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Libri di Vito Di Bernardi

Ossatura. Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni: marionette e danza in «Nudità»

Ossatura. Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni: marionette e danza in «Nudità»

Vito Di Bernardi

Libro: Copertina morbida

editore: Bulzoni

anno edizione: 2020

pagine: 176

19,00

Immaginare la danza. Corpi e visioni nell'era digitale

Libro

editore: Massimiliano Piretti Editore

anno edizione: 2018

pagine: 206

Dopo Cunningham l’uso della tecnologia digitale sembra sempre di più essersi orientato verso l’apparente paradosso di una danza senza danzatori, un’idea questa accarezzata e messa parzialmente in pratica già dai futuristi italiani di inizio Novecento seppure con i limiti tecnici di allora. C’è un filo rosso che collega fra di loro i futuristi, Duchamp e Cunningham, quello della de-soggettivizzazione dell’arte e della ricerca di un mondo fatto di cose, tempo e spazio oggettivi. Da anni però, soprattutto dall'ingresso nel terzo millennio, siamo di fronte ad uno scenario sempre più radicale. Non si tratta, infatti, di animare oggetti scenici e pupazzi metafisici, come nel futurismo o nel teatro utopico di Craig; non si tratta neppure di far danzare figure e immagini di corpi virtuali in 3D, come in Biped. In questi casi siamo ancora dentro l’estetica dello spettacolo dal vivo e dentro lo spazio tridimensionale della scena teatrale, per quanto “aumentata” dall'uso della tecnologia digitale.
18,50 17,58

Cosa può la danza. Saggio sul corpo

Cosa può la danza. Saggio sul corpo

Vito Di Bernardi

Libro: Libro in brossura

editore: Bulzoni

anno edizione: 2012

pagine: 245

19,00

Virgilio Sieni

Virgilio Sieni

Vito Di Bernardi

Libro: Copertina morbida

editore: L'Epos

anno edizione: 2011

pagine: 88

14,30

Ruth St. Denis

Ruth St. Denis

Vito Di Bernardi

Libro: Libro in brossura

editore: L'Epos

anno edizione: 2006

pagine: 344

Ruth St. Denis (1879-1968) fu danzatrice, coreografa e didatta. A lei, insieme a Isadora Duncan e Loie Fuller si deve la fondazione della modern dance. Dopo un'originale formazione da autodidatta operò spinta da vocazione quasi profetica, caratterizzando le proprie coreografie con frequenti riferimenti all'ambito del sacro e del rituale ("io voglio danzare Dio!"), evocando atmosfere sensuali e di estatico rapimento sia nei gesti sia nei costumi, sempre alla ricerca di una danza che producesse le più forti emozioni.
36,20

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