Libri di Alhassan Selmi
Hassan e il genocidio. Gaza, un giornalista e i disegni che l'hanno salvato
Raffaele Oriani, Alhassan Selmi
Libro: Libro in brossura
editore: People
anno edizione: 2025
pagine: 152
					Alhassan Selmi è un giornalista, vive a Gaza e spesso scrive senza aver fatto colazione. Ha la pancia vuota, lavora al freddo, a fargli compagnia è stato per mesi il rumore dei caccia israeliani. Chissà com'è scrivere con la paura che quegli aerei perdano peso proprio sopra la tua testa. Quello curato da Raffaele Oriani è il diario scritto e visivo dell'assedio di Gaza, realizzato assieme alla penna di Alhassan Selmi e i pastelli di Marcella Brancaforte. La loro corrispondenza ha permesso ad Hassan di avere un porto sicuro e una voce che bucasse il silenzio dei media mainstream. Hassan e Marcella sono la strana coppia della resistenza. Con i loro disegni e le loro parole, hanno allestito una mostra, "Be My Voice", e con questa girano l'Italia minore, le sale parrocchiali, i circoli civici, ovunque non sia arrivata la peste geopolitica che contestualizza, relativizza, normalizza, ottunde le menti e appesantisce il cuore.				
									Il popolo meraviglioso. Storie di umani più che umani nello sterminio di Gaza
Raffaele Oriani, Alhassan Selmi
Libro: Libro in brossura
editore: People
anno edizione: 2025
pagine: 176
					Gennaio 2025. Sono i giorni del sumud palestinese: a seguito del cessate il fuoco, Alhassan “Hassan” Selmi, eroico reporter della Striscia, è tra le migliaia di persone che stanno marciando verso nord, verso case probabilmente distrutte. Nonostante il dramma, è una folla gioiosa, piena di speranza. Nasceva allora Hassan e il genocidio, un diario dell’assedio in cui le parole di Hassan si univano a quelle di Raffaele Oriani, giornalista che da tempo denuncia la scorta mediatica dello sterminio, e ai disegni di Marcella Brancaforte, artista e ora attivista. Trascorrono i mesi, la tregua si rompe. I palestinesi tornano a essere sottoposti a infinite modalità di morte. Nessuno fa nulla. Parte un nuovo esodo, stavolta verso sud. È un corteo funebre. Eppure, il popolo meraviglioso resiste ancora. Le parole sono la sua arma, ma non sono parole d’odio. Il racconto e le immagini dalla Striscia – che qui torniamo a raccogliere – trasmettono il senso di responsabilità per le vite che rimangono, per la propria eredità da tramandare.				
									
