Libri di Pervinca Paccini
Viola
Pervinca Paccini
Libro: Libro in brossura
editore: Autodafé
anno edizione: 2011
Due sorelle, all'inizio degli anni Settanta: l'università, le lotte nel movimento studentesco, la disubbidienza femminista, l'amore e il sesso sperimentati come liberazione, la politica come passione. Succede qualcosa, qualcosa di oscuro che le coinvolge. Aprile 2003: una serie di eventi casuali pone Giulia di fronte agli interrogativi inquietanti sulla morte della sorella Viola, avvenuta trent'anni prima. Sullo sfondo, la Milano di oggi, in bilico fra la memoria delle proprie radici morali e i nuovi miti del presunto progresso; e quella di ieri, con i suoi quartieri, le osterie, la cultura vissuta come rivoluzione, le ingenuità e gli eccessi di una partecipazione politica che credeva negli ideali.
Vuoti a perdere
Pervinca Paccini
Libro: Libro in brossura
editore: Autodafé
anno edizione: 2010
pagine: 128
Dodici racconti metropolitani vanno a comporre una raccolta che ha per filo conduttore il malessere contemporaneo con il suo corredo di sofferenza. La sofferenza degli stranieri senza diritti e quella dei giovani privati del futuro, il malessere nascosto nella vita di coppia, nelle dinamiche familiari, nella difficoltà dell'invecchiamento. La sofferenza che si nasconde fra le pieghe di una vita normale in cui ristagna il dramma della solitudine, magari lucidato da un filo di frivolezza, da una punta di ironia, talvolta da uno sguardo aperto alla speranza. Pervinca Paccini varia con stile il registro narrativo e il linguaggio, ricorrendo ora alla spietata crudezza ora alla poetica levità, per raccontare percorsi umani che diventano, pur nella loro unicità, esemplarmente significativi delle angosce e dei sogni delle donne e degli uomini che vivono nelle nostre metropoli.
Intervallo di terza
Pervinca Paccini
Libro: Copertina morbida
editore: Morellini
anno edizione: 2022
pagine: 256
Milano 2011. Marta, la protagonista, insegna musica dopo aver rinunciato a una carriera da concertista. Scopre che Leo, il marito, frequenta un'altra donna. Attraversa stati d'animo diversi: rabbia, bisogno di rivalsa, competizione e tutto questo la porta a ripensare la propria vita. Leo, diviso fra Marta e Adriana, è un oncologo che ogni giorno affronta la disperazione dei malati terminali, sempre con il dubbio se sia giusto o meno aiutarli a porre fine alle proprie sofferenza. Adriana è una psicoanalista. Ha il successo e una vita piena, ma ha rinunciato alla famiglia. Resta incinta e si trova a muoversi fra la speranza che Leo lasci la moglie, la liberazione dell'aborto o una vita da sola con il figlio. Per lei un finale inaspettato. Per gli altri il dubbio o forse la scelta. Marta e Leo appartengono alla generazione nata fra gli anni '50 e '60, coinvolta nei cambiamenti sociali e culturali di quel momento, ma anche partecipe di un benessere che le ha permesso di costruirsi una vita soddisfacente. Anche Milano, in qualche modo è protagonista, divisa fra la prosperità, rappresentata dai personaggi, e l'indigenza di una varia umanità vecchia e nuova che si muove per le strade della città.
Finimondo
Pervinca Paccini
Libro: Libro in brossura
editore: Morellini
anno edizione: 2025
Che ne sarebbe dei vecchi se la società decidesse che non servono più? Mondo è un milanese inquieto e un po' stravagante, con alle spalle una giovinezza divisa fra partite a carte nei bar della vecchia Milano cercando polli da spennare e la passione per i libri su cui rincorrere storie e avventure. Lascia l'Italia alla fine degli anni Sessanta per piccoli guai con la giustizia, portandosi dietro pochi ricordi e uno su tutti: il viso del nonno con cui è cresciuto e ha scoperto il piacere di leggere. Cancella la sua città nebbiosa e sferragliante di tram per correre il mare, senza una meta, passando da un ingaggio all'altro su navi mercantili, evitando di trovare nuove patrie e soprattutto di legarsi alle persone che incontra finché non approda a una terra diversa dalla sua, alla terra rossa e bruciata dal sole del Salento, a una donna e a una figlia. A questo punto mettiamo che mondo incroci una vecchia malata che vorrebbe morire, ma non riesce a farlo, mettiamo che per qualche motivo sia costretto a tornare a Milano e lì affiorino brani di passato che gli mettono in mano soluzioni terribili e necessarie. Mettiamo che questo lo strappi alla routine di pedalate solitarie in mezzo agli ulivi, di rari momenti con la figlia Bianca, di letture, di oneste partite al bar che cementano qualcosa che assomiglia all'amicizia, suo malgrado. mettiamo che Bianca, sulla scia di un testamento ambiguo e ingiusto, si ostini ad affidare il futuro alla ricerca di un fantomatico fratello. Mettiamo che in questa girandola di eventi che hanno al centro la confusione fra ciò che è giusto e sbagliato, mondo decida che non ci sono cose giuste e sbagliate, ma soltanto persone. Ecco, questo è il finimondo. Giocato al chiarore del faro di Leuca. Tre fasci di luce sul mare e poi sulla terra.