Libri di Osvaldo Rosi

"Leggendo le poesie e la narrativa di Osvaldo Rosi mi torna alla mente una discussione a cui ho avuto fortuna di partecipare al circolo della stampa di Bologna, dissi che era meglio un autore spontaneo piuttosto che un coltissimo copiatore di cose. Si scatenò un coro di applausi senza una coda di fischi. Ma gli applausi non tardarono a ricoprire i fischi, in fin di conti non avevo scoperto niente. Nel caso di Rosi credo proprio di dover confermare quella convinzione e aggiungo che Rosi, pur vivendo ai margini della letteratura ufficiale, ha qualità chiarissime e malizia letteraria. Che dire dunque di un autore come il Rosi, ogni risposta diventerebbe imbarazzante, se è vero che l'opera basta da sé ad interessare, è anche vero che questa noticina è stata scritta per far piacere a Rosi persona. Rosi autore non ne aveva affatto bisogno." (F. T.). "In questo mio ultimo libro, “Il mio tempo”, ci sono pensieri raccolti in vari momenti, di cui alcuni reali; inoltre in “Il mio tempo” troverete un breve racconto - L'alba di un domani - una storia vera, veramente accaduta in un piccolo paese della svizzera tedesca, nel piccolo paese di Vurelos. Di quanto scritto tutto quanto è vero, solo alla fine di questo racconto c'è un po' di fantasia. Le emozioni le proverete sfogliando le pagini del mio tempo, in ogni mio piccolo momento."

Nel corso della vita, tre storie e un solo cuore. Rapita per amore, menzogna senza inganno. Tre amici si ritrovano in una giornata di sole, in una piccola dimora di paglia e non cemento. Con semplici parole il linguaggio dell'amore. La ricchezza lì non conta, ma solo tre parole: amore, amore, amore.

“Venti di poesia” ti porta improvvisamente a quei dialoghi animati che tante volte avvengono fra sé e sé. Il passato scorre veloce, quel desiderio di aver troppo vissuto ti invade, ma finché resterà un attimo di vita ci sarà ancora tanto da compiere e si può tutto ricominciare. “Venti di poesia” dunque è una raccolta molto più di quanto la semplicità del verso possa far supporre. Nell’opera l’amore ha certo sempre il primo posto.

La nostalgia cede il passo a sensazioni piacevoli come lo spettacolo della natura, che tende a placare l’anima del poeta nel sentire il profumo dell’aria nelle passeggiate mattutine e nella fede verso Dio. L’amore per la vita anima le liriche del nostro autore, il sentimento, la voglia di portare pane dove c’è fame, pace dove c’è la guerra. Per risanare le ferite del cuore, Osvaldo prende forza dall’intenso desidero di comunicare al lettore immagini destinate a rimanere nel tempo, attraverso versi con parole semplici ma intense, con rievocazioni dalle tonalità talvolta struggenti, di un passato che stenta a dissolversi, divenendo persino presente. Dai suoi versi traspare un’anima avvilita, toccata dalla profonda tristezza e dal dolore per la perdita della donna da lui tanto amata. Quell’amore ancora fa vibrare il cuore del poeta di una dolce malinconia, nella solitudine del triste ritorno in quella casa, dove non ci saranno più quelle mani serene ad accendere la luce. Il cielo si fa buio, pur se rischiarato dall’amore profondo della propria prole.

Dell'amore così canta: «...Amore è la tua casa, /ultimo porto della giornata. /Amore è poco, amore è tanto... Amore è il canto degli uccelli, /il profumo della terra /quando la pioggia cade sui fiori...» Si noti in questi pochi stralci la cadenza dolce, come quella di un bimbo (che si aggiunge alla saggezza dell'anziano), che la dice lunga su quanto c'è da sapere per sentirsi appagati e vivi! C'è una tenerezza carismatica, che sorprende e abbraccia, carezza e consola…