Libri di Remo Capone

In questo primo lavoro sul campo di Pierre Clastres, uno dei più stimati antropologi del nostro tempo, incontriamo i guayaki, una piccola tribù di cacciatori nomadi del Paraguay. Riportando ogni dettaglio della loro storia, dei loro rituali, dei loro miti e della loro cultura, Clastres ci restituisce la vita di questa comunità in un saggio appassionante. L’autore pone qui le basi di quello che diventerà il cuore della sua speculazione antropologica: l’assenza di Stato nelle società cosiddette primitive non è un segno di arretratezza o incompletezza, ma l’esempio di un sofisticato modello di corpo sociale in cui “il potere non è separato dalla società”. Quest’opera, che ha già radicalmente modificato le convenzioni accademiche occidentali, è destinata a diventare un classico imprescindibile dell’antropologia, nonché una preziosa “arma” contro il pregiudizio etnocentrico che impedisce di prendere sul serio le forme politiche delle società altre da noi, non coercitive e prive di Stato come quella dei guayaki.

Il Bambino ha tre o quattro anni quando entra in contatto visivo ed emotivo con i tre dittatori del suo tempo – due sanguinari ed uno spirituale. In questo libro il Bambino ora adulto ricostruisce i fatti con apparente distacco. In realtà patisce ancora – supponiamo – quella molto teatrale “educazione morale in tre atti” toccatagli in sorte e mai richiesta. Nel racconto il Bambino parla solo tre volte: per chiedere amore e gioco, e per beffeggiare il potere. Una difesa preventiva e inconsapevole dalla tragedia in arrivo? Un programma di vita? Prefazione di Carlo Bordini. Postfazione di Ada Fonzi. Prefazione di Carlo Bordini.

I luoghi e i personaggi della Roma sparita degli anni ’30 sono lo scenario in cui si svolge il lungo viaggio nella memoria dell’anziano alla ricerca del bambino che fu. È un universo magico in cui regnava la felicità piena, nell’ignoranza beata dell’apocalisse imminente. È un libro di storia perché, come si è scritto: “Nella descrizione di Proust del bacio della buona notte c’è più verità storica che in una ricerca scientifica”. Postfazione della psicologa Ada Fonzi.

Remo Capone è stato fotografo illustre, ma anche scrittore e poeta sensibile. In questo libro, sulle immagini calzano come un guanto le sue poesie. Perché solo i poeti continuano a vedere la realtà come se le cose non si fossero abituate a noi stessi. A cura di Ennery Taramelli, storica della fotografia. In prefazione intervento di Massimiliano Milesi, regista teatrale, autore, collaboratore di Capone.