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Libri di Paola Mastrolia

Costruire, trasformare, controllare. Legal transfer e gestione dello spazio nel primo Ottocento

Libro: Libro in brossura

editore: Casagrande

anno edizione: 2022

pagine: 240

I saggi qui raccolti – che attingono dalla storia del diritto e delle istituzioni, dell’arte e dell’urbanistica, della geografia e della cartografia, dalla storia economica e sociale – propongono una riflessione sui rapporti centro-periferia, sull’ibridazione tra culture, sull’adattamento di modelli “esterni” nella definizione, costruzione e controllo dello spazio urbano, rurale e statale. Oggetto di tale indagine interdisciplinare sono principalmente la città di Milano, la regione lombarda e l’area del Canton Ticino tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento: periodo segnato da importanti transizioni politico-giuridiche, durante le quali da un lato gli sforzi delle autorità statali furono volti a dare applicazione a nuovi riferimenti legislativi per l’organizzazione spaziale e territoriale, dall’altro emersero fenomeni di resistenza e opposizione agli stessi. A cura di: Francesca Brunet, Michele Luminati, Paola Mastrolia e Stefano Solimano. Contributi di: Marco Bernasconi, Francesca Brunet, Valentina De Santi, Michele Fedrighini, Romain Iliou, Marco Marcacci, Paola Mastrolia, Simona Mori, Emanuele Pagano.
48,00 45,60

L'ombra lunga della tradizione. Cultura giuridica e prassi matrimoniale nel Regno di Napoli (1809-1815)

L'ombra lunga della tradizione. Cultura giuridica e prassi matrimoniale nel Regno di Napoli (1809-1815)

Paola Mastrolia

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2018

pagine: VIII-207

L’analisi giurisprudenziale del Titolo VI del codice napoleonico, relativo al divorzio, ha consentito di indagare il processo di francisation del Regno di Napoli e di accertare «l’esistenza […] di una via [napoletana] della codificazione francese». Nonostante lo scompiglio generato dalla ondata laicizzatrice imposta dal Bonaparte, la tradizione giuridica partenopea preesistente alle riforme francesi non fu spazzata via di colpo dall’introduzione dei nuovi testi legislativi. Quelli della dominazione francese nel Regno di Napoli furono anni di transizione e non di assestamento: le novità si innestarono in un sistema che poteva contare sulla solidità di un’eredità sapienziale millenaria, e il nuovo codice fu applicato – per volere di Murat – da magistrati autoctoni in carica già prima della conquista francese. Nel 1819 le cose non mutarono radicalmente: la recezione del modello napoleonico passò attraverso una retorica giuridica di adeguamento della tradizione. Si sarebbe dunque confermata la tendenza già manifestatasi durante il Decennio, non nel segno di un rifiuto delle novità normative d’Oltralpe, bensì nell’ottica di un armonico e non traumatico svolgersi di quello che è indubbiamente stato un passaggio epocale. Passaggio che, svoltosi nel Regno di Napoli nell’ombra lunga e rassicurante della tradizione, avrebbe successivamente reso irrevocabile la scelta per la codificazione.
28,00

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