Libri di P. Sinatti
Storia del sionismo. Dalle origini al movimento di liberazione palestinese
Nathan Weinstock
Libro: Libro in brossura
editore: Massari Editore
anno edizione: 2006
pagine: 560
È un classico per chi si avvicina allo studio della questione mediorientale, ma anche dell'ebraismo, dell'Olocausto, della storia della cultura mitteleuropea ecc. Il libro distingue molto bene la differenza tra ebraismo e sionismo e fornisce la documentazione storica necessaria per affrontare la polemica su "sionismo/antisionismo" che sta già divampando in Italia e che avrà toni sempre più aspri negli anni a venire.
I racconti della Kolyma. Storie dai lager staliniani
Varlam Salamov
Libro: Copertina rigida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2016
pagine: 190
Questa antologia raccoglie parte degli ormai celebri "Racconti della Kolyma" di Varlam Salamov, lo scrittore russo che ha descritto come nessun altro l'ultimo cerchio del Gulag staliniano: quell'immenso "Crematorio Bianco" che è la Kolyma, estremo Nord-est siberiano, immensa terra dell'oro e dei lager, dove lo scrittore ha vissuto diciassette anni come "nemico del popolo", condannato per "attività contro-rivoluzionaria trotskista". Il lettore troverà qui i fondamentali temi di Salamov: l'inferno dei lager, segnato dallo sfruttamento estremo del lavoro, tipico del volontarismo staliniano; la ferocia; la solitudine; la disperazione; l'abbrutimento; la morte per fame, freddo, colpo alla nuca. Salvare la pelle alla Kolyma si può, ma solo di rado e per caso. Là crollano, prima del corpo, la mente e l'anima. A meno che non si sia capaci di resistere moralmente, di conservare dignità, memoria, parola. La prosa dello scrittore, con la sua frase essenziale, secca e rapida come deve essere "uno schiaffo allo stalinismo", è la sola in grado di rendere il senso e l'immagine di "quello che ogni uomo non dovrebbe vedere né sapere".
I racconti della Kolyma. Storie dai lager staliniani
Varlam Salamov
Libro: Copertina morbida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2012
pagine: 139
Questa antologia raccoglie parte degli ormai celebri "Racconti della Kolyma" di Varlam Salamov, lo scrittore russo che ha descritto come nessun altro l'ultimo cerchio del Gulag staliniano: quell'immenso "Crematorio Bianco" che è la Kolyma, estremo Nord-est siberiano, immensa terra dell'oro e dei lager, dove lo scrittore ha vissuto diciassette anni come "nemico del popolo", condannato per "attività contro-rivoluzionaria trotskista". Il lettore troverà qui i fondamentali temi di Salamov: l'inferno dei lager, segnato dallo sfruttamento estremo del lavoro, tipico del volontarismo staliniano; la ferocia; la solitudine; la disperazione; l'abbrutimento; la morte per fame, freddo, colpo alla nuca. Salvare la pelle alla Kolyma si può, ma solo di rado e per caso. Là crollano, prima del corpo, la mente e l'anima. A meno che non si sia capaci di resistere moralmente, di conservare dignità, memoria, parola. La prosa dello scrittore, con la sua frase essenziale, secca e rapida come deve essere "uno schiaffo allo stalinismo", è la sola in grado di rendere il senso e l'immagine di "quello che ogni uomo non dovrebbe vedere né sapere".
I racconti della Kolyma
Varlam Salamov
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 1999
pagine: 1314
La Kolyma è una desolata regione di paludi e di ghiacci all'estremo limite nord-orientale della Siberia. L'estate dura poco più di un mese; il resto è inverno, caligine grigia, gelo che può scendere anche a sessanta gradi sotto zero. Lì, dalla fine degli anni Venti, alcuni milioni di persone sono state deportate e sfruttate a fini produttivi e di colonizzazione della regione. Salamov arrivò alla Kolyma nel 1937, dopo essere già stato rinchiuso in un lager degli Urali fra il 1929 e il 1931 a causa della sua opposizione a Stalin. E alla Kolyma rimase fino al 1953. "Il lager è una scuola negativa per chiunque, dal primo all'ultimo giorno. L'uomo non deve vederlo. Ma se lo vede, deve dire la verità, per quanto terribile sia. Per parte mia, ho deciso che dedicherò tutto il resto della mia vita proprio a questa verità", così scriveva Salamov a Solzenicyn nel novembre del 1962. In questa discesa negli abissi della memoria i ricordi si snodano come una partitura musicale. L'avvio è graduale, i temi si delineano in parallelo per poi intrecciarsi e sovrapporsi: l'arrivo nei campi, la casistica dei vari tipi di carcerieri, i luoghi e le condizioni del lavoro forzato, la natura ostile e cosi carica di significati simbolici, i compagni di pena. La traduzione integrale dei sei cicli di racconti che costituiscono una delle più tragiche e grandiose epopee della letteratura di questo secolo.

