Libri di Piero Paci
Tra mondanità e curiosità accademiche: Marie-Marguerite Bihéron e le sue «anatomie artificiali» nel secolo dei Lumi
Piero Paci
Libro
editore: Libreria Piani
anno edizione: 2025
pagine: 164
Johan Leberecht Schmucker allievo e amico del chirurgo Henry-François Le Dran (XVIII secolo)
Piero Paci
Libro: Libro in brossura
editore: Libreria Piani
anno edizione: 2022
pagine: 136
La poco conosciuta figura di Johann Leberecht (o Lebrecht) Schmucker (1712-1786) nella veste di allievo del chirurgo parigino Henri-François Le Dran (1685-1770) (Fig.1)1, pur abbondantemente citata nell’ambito della bibliografia medica ufficiale francese e tedesca2 del XVIII secolo, non è stata da me compresa nella rassegna dei suoi otto studenti - Crafft Gottfried Hennicke, Casten Rönnow, Wolfgang Jacob Müllner, Martinus Hermanus Geisweit, Albrecht von Haller, Pierre Lalouette, William Hunter e Claude Pouteau - che frequentarono dal 1727 al 1744 la «Scuola di Parigi», una istituzione così illustre ed ambita da occupare una posizione di leadership nella Francia di Ancien Régime3 . Schmucker è ricordato nella Prusse littéraire sous Fréderic II par l’Abbé Denina4 come autore di opere che «sono il frutto di quarant’anni di pratica e devono essere di una grande utilità alle genti della sua professione».
Gli allievi del chirurgo Henri-François Le Dran alla «maniera di Parigi» nel XVIII secolo
Piero Paci
Libro: Libro in brossura
editore: Libreria Piani
anno edizione: 2021
pagine: 272
Con questo saggio l'autore Piero Paci, bibliofilo e collezionista bolognese, intende completare un percorso di indagini già pubblicate nel 2019 sulla figura del medico francese Henri-François Le Dran, grande rappresentante della scuola chirurgica alla «maniera di Parigi» del XVIII secolo, nella veste di maestro e mentore dei suoi otto allievi. Essi percorsero, tranne due francesi, le strade d'Europa per ricevere da lui, ma anche da altri illustri esponenti della medicina dell'epoca, grandi insegnamenti che saranno determinanti per le loro professioni. Utilizzando i loro diari e la corrispondenza presente negli archivi, è stato possibile ricostruire ciascuna delle loro esperienze e trarne nuovi elementi per comparazioni e valutazioni scientifiche.
Traduzioni italiane nel XVIII secolo delle opere del chirurgo Henry-François Le Dran
Piero Paci
Libro: Libro in brossura
editore: Libreria Piani
anno edizione: 2019
pagine: 112
Nel panorama storiografico le traduzioni, pur restando un terreno ancora da investigare, sono state il canale attraverso il quale idee e riflessioni maturate in una determinata realtà vennero divulgate oltre il loro contesto di provenienza. L’importanza del prenderle in esame è sempre più all’attenzione dagli storici e non è lasciata ai teorici o agli specialisti letterari. Si è quindi preso atto dei risultati di un processo molteplice e mai previsto di interpretazione del testo e di rielaborazione e adattamento linguistico, culturale ed intellettuale, effettuato con modalità ben definite. Le traduzioni venivano poste in correlazione con la questione della lingua, un tema questo molto dibattuto e accuratamente indagato dagli studiosi, che già era stato ampiamente affrontato nella Francia seicentesca e settecentesca, trovando una delle sue più complete formulazioni negli scritti dell’enciclopedista filosofo Jean-Baptiste Le Ronde d’Alembert (1717-1783), ed in particolare nelle sue Observations sur l’Art de traduire en général composte nel 1759.
L'Accademia dei Vari (1747-1763). Un'associazione culturale di ampio respiro
Piero Paci
Libro: Libro in brossura
editore: Libreria Piani
anno edizione: 2015
pagine: 72
Bologna, sede della più antica e prestigiosa università del mondo, generalmente definita la dotta “mater studiorum”, non poteva non disporre che di un numero molto elevato di accademie, documentate sin dai tempi di Cherubino Ghirardacci (1519-1598) nell’opera Della Historia di Bologna, dove si racconta dello “spirito accademico” operante “fin dal cominciamento del XIV secolo”. Se ne hanno notizie, parlando genericamente di “compagnie” intese come corporazioni di mestieri, partendo dalle antiche cronache bolognesi del Tre e del Quattrocento, dagli storici D’Antonio di Paolo Masini (1666, vol. I), da Pellegrino Antonio Orlandi e Francesco Saverio Quadrio, da Michele Medici, da Giovanni Fantuzzi che le riordinò, da Giuseppe Guidicini con molti errori, corretti poi da Luigi Breventani, per giungere alle più recenti bibliografie di Luigi Frati e Raimondo Ambrosini e a quella di Michele Maylender negli anni Trenta del Novecento. Di notevole interesse, nel tardo Settecento, è la testimonianza di Andrea Verardini Prendiparti (1716-1782), abate dal 1760 dopo la morte della moglie, pastore arcade ed accademico Inestricato che descrisse più di sessanta accademie bolognesi, corredate dalle relative insegne, compresa quella dei Vari. Pare comunque che in molti casi esse fossero le sedi in cui i docenti dello Studio bolognese recuperavano una loro perduta autonomia, esterna dunque ai condizionamenti culturali dell’istituzione universitaria. Difatti nei secoli XVI e XVII molte accademie nacquero proprio per iniziativa dei docenti, come Achille Bocchi, Melchiorre Zoppio, Celso Sozzini e, dal Seicento in poi, Andrea Torelli, Matteo Pellegrini, Ovidio Montalbani, Giovanni Battista Capponi, Bartolomeo Massari, Carlo Bentivoglio, Anton Felice Marsili, Geminiano Montanari, Ippolito Conventi, tanto per fare alcuni dei nomi più illustri. Nel XVII secolo fiorirono le accademie musicali, come la Filarmonica fondata dal conte Vincenzo Carrati nel 1675 e quella dei Filomusi creata nel 1622 per volontà del maestro di cappella in San Petronio il musicista D. Girolamo Giacobbi e quella dei Filaschisi nel 1633 dei maestri Francesco Bertacchi e Domenico Burnetti.
La tipografia di Colle Ameno. Bibliografia e fonti documentarie
Piero Paci
Libro: Libro in brossura
editore: Libreria Piani
anno edizione: 2010
pagine: 72
Una fonte bibliografica interessante ed inedita su uno straordinario e quasi misconosciuto esempio di mecenatismo utopico settecentesco.