Libri di Michele Vello
I grandi spadai feltrini e bellunesi
Michele Vello, Fabrizio Tonin
Libro: Copertina morbida
editore: Youcanprint
anno edizione: 2017
pagine: 270
Testo di ricerca scritto in due lingue (italiano e inglese) frutto di una ricerca pluriennale, circa una piccola-grande realtà storica veneta: quella della produzione di armi bianche, massima tra Cinquecento e Seicento, nel territorio bellunese e feltrino. Piccola, perché fatta di lavoro spesso umile, faticoso, racchiuso in un contesto geografico e sociale di poco respiro; grande, perché il frutto di tanta arte portò alla realizzazione di veri e propri capolavori che furono apprezzati e richiesti in tutta Europa. I due autori, Michele Vello dottore di ricerca e Fabrizio Tonin tecnico del restauro, ci portano quindi a scoprire il mondo dove operarono veri e propri artisti, quali i fratelli Andrea e Zandonà Ferara, Pietro da Formegan, fornendoci un ragionato quadro ampliando, con nuovi dati, quanto oggi noto. Conosceremo le singole opere prodotte, ne ripercorreremo le vicissitudini tra musei e collezioni private. Ricostruiremo, tramite molti antichi documenti consultati, la vita e il mondo di questi artisti-artigiani. Giusto considerarli tali perché la massima espressione della loro attività culminò in realizzazioni dal pregio elevatissimo e dalla raffinatezza assoluta.
L'occasione di fare il proprio dovere. Il capitano Angelo Zannettelli e i suoi soldati contro i briganti ascolani nell'inverno 1860-1861
Michele Vello
Libro: Copertina morbida
editore: Agorà Libreria Editrice
anno edizione: 2011
pagine: 124
Spade e spadai bellunesi negli anni 1500-1600
Michele Vello, Biagio Rosso
Libro
editore: Ist. Bellunese Ricerche Soc.
anno edizione: 2018
pagine: 384
L'opera rievoca il passato più glorioso di Belluno quando, nel 1500 e 1600, la sua industria di costruzione di spade era apprezzata in tutto il mondo, talché re e nobili, eserciti e singoli individui ambivano avere spade bellunesi così belle e così perfette da superare la concorrenza degli altri stati. È quindi un omaggio che l’Istituto fa alla gente del Bellunese, che ha fornito in quel tempo legname per le fucine, acqua dell’Ardo, l’ingegno della propria gente per un prodotto ricercatissimo dei due secoli prima dell’uso delle armi da fuoco.