Libri di Sebastiano Lo Iacono
La taverna di Cianàzza
Sebastiano Lo Iacono
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 138
Cianàzza bettoliere si racconta bevendo. Nella Taberna Vitamæterna di maschi soli per solo maschi, il taverniere pensatore maudit, cela il suo vizio assurdo. Un ½ filosofo, cronista a metà, nullatenente nullafacente, detto Fancazzista, spesso per spasso, indaga l'enigma del bere e campare. Morire è continuare a sognare di bere dopo il finire di bere. Campare è continuare a campare-bere. Vino stupefacente e filosofia fasulla sono nulla. Divenire è perire. Non ci sarà nulla più da bere e da dire. Strani cristiani senzacristi, beoni filosofi, burloni di un atelier tavernicolo e cavernicolo, maschere deformi d'una cantina malfamata, parvenze rovesciate di un consorzio finto puritano, servi, joculatores della chiacchiera con il veto di nominare la femmina, buffoni, padroni, guitti, docenti istrioni, infimi plebei, clerici vagantes, chierici e baroni avvinazzati, felici infelici, impotenti malati, alienati normali, affamati, benpasciuti dotti analfabeti, lazzaroni fetidi, [s]oggetti di sociologie false e astrazioni reificate, tra cronaca, finzione e storia, cicaleccio e simulazione, burla, farsa e tragedia, colpevoli senza colpa, non solo da sbronzi sono innocenti. Raccontare Cianàzza è dolore.
Canto di un pecoraro siciliano dei Nebrodi
Sebastiano Lo Iacono
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 44
Una breve favola vera del beato Felice da Nicosia, santo senza parole dette difficili, analfabeta, senza parole scritte faticose, l'«Asino del convento», maestro di carità, taumaturgo. Santo sottoproletario, operatore di miracoli singolari per il popolo infimo e terrone della sua terra di origine. San Felice da Nicosia, città in provincia di Enna, al secolo Filippo Giacomo Amoroso (Nicosia, 5 novembre 1715 - 31 maggio 1787), è stato un francescano italiano; beatificato nel 1888 dal papa Leone XIII, è stato proclamato santo da papa Benedetto XVI, nel 2005. Figlio di Giacomo, calzolaio, e di Arcangela La Nocera, casalinga, fu anch'egli calzolaio e visse nella stessa miseria delle plebi contadine dei Nebrodi. Dopo anni di rifiuti, fu accolto per il noviziato presso il convento dei Cappuccini di Mistretta, città limitrofa di Nicosia, in provincia di Messina. Camminando-camminando un pastore dei Nebrodi lo incontra nelle trazzere di montagna, lo riconosce con esitazione, ne narra l'incontro con le parole antiche del dialetto siciliano e gli dedica un canto-racconto con il suono del suo friscalettu di canna. Il fine del pecoraro è quello del Poverello di Assisi: scoprire e conoscere con le ragioni del cuore cosa sia perfetta letizia. Non è un testo di storia, né una biografia e neppure un'agiografia. È una fantasia poetica. È una fabula vera, poiché è di me [di chi scrive] che si parla in questa favola. Lo scriveva Orazio: «...de te fabula narratur...» (Satire, I, 1, 69-70).
Don Lucio Oresti narratore. La scrittura è un luogo di libertà
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2022
pagine: 246
Lucio Oresti, nato a Mistretta, il 28 maggio 1928, e deceduto nella stessa città, il 29 gennaio 2012, all'età di 84 anni, è stato un «personaggio» e un esponente della cosiddetta cultura subalterna. Noto per la sua conoscenza a memoria di trentatré canti della Divina Commedia di Dante, coltivò l'amore per la poesia e la scrittura. È stato il «narratore» autobiografico di se stesso, avendo scritto, per tutta la vita, un singolare diario inedito della proprie vicissitudini, adottando un italiano perfetto e pulito. Il manoscritto, che si compone di seicento pagine, è stato recentemente oggetto di un articolo dell'antropologo siciliano di Messina, Sergio Todesco, in occasione del settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, padre della lingua italiana. Todesco ha definito Oresti un autentico «rappresentante e un interprete subalterno» di Dante e ha asserito che l'innamoramento per le terzine dantesche, quale fu quello di Oresti, sarebbe per le giovani generazioni un «antidoto contro l'imbarbarimento dell'italiano di oggi». Il diario, intitolato Non conosco i miei vent'anni, racconta la storia d'Italia dalla prospettiva locale e ne traccia una radiografia tragica e impietosa. Il "mito" della giovinezza e la storia delle classi povere meridionali siciliane e dei Nebrodi fanno da sfondo a un diario di memorie anche dure che Oresti narrò come testimonianza emblematica di una volontà di riscatto e di emancipazione attraverso l'adozione della scrittura e della cultura còlta. Oresti, simbolo di questa ansia di redenzione socio-culturale e socio-economica, scrivendo, e vivendo in un contesto di analfabetismo generale, dimostrò, a modo suo, che la scrittura è un luogo di libertà.
