Libri di R. Mussapi (cur.)
Beppo. Una storia veneziana. Testo inglese a fronte
George G. Byron
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2009
pagine: 95
Nel suo poemetto "Beppo", scritto nel 1817, Byron si cimenta per la prima volta con l'ottava rima della poesia comico-satirica italiana, che riutilizzerà nel più tardo Don Juan. Qui la voce narrante racconta la storia di Laura, una dama veneziana il cui marito Beppo è disperso in mare da tre anni. Senza troppi rimpianti, lei si considera ormai vedova e prende come amante e cavalier servente il Conte. Assieme al suo cicisbeo Laura va una festa di carnevale, dove viene ammirata per la sua bellezza da tutti e in modo particolare da un turco. Questi non è altri che il marito il quale è stato fatto prigioniero e ridotto in schiavitù, poi liberato da una banda di pirati a cui si è unito convertendosi all'Islam. Adesso, da uomo ricco, è tornato dalla moglie e al cristianesimo. Senza falsi moralismi o ipocrisie, senza condanne della corruzione morale e della frivola vanità della società veneziana, la vicenda volge al lieto fine.
Poesie a Cinzia. Testo latino a fronte
Sesto Properzio
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2012
pagine: 155
Il lascito lirico di Properzio, ancora oggi, stupisce per la freschezza del suo linguaggio e della sua ispirazione. Dei quattro libri che compongono le sue Elegie (Elegiarum libri IV) il più celebre è sicuramente il primo (Monobiblos, "libro unico"), prima raccolta pubblicata nel 28 a.C. e dedicata alla donna amata, Cinzia, secondo la tradizione dei poeti alessandrini. Costituito da ventidue elegie, è noto anche sotto il titolo di Cynthia (nei manoscritti). Vi si canta prevalentemente l'amore impossibile per Cinzia con l'aiuto di un ricco repertorio di figure mitologiche. Anche nel secondo libro, in trentaquattro componimenti, prevale di gran lunga sugli altri temi l'amore per Cinzia. Insomma: Cinzia restò per gran parte della vita del poeta la sua prima ispirazione, nella gioia come nel dolore, entrando di prepotenza - per non uscirne mai più - nel canone delle grandi muse letterarie. Un modello che nei secoli è tornato a vivere nelle opere dei tanti poeti che a Properzio hanno guardato come a un modello, da Ariosto a Goethe, fino al Novecento.
Dante in amore
Dante Alighieri
Libro: Copertina morbida
editore: Salani
anno edizione: 2007
pagine: 140
"Il lettore troverà qui le rime di Dante da me scelte e disposte con criterio di fruibilità e bellezza d'insieme, arbitrario ma mosso dal proposito di rendere un servizio alla poesia e soprattutto ai lettori che accostino Dante privi di particolare preparazione. L'arbitrio, sempre a fin di bene, si spinge anche a tagliare alcune poesie in sé bellissime, ma troppo lunghe e linguisticamente ardue per essere comprese senza apparati critici. Analogamente inserisco tra le rime di provata produzione dantesca alcune magnifiche poesie attribuite ad Alighieri senza certezza. Ecco poi profilarsi la storia d'amore della "Vita nuova", di cui ho scelto solo molte leggendarie poesie, rinunciando alla storia in prosa, vicenda di amore, morte, effimere consolazioni con altre donne, pentimenti fino alla maturazione e alla rivelazione finale. E poi alcune pagine del poema supremo, tra momenti d'amore dantesco, bruciante di fuoco divino perché infinitamente umano." (Roberto Mussapi)
La misura dello spirito
Seamus Heaney
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 2000
pagine: 174
Il libro arriva quattro anni dopo "Vedere Cose" e ne rappresenta l'ideale continuazione. La poesia di Heaney incide il tempo delle cose, sfiora la storia dei grandi e fissa per sempre l'elegia familiare. Tornano i grandi artigiani intenti al lavoro, i suoni liquidi e ondeggianti di risacche e scrosci, i colori del cielo di Irlanda di contro ai paesaggi dove vento e luce si incontrano a ridosso dell'oceano. La naturale concisione di Heaney lascia talvolta il posto a un andamento narrativo più sciolto, mentre il verso si libera e fluttua nel racconto di un ricordo per tornare docile alla terzina, alla semirima, all'allitterazione come chiave sonora per aprire il mistero delle cose.