Libri di Alberto Biasi
Covid-19 Lockdown dell'arte
Alberto Biasi
Libro: Libro in brossura
editore: CLEUP
anno edizione: 2020
pagine: 68
«Mi piace questa solitudine inaspettata, davanti ad una grande vetrata dello studio e del mio archivio; mi piace intrattenermi con i ricordi, riflettere e raccontarne alcuni». Nel tempo sospeso e dilatato del lockdown, il maestro Alberto Biasi colleziona e mette insieme note, memorie e pensieri, che dal suo atelier, nel silenzio assordante della solitudine, appaiono sempre più vividi e chiari. Un diario, tra passato e presente, che percorre la vita di uno dei protagonisti assoluti dell’arte ottico-cinetica, offrendo nuove letture dell’Opera e della personalità di Alberto Biasi. E così, lo sconvolgimento della routine diventa un’opportunità per l’artista e per l’uomo.
Rime solitarie
Alberto Biasi
Libro: Libro in brossura
editore: Pluriversum Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 70
Tutti siamo poeti, e ognuno è poeta a modo suo. Quanti di noi, da innamorati, scrivono messaggi bellissimi alla persona amata? Quante piccole infinite poesie abbiamo nella nostra sezione “Messaggi Importanti” su WhatsApp? Cos’è, dunque, una poesia? Altro non è che un miscuglio di emozioni, sentimenti, sfoghi e tormenti che fluiscono sulla carta attraverso l’inchiostro. "E chi è il poeta? Il poeta è colui che trova giovamento e via di sfogo nella poesia. Sì, perché la poesia è la nostra migliore amica, nasconde i segreti più intimi e non li rivela se non alle persone che vogliamo noi… ed è così bello riconoscersi in una poesia. Sapere che c’è qualcuno che prova le nostre stesse emozioni, che ha i nostri stessi problemi a cui fornisce una soluzione: leggere, immedesimarsi, capire. E il mio bisogno di comporre poesie, da dove nasce?"
Il nodo della partecipazione dei lavoratori in Italia. Evoluzioni e prospettive nel confronto con il modello tedesco ed europeo
Alberto Biasi
Libro
editore: EGEA
anno edizione: 2014
pagine: 310
Il sempre più frequente richiamo, ad opera tanto delle parti sociali quanto delle sfere politiche, alla necessità di una maggiore collaborazione tra capitale e lavoro, in un momento di drammatica crisi (non solo) economica, ha dato occasione all'autore di affrontare il delicato tema della partecipazione dei lavoratori in Italia. Trattandosi di un concetto dai contorni in sé oltremodo ampi, se non indefiniti, l'autore ha ritenuto di operare innanzitutto una ricognizione delle esperienze di partecipazione - del passato e del presente - ritenute più significative, procedendo in via diacronica verso l'individuazione di un possibile significato (o, forse, di un "sembiante") che potesse risultare coerente con gli scopi "originari" dello strumento in parola. Il punto di partenza dell'analisi è stato il sistema di relazioni industriali tedesco, universalmente riconosciuto come il "benchmark model" di ogni esperienza - lato sensu - partecipativa: l'interesse per tale modello non ha coinvolto solo gli aspetti legati al suo concreto funzionamento, ma l'attenzione si è focalizzata sulle finalità e, ancor più, sui valori alla sua base, ritenuti aspetti dirimenti - anche - in una prospettiva di "trapianto" dello stesso o di sue parti in un altro sistema. Ed infatti, a conferma delle difficoltà di esportare e, prima ancora, di imporre meccanismi partecipativi, l'autore ha poi dato conto della discussione sulla tematica in parola in ambito europeo...