Libri di Medardo Arduino

Una storia diversa e più concreta che muove dalle culture protostoriche dell'areale italico, liberata dagli assiomi ottocenteschi e dalle influenze campanilistiche delle nazioni dell'Europa continentale. Una analisi comparativa basata sulle testimonianze materiali più che sulle "fonti documentali" che lega al presente, senza soluzione di continuità, le culture protostoriche Italiane: gli Etruschi, i Piceni e i Celti, il loro contributo all'età di Roma e alla formazione della nostra società attraverso un diverso alto medioevo. Un "telaio di riferimento" nel quale collocare i tesori di cultura materiale del territorio per sollecitare nuove ricerche sul vero contributo delle popolazioni antiche centro italiche nella nostra eredità storica e culturale.

Sono riviste tutte le cronache e le fonti scritte sull'argomento tumulazione di Carlo Magno e confrontate con le iconografie e le persistenze architettoniche degli edifici in cui le cronache sono ambientate, per giungere all'ipotesi del vero luogo di tumulazione.

La saga dei Re Carolingi in una nuova dimensione storica ed in uno scenario sconosciuto.

Saggio sulla architettura e sulle iconografie della cripta della chiesa in origine Abbazia Benedettina del V sec. in Valfucina.

Due dozzine di brevi saggi sulle incoerenze di molti fatti storici accettati e sui dubbi che emergono dalla rilettura senza apriorismi e paradigmi della storia dei Franchi e dell'Italia centrale che se riesaminata porterebbe a conclusioni assolutamente differenti da quelle che conosciamo ed a scuola ci hanno insegnato ad accettare.

È il racconto in estrema sintesi di quattro anni di ricerche sull'origine etnica dei Franchi che l'autore ipotizza provenire da alcune delle tribù protostoriche dell'Italia centro settentrionale e dalle Marche in particolare. È delineata la nuova storia dell'alto medioevo e l'espansione culturale dal centro Italia all'Europa tardo medievale e rinascimentale. L'autore intende stimolare il riesame della storia dell'alto medioevo mistificata dalle ragioni politiche nazionali dei potentati europei di periodi storici successivi. Le tavole illustrano quasi come una storia per immagini alcune delle molte testimonianze materiali a sostegno della nuova ipotesi.

I documenti storici non fanno chiarezza su alcuni punti della giovinezza del Santo patrono d'Italia. Questo testo si ripropone di valutarli letteralmente. Ne nasce una ricostruzione dei fatti molto differente da quella che conosciamo.

Il tema della rianalisi degli assiomi della storiografia antica e dell'archeologia è dibattuto dai personaggi del romanzo che si muovono in giro per l'Europa, fra tombaroli, ricettatori internazionali e servizi segreti.

La protostoria mediterranea letta analizzando l'orizzonte tecnologico dei reperti di cultura materiale, inquadrato nelle invarianti dell'economia e della logistica, restituisce un ruolo fondamentale ed inaspettato della civiltà centro italiana Etrusca e Picena nella formazione della cultura europea, con una diversa angolazione delle culture celtiche di Hallstatt e La Thene.

Il saggio continua nel Medioevo, la storia delle etnie Picene che dopo la parentesi come legionari dell'Impero divennero i Franchi. Chiarisce alcuni aspetti controversi dei "secoli bui" come la Storia dei "Maggiordomi", la formazione della madrelingua dei Franchi il "roman", e gli esiti duecenteschi della cultura Romanza e della sua poesia epica che come tutta la cultura poi "europea" ha origine centroitaliana e non provenzale o borgognona, la ricerca è condotta analiticamente sulle basi della cultura materiale Antica e Altomedievale del paesaggio, architettura e archeologia Italiche, collazionata alle fonti documentali.

Si può scrivere del medioevo senza riferimenti alle fonti scritte? Gli autori provano a dimostrare che si può, affrontando la storia sulla base dei soli documenti di cultura materiale. Ne emerge un medioevo un po controcorrente e forse meno "periodo oscurantista".

Questo anello della collana contraddice qualche secolo di storia della letteratura sulle origini "storiche" e sulla geografia della "Chanson de Roland", collocandola "nt'l post just" nel posto giusto dove avvenne sul logico percorso dell'esercito carolingio per tornare nella "dolce Francia" nel Piceno. Rivisitando il MS Digby 23 e la "Nota Emilianense" gli autori forniscono le prove geografiche e documentali della storica imboscata dei Saraceni nel luogo dove con ogni probabilità avvenne, lungo il tragitto fra Saragozza e la vera Aquisgrana.