Libri di Shlomo Pinès
Le metamorfosi della libertà. Tra Atene e Gerusalemme
Shlomo Pinès
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2015
pagine: 456
Uno dei grandi studiosi dell'ebraismo del Novecento, accostabile per importanza soltanto a pensatori del calibro di Jonas, Scholem, Strauss e Taubes, è stato certamente Shlomo Pines, il celebre curatore e traduttore dell'edizione inglese della "Guida dei perplessi" di Maimonide. Pines ha lasciato un'infinità di scritti, impressionanti per erudizione e varietà di temi, che spaziano dal mondo greco-romano alla mistica ebraica e araba, a Nietzsche e al pensiero contemporaneo. I "Collected Works" in cinque volumi pubblicati tra il 1979 ed il 1997, di cui si offre un'ampia antologia, raccolgono la quasi totalità delle sue opere in inglese e in francese. E mostrano l'originale linea di ricerca dello studioso, dagli anni di formazione parigini fino a quelli dell'insegnamento nell'università di Gerusalemme. Per Pines non esiste un solo ebraismo poiché, nel corso della sua storia, l'ebraismo ha sempre costituito una realtà plurale, capace di definirsi ogni volta in relazione al contesto con cui entrava in contatto. Analogamente, non esiste nemmeno una filosofia specificamente ebraica, ma un sistema di testi e di problemi ereditati dal mondo greco-arabo con cui gli ebrei, a un certo punto della storia e per ragioni diverse, si trovarono ad avere a che fare. La stessa critica viene da lui mossa a più riprese all'idea di "cultura ebraica", troppo generica e imprecisa per poter davvero dar ragione della complessità che intende rappresentare. Introduzione di Giorgio Agamben.
La filosofia ebraica
Shlomo Pinès
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2008
pagine: 128
Secondo Pinès la filosofia ebraica si può comprendere pienamente solo se la si colloca nel suo contesto culturale: non c'è stato un pensiero ebraico che, nel corso dei secoli, si sia sviluppato in modo costante e autonomo ma ci sono stati pensatori ebrei che, sollecitati dai movimenti culturali che circolavano nella loro epoca negli ambienti non ebraici, hanno voluto confrontare il loro patrimonio culturale con quello degli "altri". Tale impostazione induce a cercare le fonti del pensiero ebraico in quella che è stata chiamata "la saggezza straniera". La via è stata aperta da Filone Alessandrino, il fondatore della filosofia ebraica, che, conoscendo sia il giudaismo sia la filosofia greca, utilizzò metodi e concetti filosofici del mondo classico per mettere a confronto due tipi di sapere, quello ebraico e quello greco, completamente estranei l'uno all'altro. Una via che, secondo l'autore, conduce a Yehudah ha-Levi, Maimonide, Spinoza, Mendelssohn, Cohen, Rosenzweig, Buber.