Libri di Stefania Lucamante
La felicità in differita. Generazioni e tempo nelle narrazioni di famiglia (2001-2021)
Stefania Lucamante
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 438
Esistono molte possibili soluzioni per narrare la famiglia. Fra realismo e mitopoiesi, il romanzo di famiglia raccoglie aneddoti e lessico, come i riti che legano i membri di una costellazione familiare. La de familiarizzazione, fra straniamento e naturalizzazione delle relazioni, sfocia nell'invenzione di personaggi a volte surreali, creati per bilanciare il ricordo traumatico di rapporti interpersonali e quello angoscioso della propria infanzia. Mentre Natalia Ginzburg presagiva la rovina della famiglia, intesa nel suo senso più convenzionale, con "Caro Michele", dopo il racconto sereno di "Lessico famigliare", le varie generazioni narrate nel primo ventennio del Duemila in "Prima di noi" di Giorgio Fontana e "Sangue giusto" di Francesca Melandri rivelano come la storia, la politica, la società intervengano e decretino "l'a-linearità" e la necessaria relativizzazione del tempo vissuto da una famiglia. Oscillanti fra la finzione che maschera la realtà angosciosa del proprio vissuto – il caso di "Menzogna e sortilegio" – e la realtà che si vuole letta come un romanzo, i romanzi familiari contemporanei parlano di noi.
Quella difficile identità. Ebraismo e rappresentazioni letterarie della Shoah
Stefania Lucamante
Libro: Libro in brossura
editore: Iacobellieditore
anno edizione: 2011
pagine: 420
Prendendo spunto dai testi delle deportate, il volume mette in luce come è avvenuta la trasmissione "al femminile" dell'evento epocale della Shoah, l'autrice indaga su come le testimoni e le scrittrici italiane raccontino e tramandino la loro esperienza: immagini, pensieri ed emozioni raccolte allora, il cui impatto resta inalterato nel presente di chi le legge e le studia oggi. L'importanza di autrici come Liana Millu e Giuliana Tedeschi sta non nella differenza, ma nella compartecipazione alla rappresentazione letteraria della Shoah. Lo specifico femminile arricchisce la testimonianza maschile, mentre la memoria, paradossalmente, si universalizza. È la tragedia stessa che impone di parlare di quel che avvenne alle famiglie di queste donne, oppure di immaginare cosa si cela dietro il buio di omissioni, dietro l'ansietà di un vuoto. Impone di parlare e riscoprire - per alcune di loro, come nel caso di Giacoma Limentani - il loro senso di ebraicità all'interno del contesto italiano dopo la guerra, dopo il ritorno in Italia di chi potè tornare, ma anche di chi, rimanendo, non fu meno ferita. Al ritorno, tutto quel che avvenne si sistemò lungo un asse che aveva nella Shoah il punto zero del prima e del dopo, un asse cartesiano-ortogonale della sofferenza impartita e subita da queste bambine e ragazze e dalle loro famiglie. Il romanzo apocalittico "La Storia" di Elsa Morante e l'ibrido narrativo lezioni di tenebrati Helena Janeczeh...