Libri di T. Overton
Paesaggi
John Berger
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2019
pagine: 352
"Paesaggi" è la più completa raccolta degli scritti di John Berger dedicati all'arte e alla letteratura. Chi è alla ricerca di un ponderoso volume di critica, con quadri monografici e rigide periodizzazioni, dovrebbe guardare altrove; chi invece è già un lettore di questo «rinascimentale uomo contemporaneo» si stupirà ancora una volta di tanta varietà di saggi, poesie, racconti e meditazioni, ritrovando lo sguardo di uno storyteller che mai ha inteso la scrittura come un atto di possesso, ma sempre come un modo per abitare il presente e mutarne la trama. In questo volume, ideale prosecuzione di "Ritratti", John Berger è l'osservatore tenace di vasti panorami popolati da figure umane, alla ricerca di mappe del nostro tempo. Dapprima si tratta soprattutto di paesaggi teorici, in cui Berger incontra gli scrittori e gli artisti che più hanno accompagnato il suo pensiero: da Walter Benjamin a Gabriel García Màrquez, da Rosa Luxemburg a James Joyce. Poi si passa all'esplorazione - a volte reale, sempre letteraria - di paesaggi fisici: la Palestina resistente, abitata da bambini e cavalli selvaggi; la Parigi dei cubisti e la Venezia marcescente della Bienriale; la città di Delft che «sgorga dagli occhi di chi l'ha lasciata»; la campagna senza tempo in cui i contadini hanno insegnato a Berger «il poco che so»; fino al fluido mercato del mondo odierno, in cui ognuno è un consumatore perduto in una geografia assente. Raccontando questi luoghi, John Berger racconta se stesso, il suo modo ardente e combattivo di cercare uno spazio da condividere e di indagare lo sguardo. Ogni paesaggio parla per lui di «rischio e avventura»: il rischio e l'avventura, in questi Paesaggi composti dagli anni cinquanta a oggi, sono quelli di un pensiero pronto in qualsiasi momento a farsi mettere a repentaglio da un'opera perturbante o un fatto inatteso, che si pone sempre, qualsiasi cosa scelga di narrare, sul limite sottile del mistero.
Ritratti
John Berger
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2018
pagine: 654
John Berger non sopportava di essere definito un critico d'arte. Lo riteneva un insulto. Eppure per tutta la vita ha continuato a descrivere i suoi incontri con l'arte, le epifanie di fronte a un dipinto o una scultura, i viaggi immaginari negli atelier in cui un'opera veniva pensata e realizzata. Poco importava che quegli incontri assumessero le sembianze di un romanzo, una poesia o un saggio; non si trattava di critica, ma di narrazione nel senso più antico del termine: una voce che racconta ciò che gli occhi hanno visto e le mani toccato, un ascoltatore che riceve in dono un'esperienza e uno sguardo, e infine uno spazio da condividere. Se non è critica, questo volume non è neppure un canone o una storia dell'Arte - anche se prende avvio dalle pitture rupestri e termina oltre Basquiat -, perché per John Berger tutti gli artisti ospitati nella sua scrittura sono ancora vivi e presenti: sono vivi gli ignoti pittori della Cueva de las Manos, che migliaia di anni fa portano nel profondo della terra il vento, il tuono, il dolore e i luoghi remoti; è vivo Rembrandt, per cui l'abbraccio è sinonimo di pittura; è viva Frida Kahlo, che dipinge con la sua stessa pelle; è vivo Matisse, mentre fa cozzare i suoi colori come cembali di una ninna nanna; ed è vivo Picasso, che dipinge sulla tela una bestemmia. Ritratti è la raccolta più completa degli incontri di John Berger con i suoi artisti: dai pugnaci scritti militanti degli anni cinquanta a quelli più recenti e pensosi, molti dei quali inediti in Italia. Del resto, che per Berger un ritratto fosse un incontro, lo ha chiarito nel descrivere un suo stesso disegno: «A poco a poco la testa sulla carta si è fatta più simile alla sua. Ma ora sapevo che non le si sarebbe mai avvicinata abbastanza, perché, come può capitare quando si disegna, avevo finito per amarla, per amare tutto di lei». Gli ottantotto ritratti di questo libro sono atti d'amore scritti con la stessa matita con cui era solito disegnare: ottantotto incontri fatti di approcci, cancellature e successivi ripensamenti, di colpi di fulmine immediati e laboriose riconciliazioni. Sono l'«inconsapevole diario di bordo» di un grande storyteller, l'autobiografia di un uomo attraverso ciò che ha osservato.