Libri di Salvatore Lilla
Dionigi l'Areopagita e il platonismo cristiano
Salvatore Lilla
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2022
pagine: 272
«Negli studi italiani la tematica nella quale Salvatore Lilla si è rivelato maestro - e precisamente quella della interazione tra cultura classica e cultura cristiana, tra storia del pensiero cristiano e storia del platonismo, tra pensiero e filologia - è stata sostanzialmente assente per buona parte del Novecento. Il considerare il pensiero cristiano sotto l'angolatura della filosofia greca, che ne permetteva la esegesi e la interpretazione, era, in quei tempi, cosa ignota, così come, in parallelo, lo stesso studio del medio- e neoplatonismo era sostanzialmente trascurato [...]. Tanto più, quindi, merita la nostra attenzione e la nostra ammirazione uno studioso come Lilla, il quale, rimasto estraneo all'ambiente accademico, ha compiuto nella sua giovinezza opera di pioniere sulle tematiche a cui abbiamo fatto riferimento e attualmente gode di una stima incondizionata, in Italia e fuori d'Italia.» (Dalla Premessa di Claudio Moreschini). Prefazione di Francesco Valerio Tommasi.
Il silenzio nella filosofia greca
Salvatore Lilla
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Patristico Augustinianum
anno edizione: 2013
I manoscritti vaticani greci: lineamenti di una storia del fondo
Salvatore Lilla
Libro
editore: Biblioteca Apostolica Vaticana
anno edizione: 2004
pagine: XI-249
Gerarchia celeste-Teologia mistica-Lettere
Pseudo Dionigi l'Areopagita
Libro: Libro in brossura
editore: Città Nuova
anno edizione: 1986
pagine: 192
Sotto il nome di Dionigi, membro dell'Areopago di Atene convertito da san Paolo e ricordato in Atti 17, 24, si cela uno sconosciuto che verso la fine del VI secolo (e non prima) scrisse tutta una serie di opere che furono di importanza fondamentale per la mistica del Medioevo. Questi scritti dello pseudo-Dionigi - noti comunemente come Corpus Areopagiticum (o Dionysiacum) - a partire dall'inizio del VII secolo furono ritenuti opere autentiche dell'Areopagita; un'opinione che rimase inalterata per tutto il Medioevo, finché il primo grande rappresentante dell'umanesimo critico, Lorenzo Valla, non comprese che si trattava di una finzione letteraria. In effetti queste opere manifestano la mentalità del tardo Neoplatonismo e risentono non solo di Plotino (203-269), ma anche di Proclo (410-485). Lo pseudo-Dionigi inserì i motivi biblici e le concezioni ecclesiastiche nella visione propria del Neoplatonismo, seguendo in questo l'esempio dei grandi Cappadoci. E questo è un fatto da tener presente in ogni commento del Corpus Dionysiacum, essendo ogni espressione dionisiana riconducibile quasi sempre a fonti platoniche, neoplatoniche e patristiche. Qui, nella pregevole quanto autorevole traduzione di Salvatore Lilla, vengono presentati tre scritti principali del Corpus: La gerarchia celeste, La teologia mistica e le Lettere. Nella Gerarchia vengono enumerati e descritti nei loro ordini gli angeli, che occupano lo spazio tra Dio e la Chiesa. La teologia mistica riveste una particolare importanza perché tratta sia la dottrina mistica dello pseudo-Dionigi, sia perché illustra i due metodi fondamentali della sua teologia: quello cioè delle affermazioni e quello contraddistinto dalle negazioni. Le Lettere si soffermano sulla trascendenza di Dio e sui modi della sua conoscibilità (o inconoscibilità) in senso proprio. In sostanza, si tratta di opere insostituibili quando si affronta la storia della mistica cristiana, soprattutto in ordine al pensiero neoplatonico e della patristica greca.