Shalom, Mario!
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2021
pagine: 120
Ricordo del pittore Mario Biffarella (Mistretta, il 15 agosto 1952; Patti, 14 marzo 2020). Questo libro, che fa seguito al precedente, Mario Biffarella (Youcanprint, 2020), dello stesso autore, è un approfondimento filosofico-teoretico della pittura biffarelliana e del suo talento. È una specie di epicedio e una forma di elaborazione di un lutto. È stato scritto in memoria di un amico, in occasione dell'incontro degli altri estimatori del pittore, svoltosi nella sua città natale, il 16 agosto 2021. L'evento è stato organizzato dai familiari di Biffarella, in collaborazione con l'associazione "Oceano".
Mario Biffarella
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2020
pagine: 164
"Mario Biffarella, pittore e artista, nacque a Mistretta (Messina), il 15 agosto 1952. È deceduto, presso l'ospedale di Patti, sabato, 14 marzo 2020, all'età di 68 anni. Questo libro è il ritratto (e forse, al tempo stesso, un autoritratto mio e suo) di un amico grande, compagno di giovinezza, impegno culturale e politico, lotte e comuni passioni per l'arte, la cultura e la verità. Il simile cerca il simile. L'identico si rispecchia nell'identico. Scrivere di Mario Biffarella non è stato altro che continuare a dialogare con lui sui massimi sistemi e le perenni grandi narrazioni. Spero che, leggendolo, Mario possa continuare a essere nell'esserci ancora. Non l'ha scritto chi l'ha scritto. È come se l'avessimo scritto insieme. A quattro mani. Credo anch'io, come ha detto il figlio Ferruccio, che Mario&B., che si definiva «diversamente credente», in quel luogo dove egli è adesso, stia «insegnando agli angeli come si dipinge» il mistero della bellezza. Se morire è una metamorfosi, come quella di un bruco che diventa farfalla con le ali di colore blucobalto, i quadri di Mario sono stati la sua metamorfosi di uomo in artista e di artista in uomo: le sue ali di colore blucobalto."
Eliazàr, Edith e l'En-Sof
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2020
pagine: 136
Un mito. Un racconto. Il racconto di un innamoramento. Un poema in prosa, dedicato a Edith Stein, santa Teresa Benedetta della Croce, maestra di verità, martire ad Auschwitz. L'incontro con la filosofia e il rapporto amicale tra due ragazzi che cercano le cose ultime, il principio, la fine e il fine dell'essere. Una ricerca. Un sentiero. Un itinerario della mente e del cuore. Un testo di allusioni e rimandi. Un'apologia e un canto memoriale per il delitto storico della Shoah, che fu abominio dell'uomo contro l'uomo, e che incenerì sei milioni di figli del popolo eletto, compresa Edith, filosofa del XX secolo, suora carmelitana, compatrona d'Europa.
Giambattista Ortoleva da Mistretta. Chi era costui?
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2020
pagine: 128
Di Giambattista Ortoleva da Mistretta, vissuto nel XIX secolo, sacerdote, già definitore dell'Ordine dei Francescani Minori Riformati, teologo, filosofo e storico della Chiesa, non ne sappiamo quasi nulla. Nelle sue due opere, pubblicate nel 1874 e nel 1876, rispettivamente a Roma e ad Acireale (CT), dedicate al Dottore Serafico, san Bonaventura Bagnoregio, presenti in antiche e prestigiose Biblioteche europee, nonché degli Stati Uniti, tranne il dato che fu originario di Mistretta, non ci sono notizie biografiche precise, come non ce ne sono negli Archivi storici locali sia comunali sia parrocchiali. La sua biografia intellettuale, di contro, è ricostruita più dettagliatamente in questo breve saggio, che ha preso l'avvio da una notizia bibliografica, presente in un'opera di Étienne Gilson, celebre filosofo cristiano e storico della filosofia medievale del XX secolo. Quella notizia, scoperta per caso, e riportata con un errore o un refuso tipografico, ha permesso di rintracciare i due volumi, che, come conferma la loro attestazione nelle biblioteche citate, ebbero, nell'ambito francescano, una notevole rilevanza sia in riferimento alle vicende del secondo Concilio di Lione del 1274 e sia alla vexata quaestio, in ambito filosofico-teologico-dottrinale, dell'ontologismo ottocentesco.
