia, moglie e madre sull'orlo di un crollo-, giornalista del Washington Post che segue la campagna presidenziale tra pranzi di beneficenza e comitati di quartiere, primarie di partito e grigiori redazionali. Come tutte le donne di Joan Didion, Elena osserva il proprio tracollo. È insoddisfatta e in fuga perenne dal presente e dal passato: dall'orrore vacuo del quotidiano, dalla morte della madre, dalla distanza della figlia, dal padre alcolizzato, gambler di emozioni, capace di mandare in frantumi la vita monocroma della figlia con l'ultimo azzardo possibile. Con la cifra stilistica che è il segno distintivo dei suoi romanzi, Joan Didion imbastisce l'enigma della morte di Elena intorno a molti vuoti, di lacuna in lacuna, senza nessi logici. Un traffico d'armi, l'amore con un agente segreto, e poi il buio. Il quadro rifiuta di ricomporsi, il centro non tiene. La leggerezza di un attimo rivela il peso di una vita intera: cambiano i decenni, non le eroine. "Il suo ultimo desiderio" si muove sul crinale dell'ambiguità, una linea sfuggente che divide una vita e due Americhe, al tramonto della Guerra fredda. Gli Stati Uniti opulenti - che sfilano nei rispettabili interni borghesi, tra le piscine, sui campi da tennis inondati dal sole avvolgente del Pacifico - e gli avamposti imperialisti nel Centroamerica. Uno spazio diviso che grazie a Joan Didion diviene spazio spirituale, teatro delle vanità in cui si dibattono esistenze lacerate, in cui scolora il fantasma di una donna e l'Occidente rivela il proprio cuore di tenebra.