U suònnu rî ggirasoli
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2018
pagine: 40
Racconto in dialetto siciliano di Mistretta. Una cronaca vera. Forse un racconto epico. Tra realtà storica e fantasia poetica. Una fabulazione, in chiave eroico-mitica, dedicata ai soldati italiani e siciliani dei Nebrodi, morti e dispersi durante la campagna di Russia della seconda guerra mondiale. Il sacrificio inutile di tanti figli di madre, che a miriadi furono condotti al macello da una patria-non-patria. Il dolore di una mamma, a gna Rrosa. L'attesa di un ritorno mai avvenuto. L'indelebile memoriale di Alcuni, zia, sorella, figlia e fanciulla, vecchina d'amore, che costruiva presepî e confidava nel segno dei segni di ogni segno: il segno di legno della croce. Per non dimenticare il passato. Che non è trapassato. E anche se «una cosa che prova dolore (non) può essere per sempre», quel dolore, che come una spada trapassò e trafisse una madre, non è ancora finito. Il racconto del dolore. Il dolore del silenzio. Il silenzio del dolore. Il racconto e il non-racconto. Che hanno, comunque, un fine e non hanno chiusura. Non hanno una fine e neppure conclusione.
Zisa Zòsima, la meravigliosa e altri racconti viola
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2018
pagine: 202
Questi racconti (come definirli altrimenti, tanto per tentare di intenderci: fantacronache, rapporti, resoconti, miti, apologhi, dialoghi, parabole, allegorie o fabulae?), compresi dentro il racconto del raccontare, sono un imbroglio. Zisa e Zòsima è germogliato da due parole musicalmente amabili e gradevoli: la prima è il nome di un celebre palazzo e di un quartiere di Palermo di origini arabo-normanne; la seconda di una presunta schiava del filosofo neo-platonico Damascio, di età ellenistico-bizantina, vissuto tra il V e il VI secolo dopo Cristo. Assieme al racconto-giocattolo che dà il titolo al libro, una specie di trattatello prêt-à-porter pseudo-filosofico-teologico, e che forse è una preghiera o un'apologia della filosofia come meraviglia e medicina dell'anima, questo volumetto, contiene quattro racconti metafisici, surreali e in parte autobiografici, scritti in volgare dialetto siciliano, una sorta di collage e pastiche linguistico, che, tra cuore e ragione, mescolano greco, latino, italiano e dialetto, hanno identico orizzonte filosofico e vanno intesi come metafora onde «ingannare il Carnefice», nonché come meditazione sul fine di ogni fine e sulla fine prima della fine.
Con la matita di Dio
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2018
pagine: 104
Un diario (non un breviario) di preghiere e di testi filosofici, teologici, poetici e mistici. Un itinerario di letture, raccolte e trascritte con il copia-e-incolla, che introduce al Dio nascosto. Un percorso che va da Platone a Edith Stein, da Agostino d'Ippona a Cusano, da Teresa di Lisieux a Teresa d'Ávila.
Andrai (non) ritornerai. Poesie di Sebastiano Seminara
Sebastiano Lo Iacono
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2018
pagine: 62
Le poesie di Sebastiano Seminara sono un viaggio. Non soltanto un viaggio. Un itinerario all'interno del sé e della psiche. Sono apocalittiche, visionarie e metafisiche. Eleggono l’ambiguità a sistema e, nell'adozione del verso spesso lungo e libero, richiamano Thomas Eliot, Dylan Thomas e i poeti metafisici inglesi del XVII secolo. Come centro di gravità hanno la mitologia classica, la filosofia occidentale (Eraclito, Pitagora, Platone, Nietzsche), il coro della tragedia greca e la parola del Cristo, dal cui punto focale emergono il tragico dell’essere, un canto lucido e un linguaggio quasi biblico.